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Avvocato generale della Corte di giustizia Ue: accordi tra PA e Università non giustificati dal pubblico interesse
31/05/2012 - Grande attesa per la sentenza della Corte di Giustizia Europea, che dovrà pronunciarsi sull’aggiudicazione degli appalti per servizi di ingegneria grazie a un accordo scritto tra Pubblica amministrazione e Università.
Al momento risulta che l’Avvocato generale della Corte di giustizia Ue abbia affermato che la direttiva sugli appalti pubblici non consenta questa tipologia di accordi, lasciando così prevedere quale potrebbe essere l’esito della causa avviata dall'Ordine degli ingegneri della provincia di Lecce e dal Consiglio nazionale degli ingegneri contro l’Asl Lecce.
Si avvicina quindi la conclusione di una vicenda iniziata nel 2009, quando sulla base di una legge, secondo cui le “amministrazioni pubbliche possono concludere fra loro accordi per svolgere in collaborazione attività di interesse comune” la Asl di Lecce e l'Università del Salento avevano stipulato una convenzione per la realizzazione di uno studio sulla vulnerabilità sismica delle strutture ospedaliere della provincia.
Le associazioni di ingegneri e di architetti, che non avevano partecipato al progetto, avevano in seguito accusato la Asl di non essere ricorsa ad una procedura di evidenza pubblica, avendo quindi affidato l’incarico in modo illegittimo.
Sul versante opposto, la Asl si era però difesa affermando che l'accordo rientrava nel settore della cooperazione e del coordinamento tra autorità pubbliche in vista di un obiettivo di interesse pubblico.
In un primo momento il Tar Puglia ha dato ragione alle associazioni dei progettisti, sostenendo che la Asl aveva eluso la normativa in materia di aggiudicazione di appalti. Una soluzione che non ha convinto la Asl, che ha infatti impugnato la sentenza innanzi al Consiglio di Stato, il quale si è rivolto alla Corte di Giustizia Europea.
Dopo aver studiato il caso, l’avvocato generale della Corte di giustizia Ue ha affermato che il contratto di consulenza in questione non costituisce tanto una vera e propria cooperazione tra le autorità pubbliche quanto un contratto avente ad oggetto servizi prestati verso compenso.
A detta dell’avvocato generale, in presenza di una gara d’appalto la Asl avrebbe potuto scegliere tra più concorrenti, mentre in questo caso l’Università si è trovata in una posizione privilegiata.
Si attende quindi la pronuncia definitiva della Corte, attesa per i prossimi giorni.
Al momento risulta che l’Avvocato generale della Corte di giustizia Ue abbia affermato che la direttiva sugli appalti pubblici non consenta questa tipologia di accordi, lasciando così prevedere quale potrebbe essere l’esito della causa avviata dall'Ordine degli ingegneri della provincia di Lecce e dal Consiglio nazionale degli ingegneri contro l’Asl Lecce.
Si avvicina quindi la conclusione di una vicenda iniziata nel 2009, quando sulla base di una legge, secondo cui le “amministrazioni pubbliche possono concludere fra loro accordi per svolgere in collaborazione attività di interesse comune” la Asl di Lecce e l'Università del Salento avevano stipulato una convenzione per la realizzazione di uno studio sulla vulnerabilità sismica delle strutture ospedaliere della provincia.
Le associazioni di ingegneri e di architetti, che non avevano partecipato al progetto, avevano in seguito accusato la Asl di non essere ricorsa ad una procedura di evidenza pubblica, avendo quindi affidato l’incarico in modo illegittimo.
Sul versante opposto, la Asl si era però difesa affermando che l'accordo rientrava nel settore della cooperazione e del coordinamento tra autorità pubbliche in vista di un obiettivo di interesse pubblico.
In un primo momento il Tar Puglia ha dato ragione alle associazioni dei progettisti, sostenendo che la Asl aveva eluso la normativa in materia di aggiudicazione di appalti. Una soluzione che non ha convinto la Asl, che ha infatti impugnato la sentenza innanzi al Consiglio di Stato, il quale si è rivolto alla Corte di Giustizia Europea.
Dopo aver studiato il caso, l’avvocato generale della Corte di giustizia Ue ha affermato che il contratto di consulenza in questione non costituisce tanto una vera e propria cooperazione tra le autorità pubbliche quanto un contratto avente ad oggetto servizi prestati verso compenso.
A detta dell’avvocato generale, in presenza di una gara d’appalto la Asl avrebbe potuto scegliere tra più concorrenti, mentre in questo caso l’Università si è trovata in una posizione privilegiata.
Si attende quindi la pronuncia definitiva della Corte, attesa per i prossimi giorni.