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Legge stadi in Senato, Inu: paravento per semplificazioni edilizie

Legge stadi in Senato, Inu: paravento per semplificazioni edilizie

Per l’Istituto nazionale di urbanistica norma non attenta al consumo di suolo e alla pianificazione

Vedi Aggiornamento del 27/11/2013
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 27/11/2013
20/09/2012 - Dopo l’approvazione della Camera, avvenuta a metà luglio, passa all’esame della Commissione Istruzione del Senato il ddl per la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi, che ha già incassato il parere preoccupato dell’Inu, Istituto nazionale di urbanistica.
 
INU: “La legge è un passo indietro”
Secondo l’Istituto nazionale di urbanistica, il provvedimento andrebbe incontro alle esigenze di società sportive e costruttori tanto da segnare un passo indietro sui versanti del consumo di suolo, della cultura della pianificazione e della tutela del paesaggio, proprio mentre il Governo ha presentato un progetto di legge per il contenimento del consumo di suolo agricolo.
 
A detta dell’Inu, dietro il paravento di stadi, anche con pochi posti a sedere, si nasconderebbe la realizzazione di zone residenziali e servizi terziari, che potrebbero usufruire di una velocizzazione delle varianti. L’Istituto nazionale di urbanistica è inoltre critico sul fatto che la norma non incentivi la demolizione e ricostruzione degli stadi esistenti, ma preveda solo il vincolo di dieci anni sulla destinazione d’uso delle nuove strutture sportive.
 
I contenuti della norma
Il ddl semplifica le procedure amministrative per incentivare la realizzazione di nuovi impianti sportivi e la ristrutturazione di quelli esistenti.
 
Per la realizzazione dei nuovi impianti, il proponente o il Comune può individuare le aree e presentare uno studio di fattibilità, che viene analizzato entro 90 giorni dopo i quali, in caso di valutazione favorevole, il proponente è invitato a presentare il progetto definitivo e la Conferenza di Servizi approva le varianti urbanistiche e commerciali o gli espropri necessari.
Durante la Conferenza di Servizi vengono acquisiti i pareri delle Autorità competenti alla tutela dei vincoli archeologici, architettonici, idrogeologici, paesaggistici e storico-artistici, mentre il Consiglio comunale può approvare eventuali varianti urbanistiche nei successivi 30 giorni.
Il provvedimento conclusivo della Conferenza di servizi è titolo valido per la realizzazione dell'intervento ai sensi dell’articolo 15 del Dpr 380/2001.
 
Gli impianti sportivi inseriti in complessi multifunzionali devono garantire l’equilibrio economico e finanziario della gestione, le migliori condizioni di visibilità per gli spettatori, la sicurezza degli impianti e la fruibilità degli spazi per le persone disabili ma anche prevedere locali da adibire a palestra, servizi commerciali, attività sociali e la realizzazione di impianti sportivi scolastici nel Comune dove sorge il nuovo impianto, nel limite di costo del 2% di quello di costruzione.

Il complesso multifunzionale può prevedere spazi per attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali.
 
Per la ristrutturazione degli impianti esistenti, il Comune acquisisce una perizia dell’Agenzia del Territorio e può cedere a titolo oneroso con affidamento diretto i diritti reali di proprietà o di superficie per almeno 50 anni alle società sportive che ne abbiano l’uso prevalente.
L'acquirente deve sostenere gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e garantire, mediante convenzione, per almeno 10 anni, l’uso delle strutture per attività sportive, commerciali, ricreative e sociali.
 
Per garantire l’equilibrio economico-finanziario della gestione dell'impianto sportivo o del complesso multifunzionale e la loro redditività, il Comune può prevedere l’ampliamento delle cubature esistenti.

Secondo il deputato FLI Claudio Barbaro, relatore della legge stadi alla Camera, le critiche dell’Inu non terrebbero conto la necessità, risultante anchedalle dichiarazioni dei maggiori esponenti dello sport italiano,di promuovere e facilitare lo sviluppo dell’impiantistica sportiva per permettere al nostro Paese di essere competitivo e di raggiungere standard qualitativi di eccellenza, senza tuttavia voler agevolare qualsiasi speculazione edilizia.
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