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Col Piano Casa investiti 930 milioni nel Lazio

Col Piano Casa investiti 930 milioni nel Lazio

Gli interventi danno lavoro a 19 mila addetti, il presidente di Ance Lazio commenta i dati del Cresme

Vedi Aggiornamento del 03/11/2014
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 03/11/2014
22/02/2013 - Buoni i risultati del Piano Casa nel Lazio. Ad affermarlo è il presidente di Ance Lazio Stefano Petrucci, che ha presentato nei giorni scorsi i dati raccolti dal Cresme, Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio.
 
Secondo lo studio condotto, sull’onda delle norme per il rilancio del settore edile sono state presentate 9036 Dia, Denuncia di inizio attività, e richiesti 82 permessi di costruire.
 
Sono state interessate da ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni circa 4 mila abitazioni per un totale di 930 milioni di euro investiti. Secondo le stime riportate, gli interventi hanno dato lavoro a 19 mila operatori del settore.
 
Petrucci ha precisato che l'impatto del Piano Casa sull'edilizia laziale è notevole. I permessi di costruire incidono infatti per il 25,5% sulle nuove costruzioni, mentre gli ampliamenti rappresentano un quarto dei volumi ultimati per la nuova produzione edilizia.
 
A detta del presidente Petrucci, le novità introdotte dalla passata amministrazione vanno salvaguardate. “In particolare, l'avviato processo di semplificazione delle procedure amministrative e la facilitazione sul piano decisionale da parte dei diversi enti territoriali possono favorire nuovi investimenti, dando maggiori certezze agli operatori economici”.
 
Ricordiamo che la Legge Regionale 12/2012, che ha prorogato gli interventi fino al 31 gennaio 2015 introducendo modifiche alla versione del 2011, ha subito accuse di incostituzionalità da parte del Ministero dei Beni Culturali e dell’Istituto nazionale di urbanistica.
 
Ad essere contestate sono il consumo di suolo, ma anche la cancellazione della copianificazione tra Regione e Soprintendenze, l’abolizione della cabine di regia in collaborazione con il Ministero e i cambi di destinazione d’uso in deroga.
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