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Professionisti, da Adepp il manifesto per il nuovo Governo
PROFESSIONE
Professionisti, da Adepp il manifesto per il nuovo Governo
Welfare allargato, autonomia, tassazione e previdenza tra i temi all’attenzione delle forze politiche
05/02/2013 - Nuovo ruolo per le casse di previdenza private. É la richiesta che l’Adepp, Associazione degli enti previdenziali privati, ha formalizzato nel manifesto per il welfare dei professionisti italiani, sottoposto alle forze politiche in campagna elettorale.
Al centro del manifesto temi come welfare allargato, autonomia, tassazione e previdenza, che secondo Adepp dovrebbero essere rivisti dato l’impatto pesante della crisi sui professionisti.
A detta di Adepp, la gestione previdenziale, amministrativa e finanziaria non dovrebbe subire le interferenze delle norme pesate per la Pubblica Amministrazione che, riferendosi a realtà diverse, possono rappresentare un limite all’efficienza gestionale degli Enti.
Allo stesso tempo, sostiene Adepp, dal punto di vista della tassazione servirebbe un riallineamento ai parametri comunitari innescando un circuito virtuoso tra sostegno alla professione, maggior reddito e maggiori entrate, a favore degli iscritti e dello Stato.
Per l’Adepp bisogna inoltre definire il profilo previdenziale delle Stp, Società tra professionisti. Per non sottrarre risorse ai professionisti, è inoltre necessario uno schema basato su azione privatistica e vigilanza pubblica.
Secondo l’Adepp, bisogna poi tenere su due binari paralleli la previdenza e il lavoro. Dal momento che senza lavoro non c’è previdenza, le Casse non dovrebbero essere solo contabili che gestiscono i contributi degli iscritti, ma investire nello sviluppo del lavoro e nella crescita.
Nel quadro tracciato da Adepp, il lavoro autonomo è particolarmente esposto ai mutamenti tecnologici ed economici, motivi in base ai quali sono necessari finanziamenti per l’innovazione e la crescita.
Il manifesto di Adepp riserva inoltre attenzione al welfare allargato in base al quale le Casse, mantenendo separata previdenza da assistenza, possono svolgere un ruolo sussidiario nell’accompagnamento dell’intera vita lavorativa del professionista fino a giungere all’erogazione del trattamento pensionistico.
Le iniziative, afferma il presidente di Adepp Andrea Camporese, le iniziative potrebbero dare sostegno a una situazione in cui il 30% dei professionisti guadagna mille euro al mese e l’8% dei laureati non si iscrive agli esami di abilitazione.
Secondo il presidente di Inarcassa, arch. Paola Muratorio, “da quando il processo di riforma della previdenza ha coinciso con la recessione nella quale è precipitato il nostro Paese, insistiamo su temi che non si fermano alla ‘sola’ previdenza, ma guardano, anche e soprattutto, alla drammatica mancanza di lavoro”.
Dal momento che, continua il presidente Muratorio, gli iscritti chiedono di contare di più, il “Manifesto per un welfare dei professionisti italiani” promosso dall’Adepp è un primo passo per diventare un interlocutore autorevole ed ascoltato del Governo che verrà.
Con il manifesto, conclude l’arch. Muratorio, non vengono chiesti privilegi, ma chiarimenti sul ruolo essenziale del sistema previdenziale privato e su come poter attivare un circolo virtuoso tra previdenza e lavoro. Il manifesto propone un modello fondato su indipendenza patrimoniale, autonomia gestionale, vigilanza pubblica; un sistema legislativo, più in linea con l’Europa, che guardi alle professioni prima che alle loro organizzazioni, senza privilegi ma senza penalizzazioni fiscali, ma anche un “welfare allargato”, dove la previdenza si integri con nuove opportunità, prima tra tutte un migliore accesso al credito.
Al centro del manifesto temi come welfare allargato, autonomia, tassazione e previdenza, che secondo Adepp dovrebbero essere rivisti dato l’impatto pesante della crisi sui professionisti.
A detta di Adepp, la gestione previdenziale, amministrativa e finanziaria non dovrebbe subire le interferenze delle norme pesate per la Pubblica Amministrazione che, riferendosi a realtà diverse, possono rappresentare un limite all’efficienza gestionale degli Enti.
Allo stesso tempo, sostiene Adepp, dal punto di vista della tassazione servirebbe un riallineamento ai parametri comunitari innescando un circuito virtuoso tra sostegno alla professione, maggior reddito e maggiori entrate, a favore degli iscritti e dello Stato.
Per l’Adepp bisogna inoltre definire il profilo previdenziale delle Stp, Società tra professionisti. Per non sottrarre risorse ai professionisti, è inoltre necessario uno schema basato su azione privatistica e vigilanza pubblica.
Secondo l’Adepp, bisogna poi tenere su due binari paralleli la previdenza e il lavoro. Dal momento che senza lavoro non c’è previdenza, le Casse non dovrebbero essere solo contabili che gestiscono i contributi degli iscritti, ma investire nello sviluppo del lavoro e nella crescita.
Nel quadro tracciato da Adepp, il lavoro autonomo è particolarmente esposto ai mutamenti tecnologici ed economici, motivi in base ai quali sono necessari finanziamenti per l’innovazione e la crescita.
Il manifesto di Adepp riserva inoltre attenzione al welfare allargato in base al quale le Casse, mantenendo separata previdenza da assistenza, possono svolgere un ruolo sussidiario nell’accompagnamento dell’intera vita lavorativa del professionista fino a giungere all’erogazione del trattamento pensionistico.
Le iniziative, afferma il presidente di Adepp Andrea Camporese, le iniziative potrebbero dare sostegno a una situazione in cui il 30% dei professionisti guadagna mille euro al mese e l’8% dei laureati non si iscrive agli esami di abilitazione.
Secondo il presidente di Inarcassa, arch. Paola Muratorio, “da quando il processo di riforma della previdenza ha coinciso con la recessione nella quale è precipitato il nostro Paese, insistiamo su temi che non si fermano alla ‘sola’ previdenza, ma guardano, anche e soprattutto, alla drammatica mancanza di lavoro”.
Dal momento che, continua il presidente Muratorio, gli iscritti chiedono di contare di più, il “Manifesto per un welfare dei professionisti italiani” promosso dall’Adepp è un primo passo per diventare un interlocutore autorevole ed ascoltato del Governo che verrà.
Con il manifesto, conclude l’arch. Muratorio, non vengono chiesti privilegi, ma chiarimenti sul ruolo essenziale del sistema previdenziale privato e su come poter attivare un circolo virtuoso tra previdenza e lavoro. Il manifesto propone un modello fondato su indipendenza patrimoniale, autonomia gestionale, vigilanza pubblica; un sistema legislativo, più in linea con l’Europa, che guardi alle professioni prima che alle loro organizzazioni, senza privilegi ma senza penalizzazioni fiscali, ma anche un “welfare allargato”, dove la previdenza si integri con nuove opportunità, prima tra tutte un migliore accesso al credito.