Piemonte, in arrivo la nuova legge urbanistica
URBANISTICA
Piemonte, in arrivo la nuova legge urbanistica
I cardini della riforma: copianificazione, perequazione e ‘‘urbanistica senza carta’’
16/07/2012 - Semplificare e coordinare, eliminando procedure superate dall’evoluzione del contesto normativo nazionale e regionale, prestando una particolare attenzione all’integrazione delle nuove sensibilità paesaggistiche e ambientali.
Sono queste alcune delle principali finalità contenute nel disegno di legge regionale 153/2011 di modifica della legge 56/1977 sulla tutela e uso del suolo, illustrato il 10 luglio scorso all’Aula del Consiglio regionale del Piemonte.
“Il testo intende aggiornare il quadro di riferimento della pianificazione territoriale e paesaggistica - ha detto il relatore di maggioranza Franco Maria Botta (Pdl) - con l’obiettivo di ridurre la tempistica di approvazione degli strumenti, puntando sulla qualità degli stessi e sulla fattiva collaborazione fra Regione ed enti locali. A questo scopo si introduce anche una novità nella prassi organizzativa degli uffici regionali con il passaggio integrale alle procedure informatizzate per arrivare rapidamente al traguardo dell’‘urbanistica senza carta’”.
Fra le previsioni del ddl, l’affermazione dell’istituto della copianificazione quale strumento ordinario e non più sperimentale da estendere all’intero sistema della pianificazione urbanistica, l’introduzione dei principi della perequazione territoriale e urbanistica, il coordinamento della valutazione ambientale strategica nelle procedure di pianificazione e delle procedure di tutela idrogeologica e sismica del territorio, la modifica del sistema di formazione e approvazione degli strumenti della pianificazione provinciale con il riconoscimento del Consiglio provinciale quale organo competente all’approvazione del piano, la conferma del ruolo centrale del Piano regolatore generale, come strumento unitario di governo del territorio su scala locale.
“Ci riconosciamo nel fatto che il ddl dia una risposta alla necessità di accorciare i tempi di predisposizione e approvazione dello strumento urbanistico generale - ha commentato il relatore di minoranza Aldo Reschigna (Pd) -, ma questa proposta normativa offre una soluzione troppo timida al problema del consumo del suolo, sproporzionato rispetto alle condizioni economiche e alla popolazione esistente in Piemonte. Inoltre è proposto un modello vecchio e statico, quello del piano regolatore comunale, mentre è necessario predisporre una visione più dinamica per individuare quali sono gli strumenti modificabili e quelli non modificabili nel tempo”.
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Davide Bono ha invece mosso critiche rispetto alla previsione delle varianti parziali “con le quali si inserisce una capacità insediativa residenziale derogando al piano regolatore comunale, in un’ottica che contrasta con l’annunciata volontà di controllare il consumo del suolo”.
La non condivisione dell’apertura alle varianti parziali è stata espressa anche da Andrea Stara (Insieme per Bresso), che ha annunciato una serie di emendamenti per limitarle il più possibile. “Con questo testo si propone un modello statico, che ingessa le politiche territoriali”.
Fonte: Consiglio Regionale del Piemonte
Sono queste alcune delle principali finalità contenute nel disegno di legge regionale 153/2011 di modifica della legge 56/1977 sulla tutela e uso del suolo, illustrato il 10 luglio scorso all’Aula del Consiglio regionale del Piemonte.
“Il testo intende aggiornare il quadro di riferimento della pianificazione territoriale e paesaggistica - ha detto il relatore di maggioranza Franco Maria Botta (Pdl) - con l’obiettivo di ridurre la tempistica di approvazione degli strumenti, puntando sulla qualità degli stessi e sulla fattiva collaborazione fra Regione ed enti locali. A questo scopo si introduce anche una novità nella prassi organizzativa degli uffici regionali con il passaggio integrale alle procedure informatizzate per arrivare rapidamente al traguardo dell’‘urbanistica senza carta’”.
Fra le previsioni del ddl, l’affermazione dell’istituto della copianificazione quale strumento ordinario e non più sperimentale da estendere all’intero sistema della pianificazione urbanistica, l’introduzione dei principi della perequazione territoriale e urbanistica, il coordinamento della valutazione ambientale strategica nelle procedure di pianificazione e delle procedure di tutela idrogeologica e sismica del territorio, la modifica del sistema di formazione e approvazione degli strumenti della pianificazione provinciale con il riconoscimento del Consiglio provinciale quale organo competente all’approvazione del piano, la conferma del ruolo centrale del Piano regolatore generale, come strumento unitario di governo del territorio su scala locale.
“Ci riconosciamo nel fatto che il ddl dia una risposta alla necessità di accorciare i tempi di predisposizione e approvazione dello strumento urbanistico generale - ha commentato il relatore di minoranza Aldo Reschigna (Pd) -, ma questa proposta normativa offre una soluzione troppo timida al problema del consumo del suolo, sproporzionato rispetto alle condizioni economiche e alla popolazione esistente in Piemonte. Inoltre è proposto un modello vecchio e statico, quello del piano regolatore comunale, mentre è necessario predisporre una visione più dinamica per individuare quali sono gli strumenti modificabili e quelli non modificabili nel tempo”.
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Davide Bono ha invece mosso critiche rispetto alla previsione delle varianti parziali “con le quali si inserisce una capacità insediativa residenziale derogando al piano regolatore comunale, in un’ottica che contrasta con l’annunciata volontà di controllare il consumo del suolo”.
La non condivisione dell’apertura alle varianti parziali è stata espressa anche da Andrea Stara (Insieme per Bresso), che ha annunciato una serie di emendamenti per limitarle il più possibile. “Con questo testo si propone un modello statico, che ingessa le politiche territoriali”.
Fonte: Consiglio Regionale del Piemonte