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Piano Città, INU: utile per la crescita ma risorse troppo scarse
URBANISTICA
Piano Città, INU: utile per la crescita ma risorse troppo scarse
Secondo l’Istituto Nazionale di Urbanistica, sguardo troppo limitato al breve periodo
04/07/2012 - È positivo che il Governo abbia colto l’opportunità di utilizzare le Città come laboratori economici e sociali per innescare azioni condivise e visibili per la crescita e che vengano introdotti nuovi strumenti e nuove procedure, quali la Cabina di regia ed il Contratto di valorizzazione urbana, per stimolare la progettualità competitiva delle Città.
Così l’Istituto Nazionale di Urbanistica commenta il Piano Città, introdotto dal Governo con il Decreto per la crescita e in attesa delle regole attuative per la selezione dei progetti da finanziare (leggi tutto).
Ma accanto ai pregi, l’INU rileva delle criticità: in primo luogo l’entità delle risorse economiche effettivamente messe a disposizione (224 milioni spalmati su 6 anni), davvero modesta, pur considerando l’effetto volano (oltre a quello ottimisticamente sperato dal DL) nei confronti degli investimenti privati.
Non sembra poi abbastanza verosimile - prosegue l’INU - considerare come “Piano nazionale per le Città” un insieme di interventi che appare più una miscellanea di oggetti che possono fruire di (pochi) finanziamenti pubblici, che un pacchetto integrato di azioni efficaci per la riqualificazione urbana, il miglioramento infrastrutturale, l'efficientamento energetico, la realizzazione di scuole o parcheggi, il social housing... (sono gli obbiettivi e campi di intervento dell'art 12 del DL 83/2012).
E ancora, l’INU rileva uno sguardo troppo limitato al breve periodo e condizionato dall’urgenza, cantierabilità e spendibilità degli interventi più che dallo spessore e valore dei progetti, nonché la scelta di mettere in piedi un collegamento operativo diretto tra Governo e Città, che esclude le Regioni su una materia come quella della riqualificazione urbana.
Infine, l’INU si sarebbe aspettato un cenno di consapevolezza del Governo sulla opportunità, necessità ed urgenza di mettere a punto un ‘telaio’ di principi, obbiettivi e regole fondamentali per la pianificazione ed il governo del territorio (che attende la indispensabile legge nazionale dal 2001), esigenza più volte espressa dall’INU (leggi tutto).
Così l’Istituto Nazionale di Urbanistica commenta il Piano Città, introdotto dal Governo con il Decreto per la crescita e in attesa delle regole attuative per la selezione dei progetti da finanziare (leggi tutto).
Ma accanto ai pregi, l’INU rileva delle criticità: in primo luogo l’entità delle risorse economiche effettivamente messe a disposizione (224 milioni spalmati su 6 anni), davvero modesta, pur considerando l’effetto volano (oltre a quello ottimisticamente sperato dal DL) nei confronti degli investimenti privati.
Non sembra poi abbastanza verosimile - prosegue l’INU - considerare come “Piano nazionale per le Città” un insieme di interventi che appare più una miscellanea di oggetti che possono fruire di (pochi) finanziamenti pubblici, che un pacchetto integrato di azioni efficaci per la riqualificazione urbana, il miglioramento infrastrutturale, l'efficientamento energetico, la realizzazione di scuole o parcheggi, il social housing... (sono gli obbiettivi e campi di intervento dell'art 12 del DL 83/2012).
E ancora, l’INU rileva uno sguardo troppo limitato al breve periodo e condizionato dall’urgenza, cantierabilità e spendibilità degli interventi più che dallo spessore e valore dei progetti, nonché la scelta di mettere in piedi un collegamento operativo diretto tra Governo e Città, che esclude le Regioni su una materia come quella della riqualificazione urbana.
Infine, l’INU si sarebbe aspettato un cenno di consapevolezza del Governo sulla opportunità, necessità ed urgenza di mettere a punto un ‘telaio’ di principi, obbiettivi e regole fondamentali per la pianificazione ed il governo del territorio (che attende la indispensabile legge nazionale dal 2001), esigenza più volte espressa dall’INU (leggi tutto).