Veneto, disciplinato il fotovoltaico a terra
RISPARMIO ENERGETICO
Veneto, disciplinato il fotovoltaico a terra
Niente pannelli in siti Unesco, zone umide, aree protette, aree agricole di qualità
Vedi Aggiornamento
del 22/02/2013
31/10/2012 - Con una deliberazione approvata nella sua ultima seduta, la Giunta regionale del Veneto ha definito l’elenco dei siti nei quali non sarà possibile installare impianti solari fotovoltaici “a terra”.
Si tratta di:
- siti inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO;
- zone di particolare interesse paesaggistico, ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio;
- zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar;
- Rete Natura 2000;
- superfici inserite nell’elenco delle aree naturali protette;
- geositi;
- aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità;
- aree a elevata utilizzazione agricola.
La delibera, presentata dall’assessore ai lavori pubblici e all’energia, Massimo Giorgetti, di concerto con i colleghi Zorzato, Manzato e Conte, è la versione definitiva di un provvedimento messo a punto nel marzo 2012 (leggi tutto); quel testo era stato approvato dalla Giunta e poi sottoposto alla competente consiliare.
Ora, a valle delle proposte dalla Commissione e alla luce degli ulteriori approfondimenti svolti da marzo ad oggi dalle strutture regionali, è stato deciso di riformulare il provvedimento originale trasformandolo in proposta di delibera che il Consiglio sarà chiamato a varare definitivamente.
“Abbiamo operato le nostre scelte - spiega l’assessore Giorgetti - nel rispetto delle linee guida emanate nel 2010 per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (DM 10 settembre 2010), le quali dispongono che le Regioni possono procedere all’individuazione delle aree non idonee a questo tipo di insediamenti in ragione della loro particolare sensibilità e vulnerabilità alle trasformazioni territoriali e paesaggistiche”.
“La finalità - prosegue Giorgetti - è duplice: non rallentare la realizzazione degli impianti, offrendo agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento e orientamento per la loro localizzazione, e nel contempo garantire la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversità e del paesaggio rurale delle aree di pregio presenti nel nostro territorio, conciliando le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quelle di sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili attraverso atti di programmazione rispondenti alla quota di burden sharing che è stata assegnata al Veneto”.
Secondo il burden sharing - target vincolante sul consumo di energia attribuito alle Regioni - il Veneto dovrà garantire che il 10,3% dell’energia termica ed elettrica complessivamente consumata provenga da fonti rinnovabili (leggi tutto).
Si tratta di:
- siti inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO;
- zone di particolare interesse paesaggistico, ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio;
- zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar;
- Rete Natura 2000;
- superfici inserite nell’elenco delle aree naturali protette;
- geositi;
- aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità;
- aree a elevata utilizzazione agricola.
La delibera, presentata dall’assessore ai lavori pubblici e all’energia, Massimo Giorgetti, di concerto con i colleghi Zorzato, Manzato e Conte, è la versione definitiva di un provvedimento messo a punto nel marzo 2012 (leggi tutto); quel testo era stato approvato dalla Giunta e poi sottoposto alla competente consiliare.
Ora, a valle delle proposte dalla Commissione e alla luce degli ulteriori approfondimenti svolti da marzo ad oggi dalle strutture regionali, è stato deciso di riformulare il provvedimento originale trasformandolo in proposta di delibera che il Consiglio sarà chiamato a varare definitivamente.
“Abbiamo operato le nostre scelte - spiega l’assessore Giorgetti - nel rispetto delle linee guida emanate nel 2010 per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (DM 10 settembre 2010), le quali dispongono che le Regioni possono procedere all’individuazione delle aree non idonee a questo tipo di insediamenti in ragione della loro particolare sensibilità e vulnerabilità alle trasformazioni territoriali e paesaggistiche”.
“La finalità - prosegue Giorgetti - è duplice: non rallentare la realizzazione degli impianti, offrendo agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento e orientamento per la loro localizzazione, e nel contempo garantire la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversità e del paesaggio rurale delle aree di pregio presenti nel nostro territorio, conciliando le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quelle di sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili attraverso atti di programmazione rispondenti alla quota di burden sharing che è stata assegnata al Veneto”.
Secondo il burden sharing - target vincolante sul consumo di energia attribuito alle Regioni - il Veneto dovrà garantire che il 10,3% dell’energia termica ed elettrica complessivamente consumata provenga da fonti rinnovabili (leggi tutto).