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Ritardo pagamenti, il 15 maggio protesta delle imprese edili

Ritardo pagamenti, il 15 maggio protesta delle imprese edili

Dall’Ance un D-Day per ‘‘dare un avvertimento finale allo Stato, dopodichè, se non avverrà nulla, partiremo con i decreti ingiuntivi’’

Vedi Aggiornamento del 06/11/2012
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 06/11/2012
08/05/2012 - “Il tempo è scaduto, non è più tollerabile uno Stato che si comporta in maniera ingiusta nei confronti di imprese e cittadini. Per questo motivo abbiamo deciso il 15 maggio di fare tutti insieme come filiera delle costruzioni, imprenditori, artigiani e professionisti, una grande protesta”.
 
Lo ha annunciato venerdì scorso il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, al convegno nazionale dei Giovani imprenditori edili.
 
“L’edilizia è il settore che sta messo peggio - ha detto il presidente Ance - e bisogna avere il coraggio di dire che la politica economica sta andando nella direzione sbagliata: si sono decise solo tasse, non si può pensare di mettere a posto i conti rischiando di fermare l’economia. Sono state ridotte della metà le disponibilità per le infrastrutture e, peggio ancora, la casa è stata la vera patrimoniale”.
 
“La protesta - ha spiegato Buzzetti - si chiamerà D-Day e servirà a dare un avvertimento finale allo Stato che deve pagare i suoi debiti con le imprese, dopodichè, se non avverrà nulla, partiremo con i decreti ingiuntivi”.
 
E a snocciolare i problemi e i numeri della crisi ci ha pensato il Presidente dei Giovani Ance Alfredo Letizia: la crescita abnorme del peso fiscale, che nel 2012 toccherà il livello record del 45% del Pil; l’inadeguatezza dei servizi pubblici e del sistema giudiziario; il clientelismo e le diseconomie nella gestione delle imprese pubbliche; il ritardo nella formazione, l’emarginazione dei giovani dalla vita produttiva del Paese e il perdurante e anacronistico peso dello Stato sull’economia.
 
Ma Letizia non ha risparmiato critiche al sistema italiano delle imprese, che mostra un ritardo enorme nella realizzazione di prodotti nuovi e nell’implementazione di nuovi processi produttivi, che aumenterebbero la qualità abbassando i costi.
 
Tuttavia - ha rimarcato Letizia - in questo momento la principale ragione della fragilità finanziaria delle imprese sono i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione. “Dai 9 ai 40 sono i mesi che le imprese devono attendere per vedere onorato il proprio credito - ha ricordato il numero uno dei Giovani. Un tempo sufficiente per fallire, per morire”.
 
Un quadro pesante che - ha sottolineato Letizia - l’Ance ha denunciato da tempo, sforzandosi di trovare soluzioni. Soluzioni spesso accolte da un generale consenso ma che però sono rimaste senza seguito: dall’urgenza delle liberalizzazioni e di una vera apertura alla concorrenza, alla priorità degli investimenti innovativi mirati al rilancio delle città, fino all’emergenza della tutela e della valorizzazione dei beni culturali e del turismo.
 
E infine tre proposte operative e immediate: avviare nel prossimo anno un programma di investimenti in opere pubbliche di 50 miliardi di euro; sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione, che oggi ha un debito di circa 100 miliardi con le imprese; agevolare l’accesso delle imprese al credito.
  
Il Presidente dell’Ance ha fatto un riferimento alla grave questione dei suicidi. “Voglio dire agli imprenditori che chiudere l’azienda non vuol dire essere meno bravi, può capitare a chiunque perché è un momento difficilissimo. Quindi bisogna avere il coraggio di resistere e di continuare a lottare”.
 
La manifestazione in programma il 15 maggio segue quella organizzata due mesi fa dai sindacati del settore edile, che ha portato a Roma 30.000 lavoratori, per denunciare la drammatica situazione di crisi del settore delle costruzioni (leggi tutto).
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