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Consumo suolo, dal CdM ok al ddl che incentiva il recupero edilizio

Consumo suolo, dal CdM ok al ddl che incentiva il recupero edilizio

Introduzione di limiti alle nuove costruzioni per stimolare il riutilizzo delle zone già urbanizzate, INU: soddisfazione ma limiti da superare

Vedi Aggiornamento del 26/10/2012
di Paola Mammarella
17/09/2012 - Prosegue l’iter della lotta al consumo di suolo. Il Consiglio dei Ministri, riunito venerdì scorso, ha approvato in via preliminare il disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole, che mira a favorire il recupero del patrimonio esistente anziché la realizzazione di nuove costruzioni.
 
Confermati i dati che attestano un aumento del territorio edificato pari al 166% nel periodo dal 1956 al 2012, il provvedimento si prefigge di garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate, ma anche di salvaguardare il territorio e ridurre il rischio idrogeologico.
 
Il testo introduce un meccanismo per identificare a livello nazionale l’estensione massima di terreni agricoli edificabili, la cui destinazione può essere modificata dagli strumenti urbanistici. In questo modo si cerca di garantire una ripartizione equilibrata tra le zone suscettibili di utilizzazione agricola e quelle edificate.
 
Per evitare che nuove costruzioni vengano realizzate sul suolo libero, è vietato il cambio di destinazione dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o comunitari. Allo stesso tempo, è incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti.
 
Presso il Ministero delle politiche agricole è istituito un registro in grado di identificare i Comuni con strumenti urbanistici che non prevedono l’ampliamento delle aree edificabili.
 
Per disincentivare l’attività edificatoria è abrogata la norma in base alla quale una percentuale dei proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni sia utilizzata per il finanziamento delle spese correnti dell’ente locale.
 
Con lo stesso obiettivo sono abrogate le disposizioni che consentono di distogliere i contributi di costruzione dalla loro finalità di concorrere alle spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria, per destinarli alla copertura delle spese correnti dell’Ente locale.

Il via libera al ddl ha riscosso l’approvazione dell’Inu, Istituto nazionale di urbanistica, da tempo impegnato con Legambiente nella tutela del paesaggio, tanto da dar vita nel 2009 al Centro di Ricerca sul Consumo di Suolo, struttura che si appoggia al Politecnico di Milano.
Nonostante ciò l’Inu spera che in sede di approvazione definitiva vengano rimossi alcuni limiti, come l'individuazione delle aree agricole sulla base delle previsioni della strumentazione urbanistica o la proposta di contenimento del consumo di suolo alle sole aree agricole, dimenticando l'ampio patrimonio naturalistico non coltivato. Per riuscire nel proposito, secondo l’Inu si potrebbe adottare un regime fiscale che penalizzi il consumo e incentivi il processo di riqualificazione urbana.

Soddisfatto anche il Cnappc, che come l'Inu pone l'accento su una maggiore incentivazione al riuso dei terreni già urbanizzati e delle costruzioni esistenti, penalizzando fiscalmente gli interventi in suoli liberi.
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