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Lo stop alla riforma catasto non corregge le sperequazioni Imu

Lo stop alla riforma catasto non corregge le sperequazioni Imu

Geometri fiscalisti: il mancato allineamento tra rendite catastali e valori di mercato fa sì che il tributo pesi di più sui redditi bassi

Vedi Aggiornamento del 07/06/2013
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 07/06/2013
03/12/2012 - Il mancato accordo sulla riforma del Catasto, contenuta nel disegno di legge sulla delega fiscale, inasprisce la questione sociale e non corregge le sperequazioni causate dall’introduzione dell’Imu. Ad affermarlo è Agefis, Associazione dei geometri fiscalisti, che ha commentato i dati recentemente diffusi dall’Agenzia del Territorio.
 
Secondo Mirco Mion, presidente di Agefis, in base a quanto emerge dal rapporto del’Agenzia del territorio “Gli immobili in Italia 2012”, metà dell’Imu in arrivo con il saldo del 17 dicembre sarà pagata da contribuenti che percepiscono un reddito inferiore a 26 mila euro.
 
Lo studio dell’Agenzia del Territorio mostra come nelle principali città italiane l’analisi del gettito IMU evidenzia il permanere di sperequazioni che possono solo essere corrette attraverso la revisione delle rendite catastali, come previsto dalla delega fiscale.
 
In generale, in base ai dati dell’Agenzia del Territorio, l’incidenza dell’IMU è inferiore a quella
dell’ICI per rendite catastali basse, mentre per rendite superiori l’IMU risulta più elevata dell’ICI.
 
Ma la partita si gioca proprio sulla correzione delle rendite, che essendo scollate dai valori di mercato degli immobili non riflettono le condizioni economiche dei proprietari.
 
Al momento, riporta Mion, un immobile accatastato di recente, con un maggiore valore di mercato, paga la stessa imposta di un immobile analogo, ma accatastato anni prima, che vale quindi di meno.
 
La revisione dei parametri fiscali, sostiene Mion, è quindi urgente non solo per tutelare le fasce di reddito più basse, su cui l’Imu avrebbe effetti recessivi, ma anche per allinearsi al resto d’Europa.
 
Attualmente, però, la discussione della delega fiscale si è arenata in Senato.
Il testo, che è stato rinviato in Commissione Finanze per ulteriori accertamenti, mira a non provocare un aggravio dell’imposta sugli immobili.
Per raggiungere questo obiettivo, l’aumento della base imponibile, eventualmente ottenuto con l’incremento della rendita, sarà compensato dalla riduzione delle aliquote(Leggi Tutto).
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