Emilia, via libera alla legge regionale per la ricostruzione
RISTRUTTURAZIONE
Emilia, via libera alla legge regionale per la ricostruzione
Il Piano della Ricostruzione coordinerà gli interventi, previsto un programma specifico per i beni culturali
20/12/2012 - L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato la legge regionale sulla ricostruzione post-sisma.
“Un provvedimento straordinario - ha dichiarato la consigliera relatrice, Paola Marani - che non parte da zero, ma s’intreccia con le misure già assunte con le 84 ordinanze varate e che permette di aumentare la qualità del patrimonio edilizio, di migliorare la sicurezza sismica e l’efficienza energetica degli edifici. Il tutto, però, operando nel rispetto delle caratteristiche identitarie, sia che si tratti di centri storici che di territorio rurale”.
La legge per la ricostruzione introduce una disciplina speciale, che semplificherà le procedure e permetterà la veloce realizzazione degli interventi ricostruttivi nelle aree colpite dal terremoto dello scorso maggio.
Ecco i punti chiave della legge approvata:
Piano della Ricostruzione
Sarà lo strumento urbanistico operativo che coordinerà e disciplinerà gli interventi sul patrimonio edilizio perseguendo maggiore sicurezza ed efficienza energetica e il miglioramento della funzionalità e qualità dei servizi urbani. Il Piano sarà redatto e approvato con procedure estremamente celeri e semplificate e potrà stabilire trasformazioni fisiche e funzionali dei tessuti urbani per ragioni geomorfologiche o ambientali.
I Comuni dovranno adottare i Piani della Ricostruzione entro il 31 dicembre 2013.
Unità minime di intervento (UMI)
Entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, i Comuni potranno individuare le “unità minime di intervento”, ossia, aggregati edilizi strettamente integrati per ragioni strutturali, urbanistiche o prestazionali dal punto di vista energetico, su cui operare con progetti ed interventi unitari.
Successivamente, i proprietari delle unità avranno 90 giorni di tempo per presentare i progetti altrimenti sarà compito degli stessi Comuni impegnarsi nella progettazione delle UMI; in questo caso, la legge approvata mette a disposizione un fondo regionale di rotazione per finanziare, senza interessi, gli interventi di riparazione, ripristino con miglioramento sismico e di ricostruzione.
Riduzione dello sprawl insediativo
La legge mira a contrastare la dispersione urbanistica dei fabbricati rurali ammettendo l’accorpamento degli edifici rurali sparsi che fanno parte di un’unica azienda agricola. Entro 10 anni, sarà possibile recuperare gli edifici danneggiati dal sisma non vincolati, riducendone la volumetria e modificandone la sagoma.
Programma per le Opere pubbliche ed i Beni culturali
Per le infrastrutture pubbliche e per i beni culturali pubblici e privati, la Giunta regionale predisporrà, d’intesa con il Commissario delegato, un programma specifico di interventi di ricostruzione con relativo piano finanziario.
Gli interventi di riparazione o ricostruzione dovranno avvenire con il miglioramento delle prestazioni sismiche ed energetiche degli edifici e della qualità urbana. Particolare attenzione è rivolta ai centri storici e agli edifici vincolati, dove, la ricostruzione sarà finalizzata alla conservazione dei tessuti edilizi preesistenti (leggi tutto).
“Questa normativa - dice il Presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la Ricostruzione, Vasco Errani - è frutto di un lavoro di tutti, perseguito con intensità per giungere a una legge equilibrata che risponda alle esigenze che si stanno manifestando in quei territori. Sappiamo che permangono delle fragilità sociali ma il nostro impegno è di non lasciare indietro nessuno, a partire dalle persone più in difficoltà”.
"È una legge che ha l’obiettivo di fornire alle comunità locali, sindaci, cittadini e imprese uno strumento utile a risolvere i problemi in questa fase della ricostruzione", ha commentato l’assessore regionale all’urbanistica, Alfredo Peri.
"Una legge - ha proseguito Peri - che ha l’ambizione di guardare alla ricostruzione delle stesse comunità, dei centri storici, delle zone produttive e di quelle rurali, sapendo che dovrà essere prodotto un miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza dei territori urbanizzati e delle infrastrutture, aiutando i cittadini e le imprese anche con procedure amministrative semplificate e accelerate, per riprogettare il proprio futuro in tempi veloci ma anche con qualità di risultato”.
