NORMATIVA
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Federarchitetti chiede più attenzione per i liberi professionisti
PROFESSIONE
Federarchitetti chiede più attenzione per i liberi professionisti
Appello al Governo: “ridefinire i ruoli del settore pubblico e ridare dignità al lavoro autonomo”
12/03/2013 - “Le forze politiche, nell’affermare tutto ed il contrario di tutto, su un punto hanno dimostrato eguale visione: il tema delle libere professioni italiane, semplicemente, meglio fingere che non esiste”. È duro il commento di Federarchitetti, il Sindacato Nazionale Architetti Liberi Professionisti, che, all’indomani della campagna elettorale e delle elezioni nazionali, inviano un comunicato alle formazioni politiche PD, PDL, Movimento5Stelle e Lista Monti.
Federarchitetti non si stupisce: “fin qui nulla di nuovo, ne era stata data ampia dimostrazione per decenni dai precedenti Governi. Qualche provvedimento qua e là per tamponare qualche falla, ma assoluta indifferenza per un comparto che pure ha un peso rilevante nell’immagine del Paese, nell’occupazione e nell’economia in generale” - afferma nel comunicato.
Il Sindacato chiede quindi al nuovo Governo di “affrontare le problematiche in modo radicale, con il supporto dei diretti operatori, senza subire le pressioni dei settori più radicati nell’apparato pubblico, di coloro che intendono progressivamente concentrare a sé oltre a poteri di scelta e di controllo, anche quelli esecutivi”. Occorre - secondo il sindacato - che il nuovo Governo abbia la volontà di ridefinire i ruoli del settore pubblico e di ridare analoga dignità al lavoro autonomo.
E propone una serie di richieste di destrutturazione delle disposizioni vigenti:
1. Stop al doppio lavoro dei tecnici pubblici dipendenti e alle indennità incentivanti;
2. No al doppio lavoro per qualsiasi tipo di docenti universitari e no alla loro partecipazione a qualsiasi titolo nelle società professionali e di ingegneria;
3. Affidamenti professionali e incarichi aperti;
4. Definizione parametri onorario e definizione delle soglie minime di anomalia;
5. Valutazione di congruità degli onorari trasferita alle Associazioni Sindacali dei professionisti;
6. Trasferimento responsabilità ministeriali per lo sviluppo delle libere professioni tecniche;
7. Procedure di affidamento snelle e trasparenza nella partecipazione;
8. Nuovo ruolo propositivo degli Ordini professionali tecnici;
9. Incentivi alle aggregazioni interprofessionali;
10. Ogni valutazione del livello di preparazione è da attribuire al libero giudizio;
11. Riconoscimento tempestivo degli onorari derivanti da lavoro autonomo;
12. Necessità di certezze nelle norme di regolazione degli interventi.
“I suddetti indirizzi - conclude il comunicato - possono coniugarsi con l’instaurazione di proficui rapporti di integrazione tra le competenze libero-professionali, l’apparato pubblico e la stessa Università, ponendo l’Italia a livello delle più avanzate democrazie”.
Federarchitetti non si stupisce: “fin qui nulla di nuovo, ne era stata data ampia dimostrazione per decenni dai precedenti Governi. Qualche provvedimento qua e là per tamponare qualche falla, ma assoluta indifferenza per un comparto che pure ha un peso rilevante nell’immagine del Paese, nell’occupazione e nell’economia in generale” - afferma nel comunicato.
Il Sindacato chiede quindi al nuovo Governo di “affrontare le problematiche in modo radicale, con il supporto dei diretti operatori, senza subire le pressioni dei settori più radicati nell’apparato pubblico, di coloro che intendono progressivamente concentrare a sé oltre a poteri di scelta e di controllo, anche quelli esecutivi”. Occorre - secondo il sindacato - che il nuovo Governo abbia la volontà di ridefinire i ruoli del settore pubblico e di ridare analoga dignità al lavoro autonomo.
E propone una serie di richieste di destrutturazione delle disposizioni vigenti:
1. Stop al doppio lavoro dei tecnici pubblici dipendenti e alle indennità incentivanti;
2. No al doppio lavoro per qualsiasi tipo di docenti universitari e no alla loro partecipazione a qualsiasi titolo nelle società professionali e di ingegneria;
3. Affidamenti professionali e incarichi aperti;
4. Definizione parametri onorario e definizione delle soglie minime di anomalia;
5. Valutazione di congruità degli onorari trasferita alle Associazioni Sindacali dei professionisti;
6. Trasferimento responsabilità ministeriali per lo sviluppo delle libere professioni tecniche;
7. Procedure di affidamento snelle e trasparenza nella partecipazione;
8. Nuovo ruolo propositivo degli Ordini professionali tecnici;
9. Incentivi alle aggregazioni interprofessionali;
10. Ogni valutazione del livello di preparazione è da attribuire al libero giudizio;
11. Riconoscimento tempestivo degli onorari derivanti da lavoro autonomo;
12. Necessità di certezze nelle norme di regolazione degli interventi.
“I suddetti indirizzi - conclude il comunicato - possono coniugarsi con l’instaurazione di proficui rapporti di integrazione tra le competenze libero-professionali, l’apparato pubblico e la stessa Università, ponendo l’Italia a livello delle più avanzate democrazie”.