Professioni, gli agrotecnici ricorrono contro la Riforma
PROFESSIONE
Professioni, gli agrotecnici ricorrono contro la Riforma
Contestate le norme su formazione continua e tirocinio. Il Cnappc sta col Governo
16/11/2012 - Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha presentato ricorso al TAR contro il Dpr 137/2012 di riforma delle professioni.
Sono diversi i punti del provvedimento contestati: in primo luogo la disciplina della formazione continua obbligatoria. La Legge 148/2011 - spiegano gli Agrotecnici - attribuisce ai Consigli Nazionali la potestà esclusiva su questo tema, mentre il Dpr 137/2012 stabilisce che “i Regolamenti sulla formazione continua vengano predisposti dai Consigli Nazionali, ma siano subordinati al ‘parere favorevole del Ministero vigilante’, il quale si riserva così l’indebito potere di ‘dettare’ i Regolamenti, lasciando in mano ai Consigli Nazionali professionali solo la penna per scrivere ciò che - se del caso - gli sarà imposto”.
Secondo gli Agrotecnici, questa tecnica di ‘aggiramento’ della legge autorizzante è stata utilizzata in molti altri articoli del Dpr 137/2012, sicché tutta l’attività degli Ordini e Collegi professionali risulta subordinata a ‘pareri vincolanti’ o a ‘pareri favorevoli’ (non previsti dalla legge autorizzante) che il Ministro vigilante si riserva di esprimere, a pena dell’invalidità ed improcedibilità delle decisioni assunte.
Per questi e altri motivi gli Agrotecnici hanno deciso di chiedere al TAR l’annullamento, previa sospensiva, del Regolamento di rifoma delle professioni.
“Sotto il profilo del tirocinio professionale - ha commentato il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, Roberto Orlandi - il Dpr 137/2012 tradisce la delega di legge, ingessando, allungando e rendendone più gravoso lo svolgimento. Cioè l’esatto contrario di quello che la legge 148/2011 si proponeva di fare”. “Incredibilmente, il Dpr 137/2012 - ha prosegue il Presidente Orlandi - non si coordina neppure con le disposizioni precedenti, ed in particolare con il Dpr 328/2001 (che contiene, per i tirocini, regole più favorevoli), sicché allo stato non si capisce se le norme precedenti siano ancora in vigore oppure no”.
“La questione è, per l’Albo degli Agrotecnici, rilevantissima. Infatti, in questi anni, abbiamo siglato Convenzioni per lo svolgimento del tirocinio professionale con ben 133 Corsi di laurea distribuiti su 33 ex-Facoltà universitarie; frequentano questi corsi migliaia di giovani, una parte dei quali fra pochi mesi si laureerà: essi hanno diritto di sapere se il tirocinio convenzionale svolto gli consente l’accesso all’Albo oppure no” - ha concluso Orlandi.
Contro l’iniziativa degli agrotecnici, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori si schiera a fianco del Governo.
In una lettera inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino, il presidente Leopoldo Freyrie afferma che “gli architetti italiani considerano l’iniziativa sbagliata nella sostanza e nel metodo: nella sostanza perché il DPR di Riforma delle Professioni è un testo equilibrato ed utile, che ha tenuto conto delle realtà professionali italiane, lasciando il giusto spazio di autoregolamentazione ai Consigli Nazionali, innovando le regole delle professioni, ma mantenendo saldi i principi di salvaguardia costituzionale; nella forma, perché l’Italia ha bisogno di riforme profonde sempre impedite, nell’ultimo ventennio, dalla logica del ‘nimby’ e dell’interesse particolare che vince sul generale”.
Il Cnappc si impegna quindi a sensibilizzare gli altri Consigli Nazionali “per difendere un lavoro lungo e difficile che ha portato buoni risultati, anche grazie alla capacità di ascolto, di giudizio e di decisione del Ministro Severino”.
Sono diversi i punti del provvedimento contestati: in primo luogo la disciplina della formazione continua obbligatoria. La Legge 148/2011 - spiegano gli Agrotecnici - attribuisce ai Consigli Nazionali la potestà esclusiva su questo tema, mentre il Dpr 137/2012 stabilisce che “i Regolamenti sulla formazione continua vengano predisposti dai Consigli Nazionali, ma siano subordinati al ‘parere favorevole del Ministero vigilante’, il quale si riserva così l’indebito potere di ‘dettare’ i Regolamenti, lasciando in mano ai Consigli Nazionali professionali solo la penna per scrivere ciò che - se del caso - gli sarà imposto”.
Secondo gli Agrotecnici, questa tecnica di ‘aggiramento’ della legge autorizzante è stata utilizzata in molti altri articoli del Dpr 137/2012, sicché tutta l’attività degli Ordini e Collegi professionali risulta subordinata a ‘pareri vincolanti’ o a ‘pareri favorevoli’ (non previsti dalla legge autorizzante) che il Ministro vigilante si riserva di esprimere, a pena dell’invalidità ed improcedibilità delle decisioni assunte.
Per questi e altri motivi gli Agrotecnici hanno deciso di chiedere al TAR l’annullamento, previa sospensiva, del Regolamento di rifoma delle professioni.
“Sotto il profilo del tirocinio professionale - ha commentato il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, Roberto Orlandi - il Dpr 137/2012 tradisce la delega di legge, ingessando, allungando e rendendone più gravoso lo svolgimento. Cioè l’esatto contrario di quello che la legge 148/2011 si proponeva di fare”. “Incredibilmente, il Dpr 137/2012 - ha prosegue il Presidente Orlandi - non si coordina neppure con le disposizioni precedenti, ed in particolare con il Dpr 328/2001 (che contiene, per i tirocini, regole più favorevoli), sicché allo stato non si capisce se le norme precedenti siano ancora in vigore oppure no”.
“La questione è, per l’Albo degli Agrotecnici, rilevantissima. Infatti, in questi anni, abbiamo siglato Convenzioni per lo svolgimento del tirocinio professionale con ben 133 Corsi di laurea distribuiti su 33 ex-Facoltà universitarie; frequentano questi corsi migliaia di giovani, una parte dei quali fra pochi mesi si laureerà: essi hanno diritto di sapere se il tirocinio convenzionale svolto gli consente l’accesso all’Albo oppure no” - ha concluso Orlandi.
Contro l’iniziativa degli agrotecnici, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori si schiera a fianco del Governo.
In una lettera inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino, il presidente Leopoldo Freyrie afferma che “gli architetti italiani considerano l’iniziativa sbagliata nella sostanza e nel metodo: nella sostanza perché il DPR di Riforma delle Professioni è un testo equilibrato ed utile, che ha tenuto conto delle realtà professionali italiane, lasciando il giusto spazio di autoregolamentazione ai Consigli Nazionali, innovando le regole delle professioni, ma mantenendo saldi i principi di salvaguardia costituzionale; nella forma, perché l’Italia ha bisogno di riforme profonde sempre impedite, nell’ultimo ventennio, dalla logica del ‘nimby’ e dell’interesse particolare che vince sul generale”.
Il Cnappc si impegna quindi a sensibilizzare gli altri Consigli Nazionali “per difendere un lavoro lungo e difficile che ha portato buoni risultati, anche grazie alla capacità di ascolto, di giudizio e di decisione del Ministro Severino”.