
Efficienza energetica: via libera alla nuova direttiva UE
RISPARMIO ENERGETICO
Efficienza energetica: via libera alla nuova direttiva UE
Ristrutturazione degli edifici pubblici tra le misure obbligatorie per ridurre i consumi
Vedi Aggiornamento
del 31/01/2014
17/07/2012 - È stato raggiunto giovedì scorso dal Consiglio Europeo l’accordo sulla proposta di direttiva sull’efficienza energetica, che introdurrà misure obbligatorie come, ad esempio, la ristrutturazione degli edifici pubblici.
“La nuova direttiva sull’efficienza energetica - ha dichiarato il relatore del Parlamento Europeo, Claude Turmes (Verdi / ALE, LU) - sancisce per legge l’obiettivo di efficienza del 20% e prevede misure vincolanti che contribuiranno a colmare il divario che separa l’UE dal raggiungimento della riduzione dei consumi energetici del 20% entro il 2020. Ancora più deve essere fatto per colmare questa lacuna.
Raggiungere gli obiettivi UE di risparmio energetico ha senso non solo per migliorare la nostra sicurezza energetica e contrastare il cambiamento climatico, ma anche, in un più senso ampio, perché può stimolare l’attività economica e creare milioni di posti di lavoro, abbassando le bollette energetiche per le imprese e le famiglie e ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di energia”.
Riqualificazione degli edifici
La direttiva impone agli Stati membri di ristrutturare il 3% della superficie totale di “edifici riscaldati e /o raffreddati posseduti ed occupati dal istituzioni del governo centrale”. L’obbigo si applica agli edifici con un “metratura utile totale” di oltre 500 m² e, a partire da luglio 2015, di oltre 250 m². Gli Stati membri possono anche utilizzare mezzi alternativi per raggiungere un risparmio energetico equivalente, ad esempio la completa ristrutturazione.
Diagnosi energetiche
Tutte le grandi imprese dovranno sottoporsi a un audit energetico. Questi controlli dovranno iniziare entro tre anni dall’entrata in vigore della direttiva ed essere effettuata ogni quattro anni, da esperti qualificati e accreditati.
Efficienza nel riscaldamento e raffreddamento
Gli Stati membri dovranno effettuare e notificare alla Commissione, entro il dicembre 2015, una “valutazione globale” delle possibilità di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento e raffreddamento. Ai fini della valutazione, gli Stati membri dovranno effettuare una analisi costi-benefici - una proposta introdotta dai deputati - sul loro territorio in base alle condizioni climatiche, di fattibilità economica e di idoneità tecnica.
Finanziamento degli impianti
I deputati hanno anche proposto di istituire strutture di finanziamento per misure di efficienza energetica. Gli Stati membri dovrebbero facilitare la creazione di questi impianti o l’uso di quelli esistenti.
Obiettivi comunitari e nazionali
La direttiva stabilisce misure comuni per garantire che l’UE raggiunga l’obiettivo di utilizzo del 20% in meno di energia entro il 2020. Ciascuno Stato membro dovrà impostare il proprio obiettivo e presentare un piano nazionale di azione per l’efficienza ogni tre anni, nel 2014, 2017 e 2020. La Commissione europea dovrà valutare, entro giugno 2014, i progressi compiuti.
Le prossime tappe
Il voto finale sulla proposta di direttiva è previsto per settembre.
“La nuova direttiva sull’efficienza energetica - ha dichiarato il relatore del Parlamento Europeo, Claude Turmes (Verdi / ALE, LU) - sancisce per legge l’obiettivo di efficienza del 20% e prevede misure vincolanti che contribuiranno a colmare il divario che separa l’UE dal raggiungimento della riduzione dei consumi energetici del 20% entro il 2020. Ancora più deve essere fatto per colmare questa lacuna.
Raggiungere gli obiettivi UE di risparmio energetico ha senso non solo per migliorare la nostra sicurezza energetica e contrastare il cambiamento climatico, ma anche, in un più senso ampio, perché può stimolare l’attività economica e creare milioni di posti di lavoro, abbassando le bollette energetiche per le imprese e le famiglie e ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di energia”.
Riqualificazione degli edifici
La direttiva impone agli Stati membri di ristrutturare il 3% della superficie totale di “edifici riscaldati e /o raffreddati posseduti ed occupati dal istituzioni del governo centrale”. L’obbigo si applica agli edifici con un “metratura utile totale” di oltre 500 m² e, a partire da luglio 2015, di oltre 250 m². Gli Stati membri possono anche utilizzare mezzi alternativi per raggiungere un risparmio energetico equivalente, ad esempio la completa ristrutturazione.
Diagnosi energetiche
Tutte le grandi imprese dovranno sottoporsi a un audit energetico. Questi controlli dovranno iniziare entro tre anni dall’entrata in vigore della direttiva ed essere effettuata ogni quattro anni, da esperti qualificati e accreditati.
Efficienza nel riscaldamento e raffreddamento
Gli Stati membri dovranno effettuare e notificare alla Commissione, entro il dicembre 2015, una “valutazione globale” delle possibilità di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento e raffreddamento. Ai fini della valutazione, gli Stati membri dovranno effettuare una analisi costi-benefici - una proposta introdotta dai deputati - sul loro territorio in base alle condizioni climatiche, di fattibilità economica e di idoneità tecnica.
Finanziamento degli impianti
I deputati hanno anche proposto di istituire strutture di finanziamento per misure di efficienza energetica. Gli Stati membri dovrebbero facilitare la creazione di questi impianti o l’uso di quelli esistenti.
Obiettivi comunitari e nazionali
La direttiva stabilisce misure comuni per garantire che l’UE raggiunga l’obiettivo di utilizzo del 20% in meno di energia entro il 2020. Ciascuno Stato membro dovrà impostare il proprio obiettivo e presentare un piano nazionale di azione per l’efficienza ogni tre anni, nel 2014, 2017 e 2020. La Commissione europea dovrà valutare, entro giugno 2014, i progressi compiuti.
Le prossime tappe
Il voto finale sulla proposta di direttiva è previsto per settembre.