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Spazi verdi urbani, in Gazzetta la legge sul recupero delle città

Spazi verdi urbani, in Gazzetta la legge sul recupero delle città

Ok al contenimento del consumo di suolo e agli incentivi per riqualificazione e riutilizzo degli edifici

Vedi Aggiornamento del 26/04/2016
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 26/04/2016
05/02/2013 - Entra in vigore sabato 16 febbraio la Legge 10/2013 per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì scorso.
 
Oltre alla creazione degli spazi verdi nelle città, la norma propone il contenimento del consumo di suolo e la riqualificazione degli edifici.
 
Per limitare il consumo di suolo è previsto che i Comuni possano introdurre incentivi per il riutilizzo e la riorganizzazione degli insediamenti residenziali e produttivi esistenti. Una soluzione che la norma considera preferibile rispetto alle nuove concessioni su aree non urbanizzate.

Per il miglioramento del patrimonio edilizio e urbano il testo prevede una serie di obblighi sia per i privati che realizzano interventi sia per le Amministrazioni.

I nuovi edifici, ad esempio, devono adottare accorgimenti per la minimizzazione dell’impatto sull’ambiente circostante, ma anche per l'armonizzazione con il patrimonio edilizio esistente. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni di significativa portata, i Comuni devono quindi promuovere misure per il risparmio e l’efficienza energetica, l’assorbimento delle polveri sottili, la riduzione dell’effetto isola di calore estiva e la regolare raccolta delle acque piovane.
 
Negli edifici esistenti, invece, devono essere previsti incentivi per la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili, il rinverdimento delle pareti con tecniche di verde pensile e l’incremento del patrimonio arboreo nelle aree di pertinenza.

Il 50% delle entrate derivanti dai contributi per il rilascio dei permessi di costruire e dalle sanzioni previste dal Dpr 380/2001 è destinato alla realizzazione di opere pubbliche di urbanizzazione, di recupero urbanistico e di manutenzione del patrimonio comunale.
 
Allo stesso tempo, i Comuni che nella realizzazione di insediamenti residenziali e produttivi non osservano le norme del DM 1444/1968 sulle quantità minime di spazi pubblici riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi, entro il 31 dicembre di ogni anno devono approvare le necessarie varianti urbanistiche.
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