Liberalizzazioni: stop del Senato alle norme sui professionisti
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Liberalizzazioni: stop del Senato alle norme sui professionisti
La Commissione Giustizia chiede la soppressione delle misure su minimi tariffari, preventivo, tirocinio professionale e confidi
03/02/2012 - Parte con una sonora bocciatura l’iter di conversione in legge del DL 1/2012 sulle liberalizzazioni: la Commissione Giustizia del Senato ha chiesto la soppressione dell’articolo 9, quello che contiene l’abrogazione delle tariffe professionali, l’obbligo di pattuizione del compenso e la possibilità di svolgere il tirocinio durante gli studi.
Secondo la Commissione, l’abrogazione delle tariffe e la mancanza del decreto ministeriale che fissi i parametri di riferimento per le liquidazioni giudiziali dei compensi ha determinato il blocco di tali liquidazioni e l’emanazione dei relativi provvedimenti. Per i senatori è, inoltre, irragionevole la norma che prevede da un lato l’evoluzione di parametri legali e dall’altro l’ineludibilità a pena di nullità dei medesimi parametri.
Critiche sono state mosse anche al comma 2, che introduce l’obbligo di formulazione di un preventivo dettagliato degli oneri delle prestazioni professionali: secondo la Commissione, in molti casi, soprattutto per gli avvocati, questo obbligo è inattuabile poiché riguarda un’attività per la quale il professionista assume obbligazioni di mezzi e non di risultato, con riferimento a vicende processuali che non sono prevedibili.
Bocciata anche la norma sui tirocini professionali: le innovazioni introdotte appaiono - secondo i senatori - difficilmente compatibili con la natura propria di tale istituto, che è quella di formare la competenza pratica minima necessaria per l’accesso alle professioni regolamentate e non tiene conto dell’obbligo - inserito nel testo di riforma della professione all’esame del Parlamento e condiviso da tutte le forze politiche e dagli operatori - di riconoscere un equo compenso al tirocinante.
Nel corso della discussione, tutti i componenti della Commissione si sono espressi negativamente sull’articolo 9 del decreto-legge, indipendentemente dallo schiramento politico di appartenenza. A partire dal relatore Franco Mugnai (PdL), che ha lamentato la mancanza del decreto sulla cui base i giudici devono procedere alla liquidazione degli onorari e ha proposto una disciplina transitoria.
A tale proposito, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini ha annunciato che il Governo sta valutando la predisposizione di una norma transitoria che, in ogni caso, riguarderà i rapporti giuridici non ancora sorti. Ma il senatore PdL Giacomo Caliendo ha fatto notare che il DL 1/2012 - e quindi l’abrogazione delle tariffe - è già vigente e ha chiesto che il Ministro adotti immediatamente il decreto recante i parametri per la commisurazione dei compensi.
Anche l’estensione ai liberi professionisti della possibilità di partecipare al patrimonio dei confidi, prevista dall’articolo 10, è stata oggetto di critiche: secondo Mugnai, l’equiparazione dei professionisti alle imprese è del tutto parziale, tenuto conto che, ad esempio, alle Società di professionisti non si applicano determinate detrazioni fiscali.
Secondo la Commissione, l’abrogazione delle tariffe e la mancanza del decreto ministeriale che fissi i parametri di riferimento per le liquidazioni giudiziali dei compensi ha determinato il blocco di tali liquidazioni e l’emanazione dei relativi provvedimenti. Per i senatori è, inoltre, irragionevole la norma che prevede da un lato l’evoluzione di parametri legali e dall’altro l’ineludibilità a pena di nullità dei medesimi parametri.
Critiche sono state mosse anche al comma 2, che introduce l’obbligo di formulazione di un preventivo dettagliato degli oneri delle prestazioni professionali: secondo la Commissione, in molti casi, soprattutto per gli avvocati, questo obbligo è inattuabile poiché riguarda un’attività per la quale il professionista assume obbligazioni di mezzi e non di risultato, con riferimento a vicende processuali che non sono prevedibili.
Bocciata anche la norma sui tirocini professionali: le innovazioni introdotte appaiono - secondo i senatori - difficilmente compatibili con la natura propria di tale istituto, che è quella di formare la competenza pratica minima necessaria per l’accesso alle professioni regolamentate e non tiene conto dell’obbligo - inserito nel testo di riforma della professione all’esame del Parlamento e condiviso da tutte le forze politiche e dagli operatori - di riconoscere un equo compenso al tirocinante.
Nel corso della discussione, tutti i componenti della Commissione si sono espressi negativamente sull’articolo 9 del decreto-legge, indipendentemente dallo schiramento politico di appartenenza. A partire dal relatore Franco Mugnai (PdL), che ha lamentato la mancanza del decreto sulla cui base i giudici devono procedere alla liquidazione degli onorari e ha proposto una disciplina transitoria.
A tale proposito, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini ha annunciato che il Governo sta valutando la predisposizione di una norma transitoria che, in ogni caso, riguarderà i rapporti giuridici non ancora sorti. Ma il senatore PdL Giacomo Caliendo ha fatto notare che il DL 1/2012 - e quindi l’abrogazione delle tariffe - è già vigente e ha chiesto che il Ministro adotti immediatamente il decreto recante i parametri per la commisurazione dei compensi.
Anche l’estensione ai liberi professionisti della possibilità di partecipare al patrimonio dei confidi, prevista dall’articolo 10, è stata oggetto di critiche: secondo Mugnai, l’equiparazione dei professionisti alle imprese è del tutto parziale, tenuto conto che, ad esempio, alle Società di professionisti non si applicano determinate detrazioni fiscali.