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Edilizia, in arrivo 840 milioni con il ritorno all’Iva sulle cessioni

Edilizia, in arrivo 840 milioni con il ritorno all’Iva sulle cessioni

Con la misura del dl Crescita attese ricadute pari a 2,8 miliardi e 14 mila occupati per il sistema

Vedi Aggiornamento del 04/09/2012
di Paola Mammarella
21/06/2012 - In arrivo un’iniezione da 840 milioni per il settore edile, capace di generare una spinta da 2,8 miliardi e 14 mila occupati per l’intero sistema economico. Sono le conseguenze illustrate nella relazione del decreto sulla crescita, che ha ripristinato l’Iva sulle locazioni e cessioni di immobili, realizzati per la vendita, dopo cinque anni dalla fine dei lavori di costruzione o recupero.
 
Come più volte sottolineato dagli esponenti del settore costruzioni, che da tempo chiedevano il ripristino dell’Iva, con la normativa preesistente le imprese dovevano restituire l’Iva detratta durante la fase di costruzione per l’acquisto dei materiali, ma non potevano incamerare quella sulla vendita degli immobili dopo cinque anni dalla loro costruzione. Una situazione a causa della quale le imprese si trovavano a fronteggiare una doppia imposizione visto che, a causa della crisi, molti immobili rimangono invenduti.
 
Con la novità introdotta dal decreto per la crescita, si legge nella relazione, si liberano delle risorse che le imprese possono destinare a nuovi investimenti.
In particolare, secondo le stime dell’Ance, riportate nella relazione illustrativa, se si ipotizza che ogni anno un costruttore non riesca a vendere il 6% delle abitazioni realizzate, dovrebbe essere restituita l’Iva, precedentemente detratta, relativa a circa 4200 alloggi. Considerando che il valore medio di un immobile è pari a circa 200 mila euro, si deduce che la misura potrebbe liberare 840 milioni di euro.
Dal momento che, sostiene l’Ance, una domanda aggiuntiva da un miliardo nelle costruzioni genera una ricaduta nell’intero sistema economico pari a 3,4 miliardi e 17 mila occupati, liberando 840 milioni si arriva a 2,8 miliardi e 14 mila occupati.  
 
Una prima apertura è avvenuta con la Legge sulle Liberalizzazioni, che ha dato al locatore la possibilità di assoggettare ad Iva le locazioni di alloggi sociali e quelle, non inferiori a quattro anni, effettuate in attuazione de piani di edilizia abitativa convenzionata.
Allo stesso tempo la norma ha ammesso l’imponibilità su opzione per le cessioni di alloggi sociali e abitazioni locate per almeno quattro anni in attuazione de piani di edilizia abitativa convenzionata.
 
Successivamente, durante l’approvazione del ddl fiscale, il Governo ha accolto un ordine del giorno con cui si è impegnato a valutare nuovamente le richieste dei costruttori per applicare il principio di neutralità dell’Iva, in base al quale l’imposta deve gravare sui consumatori finali e non sugli operatori economici.
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