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Da Legambiente una legge sulla bellezza come motore del futuro

Da Legambiente una legge sulla bellezza come motore del futuro

Riqualificazione urbana, concorsi di progettazione, lotta al consumo di suolo e all'abusivismo edilizio tra le misure degli ambientalisti

Vedi Aggiornamento del 31/07/2018
di Paola Mammarella
16/01/2013 - Per un futuro senza crisi l’Italia deve puntare tutto sulla bellezza. Ne è convinta Legambiente, che ha lanciato una proposta di legge per la valorizzazione del paesaggio, la rigenerazione urbana, la tutela dell’ambiente e la lotta all’abusivismo e al consumo di suolo, che sta già raccogliendo un alto numero di adesioni. Il documento è stato infatti sottoscritto da diversi soggetti, come Leopoldo Freyrie, presidente del Cnappc, Federico Oliva, presidente Inu, Gianni Silvestrini, ricercatore e direttore scientifico Kyoto Club, e dal giornalista Roberto Saviano.
 
Misure per la promozione della bellezza
Secondo il ddl, la bellezza fa parte del patrimonio del Paese e contribuisce ad esprimere la sua identità. Per questo sono proposti bandi di idee biennali cui destinare un budget di 10 milioni di euro.
 
Riqualificazione del patrimonio paesaggistico
Su iniziativa del Ministro per i Beni e le attività culturali, ogni anno dovrebbe essere presentato il programma nazionale di conservazione e restauro del patrimonio storico, artistico e architettonico in cui individuare le priorità di intervento da cofinanziare con fondi regionali, europei e locali, ma anche ricorrendo alla partecipazione dei privati.
 
Il Ministero dovrebbe anche definire un piano per la riqualificazione dei paesaggi dal degrado ambientale e sociale e individuare le aree in cui attuare la bonifica ambientale delle aree industriali e agricole dismesse o degradate, nonché la demolizione di costruzioni abusive, incompatibili o insicure.
 
Proposto anche il vincolo di in edificabilità sulle aree costiere libere da edificazione e comprese in una fascia della profondità di mille metri dalla linea di battigia.
 
Contenimento del consumo di suolo
Per contrastare il consumo di suolo, gli interventi edilizi dovrebbero rivolgersi prevalentemente ad aree già urbanizzate degradate o ad uso produttivo dismesse da riqualificare.
 
Il ddl prevede anche l’istituzione di un Registro nazionale del consumo del suolo presso l’Istat. Sulla base delle informazioni raccolte, il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe redigere un rapporto annuale in base al quale definire gli obiettivi di contenimento da perseguire nella pianificazione territoriale e urbanistica.
 
Per scoraggiare l’occupazione di suolo libero, il ddl introduce il contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana, pari a tre volte il contributo relativo agli oneri di urbanizzazione ed al costo di costruzione, nel caso in cui l’area sia coperta da superfici naturali o seminaturali, o a due volte il contributo se l’area è coperta da superfici agricole in uso o dismesse.
 
Concorsi di progettazione
A detta di Legambiente, la formula del concorso di progettazione o del concorso di idee dovrebbe essere applicata a tutte le opere pubbliche di rilievo sotto il profilo architettonico, ambientale, storico-artistico, conservativo e tecnologico.
 
L’impostazione pensata da Legambiente presuppone una modifica al Codice Appalti in base alla quale, con il pagamento del pre­mio, la Stazione Appaltante acquisirebbe la proprietà del progetto vincitore. I successivi livelli di progettazione verrebbero affidati al vincitore del concorso con procedura negoziata senza bando. Nel caso in cui il vincitore del concorso non fosse in possesso dei requisiti previsti dal bando, potrebbe ottenere l’incarico associandosi con un altro soggetto e mantenendo il ruolo di capogruppo e responsabile del progetto.
 
Rigenerazione urbana
Negli strumenti urbanistici comunali possono essere individuate aree degradate da sottoporre a rigenerazione urbana, che consiste in interventi di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione e nuova co­struzione per la riduzione dei consumi idrici ed energetici, la messa in sicurezza degli edifici da un punto di vista statico, , la riduzione delle aree impermeabili, la gestione dei rifiuti e la mobilità sostenibile.
Per incoraggiare questi interventi i comuni possono prevedere contributi di costruzione agevolati e l’attribuzione di diritti edificatori.
 
Abusivismo edilizio
Le opere abusive che non possono essere sanate e che il responsabile non provvede ad abbattere entro 45 giorni dall’ingiunzione, sono acquisite dallo Stato fino alla demolizione e al ripristino ambientale delle aree.
 
Se l’opera abusiva risulta adibita ad unica abitazione, anche di fatto, del nucleo fami­liare dell’autore dell’abuso edilizio, il Prefetto può sospendere la demolizione per un tempo da tre a dodici mesi e ammettere l’utilizzo temporaneo e a pagamento dell’abitazione.
 
Infrastrutture e dibattito pubblico
Per l’approvazione delle nuove infrastrutture di interesse nazionale realizzate da enti pubblici, concessionarie o società private, il ddl introduce la procedura del Dibattito pubblico che garantisce, prima della decisione finale, la corretta informazione di tutti i soggetti interessati e la considerazione delle osservazioni emerse.
 
La palla passa ora alle istituzioni, che potrebbero far proprie le idee dell’associazione ambientalista e proporle in Parlamento.
Come dichiarato da Legambiente, la bellezza dovrebbe rappresentare la chiave di ogni politica per la crescita ed essere messa in cima all’agenda politica del nuovo Parlamento, del nuovo Governo e delle nuove amministrazioni.
 
Analoga la posizione del Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. A detta del presidente Leopoldo  Freyrie, occorre realizzare un’inversione di tendenza basata su regole certe e procedure più semplici, ma anche ripensare le città senza consumo di suolo ed energia, con strumenti fiscali per incentivare gli interventi di riqualificazione .
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