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Emilia-Romagna, in arrivo la disciplina per la ricostruzione

Emilia-Romagna, in arrivo la disciplina per la ricostruzione

Migliori prestazioni sismiche ed energetiche per gli edifici, introdotto il Piano della Ricostruzione

Vedi Aggiornamento del 20/12/2012
di Giovanni Carbone

12/11/2012 - La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha varato un progetto di legge volto a regolare ed accelerare la ricostruzione post-sisma.
 
La nuova norma disciplina gli interventi da eseguire sul patrimonio edilizio delle zone terremotate, specificando quanto già previsto dal DL 74/2012 (Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dai recenti eventi sismici) e dall’art. 10 del DL 83/2012 (Misure urgenti per la crescita del Paese).
 
Il progetto di legge (Norme per la ricostruzione dei territori interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012) regola gli interventi di riparazione o ricostruzione degli edifici perseguendo il principio generale di tutela del patrimonio storico-culturale.
 
Tra gli obiettivi, anche il miglioramento delle prestazioni sismiche ed energetiche degli edifici e la riduzione della densità insediativa nelle campagne con l’accorpamento di edifici rurali o la delocalizzazione di fabbricati.
 
La bozza approvata introduce il “Piano della Ricostruzione” quale strumento urbanistico operativo; il piano disciplina, in modo coordinato ed omogeneo, gli interventi attinenti alla ricostruzione prevedendo anche, il miglioramento della funzionalità e della qualità dei servizi urbani, e una maggiore qualificazione del patrimonio edilizio, in termini di sicurezza ed efficienza energetica.
 
Ecco le disposizioni previste per i principali ambiti territoriali:
 
Centri storici
L’attività di ricostruzione sarà finalizzata al recupero e alla conservazione dei tessuti edilizi preesistenti al sisma.

Per gli edifici crollati, situati nei centri storici, decadono le previgenti disposizioni della pianificazione urbanistica che vincolavano il fabbricato originario; permane invece, sempre ai fini della ricostruzione, l’eventuale disciplina urbanistica operante per la tutela dei caratteri peculiari dei tessuti storici, urbani e non urbani, in cui la nuova costruzione si colloca.
 
Aggregati urbani
È stata prevista una progettazione unitaria degli interventi, da eseguire all’interno delle Unità Minime di Intervento (UMI), cioè insiemi di edifici strettamente integrati per ragioni strutturali, urbanistiche o prestazionali dal punto di vista energetico, che saranno individuate dai Comuni.
 
Territori rurali
L’obiettivo è ridurre la densità insediativa, ammettendo l’accorpamento degli edifici rurali sparsi facenti parte di un’unica azienda agricola e la delocalizzazione dei fabbricati non più funzionali all’attività agraria.
 
Per gli edifici rurali non vincolati dalla pianificazione è prevista anche la possibilità di modificare la sagoma e di ridurne la volumetria. Non saranno ammesse trasformazioni per gli edifici vincolati, che siano stati solo danneggiati dal sisma e per i quali occorre, invece, tutelare il valore storico culturale o testimoniale.
 
Per i beni culturali, il progetto di legge regola gli interventi di ripristino o ricostruzione degli edifici pubblici, delle infrastrutture danneggiate e degli interventi di recupero degli immobili, pubblici e privati.

La programmazione di tali interventi presuppone il completamento della rilevazione dei danni, ad opera del Commissario delegato, in collaborazione con i Comuni, la Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il supporto conoscitivo degli enti ed istituzioni della Chiesa cattolica e di altre confessioni religiose, nel caso di beni culturali di interesse religioso.
 
Il provvedimento è già stato illustrato ai sindaci delle zone terremotate dal Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani e dall’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, e nelle prossime settimane, sarà al vaglio dell’Assemblea legislativa regionale per l’approvazione.

Dall'Europa, in forse i 670 milioni per la ricostruzione
Nel frattempo, si registra una battuta d'arresto sullo stanziamento del fondo solidarietà di 670 milioni di euro, che l’Unione europea, lo scorso 19 settembre, aveva destinato all’Emilia-Romagna per la ricostruzione post-sisma (leggi tutto).

A porre il veto sull’erogazione dei fondi sono state Olanda, Finlandia, Germania, Svezia e Gran Bretagna durante il negoziato sul bilancio 2012 del 9 novembre e nonostante il parere positivo di tutti i Paesi europei.

In questo fine settimana il Presidente del Consiglio Mario Monti, in stretto raccordo con il Ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, si è attivato per assicurare che gli aiuti non vengano bloccati. Il Presidente della Commissione Europea Manuel Barroso ha assicurato a Monti il suo impegno affinchè la questione sia risolta nel senso richiesto dall’Italia.
 

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