“Un provvedimento straordinario - ha dichiarato la consigliera relatrice, Paola Marani - che non parte da zero, ma s’intreccia con le misure già assunte con le 84 ordinanze varate e che permette di aumentare la qualità del patrimonio edilizio, di migliorare la sicurezza sismica e l’efficienza energetica degli edifici. Il tutto, però, operando nel rispetto delle caratteristiche identitarie, sia che si tratti di centri storici che di territorio rurale”.
La legge per la ricostruzione introduce una disciplina speciale, che semplificherà le procedure e permetterà la veloce realizzazione degli interventi ricostruttivi nelle aree colpite dal terremoto dello scorso maggio.
Ecco i punti chiave della legge approvata:
Piano della Ricostruzione
Sarà lo strumento urbanistico operativo che coordinerà e disciplinerà gli interventi sul patrimonio edilizio perseguendo maggiore sicurezza ed efficienza energetica e il miglioramento della funzionalità e qualità dei servizi urbani. Il Piano sarà redatto e approvato con procedure estremamente celeri e semplificate e potrà stabilire trasformazioni fisiche e funzionali dei tessuti urbani per ragioni geomorfologiche o ambientali.
I Comuni dovranno adottare i Piani della Ricostruzione entro il 31 dicembre 2013.
Unità minime di intervento (UMI)
Entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, i Comuni potranno individuare le “unità minime di intervento”, ossia, aggregati edilizi strettamente integrati per ragioni strutturali, urbanistiche o prestazionali dal punto di vista energetico, su cui operare con progetti ed interventi unitari.
Successivamente, i proprietari delle unità avranno 90 giorni di tempo per presentare i progetti altrimenti sarà compito degli stessi Comuni impegnarsi nella progettazione delle UMI; in questo caso, la legge approvata mette a disposizione un fondo regionale di rotazione per finanziare, senza interessi, gli interventi di riparazione, ripristino con miglioramento sismico e di ricostruzione.
Riduzione dello sprawl insediativo
La legge mira a contrastare la dispersione urbanistica dei fabbricati rurali ammettendo l’accorpamento degli edifici rurali sparsi che fanno parte di un’unica azienda agricola. Entro 10 anni, sarà possibile recuperare gli edifici danneggiati dal sisma non vincolati, riducendone la volumetria e modificandone la sagoma.
Programma per le Opere pubbliche ed i Beni culturali
Per le infrastrutture pubbliche e per i beni culturali pubblici e privati, la Giunta regionale predisporrà, d’intesa con il Commissario delegato, un programma specifico di interventi di ricostruzione con relativo piano finanziario.
Gli interventi di riparazione o ricostruzione dovranno avvenire con il miglioramento delle prestazioni sismiche ed energetiche degli edifici e della qualità urbana. Particolare attenzione è rivolta ai centri storici e agli edifici vincolati, dove, la ricostruzione sarà finalizzata alla conservazione dei tessuti edilizi preesistenti (leggi tutto).
“Questa normativa - dice il Presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la Ricostruzione, Vasco Errani - è frutto di un lavoro di tutti, perseguito con intensità per giungere a una legge equilibrata che risponda alle esigenze che si stanno manifestando in quei territori. Sappiamo che permangono delle fragilità sociali ma il nostro impegno è di non lasciare indietro nessuno, a partire dalle persone più in difficoltà”.
"È una legge che ha l’obiettivo di fornire alle comunità locali, sindaci, cittadini e imprese uno strumento utile a risolvere i problemi in questa fase della ricostruzione", ha commentato l’assessore regionale all’urbanistica, Alfredo Peri.
"Una legge - ha proseguito Peri - che ha l’ambizione di guardare alla ricostruzione delle stesse comunità, dei centri storici, delle zone produttive e di quelle rurali, sapendo che dovrà essere prodotto un miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza dei territori urbanizzati e delle infrastrutture, aiutando i cittadini e le imprese anche con procedure amministrative semplificate e accelerate, per riprogettare il proprio futuro in tempi veloci ma anche con qualità di risultato”.