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Imu e imprese, è l’Emilia Romagna la regione più cara

Imu e imprese, è l’Emilia Romagna la regione più cara

I dati della Cna, l’83% del gettito deriva da immobili commerciali, produttivi e seconde case

Vedi Aggiornamento del 24/05/2013
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 24/05/2013
11/04/2013 - bsp;- In Emilia Romagna l’83% del gettito Imu deriva da immobili commerciali, produttivi e seconde case. Lo rivela un’indagine della Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa.
 
Nella regione il primato negativo spetta poi a Ravenna, con un gettito pro capite di 578 euro, contro una media nazionale di 391 euro, e un aumento del 168% nel passaggio dall’ICI all’IMU a fronte di un aumento medio nazionale del 146%.
 
La Cnarivela inoltre che dai primi confronti con i Comuni non è emersa la volontà di ridurre le aliquote dell’imposta sugli immobili. A ciò si aggiunge il fatto che dal 2013 il coefficiente moltiplicatore da applicare alla rendita catastale dei fabbricati produttivi appartenenti alla categoria D, cioè ai capannoni, passerà da 60 a 65 con un aumento previsto della base imponibile pari all’8,3%.
 
A titolo esemplificativo, spiega la Cna, un capannone artigianale di 3050 mq, nel 2012 ha pagato un IMU di 14.770 euro mentre nel 2013 pagherà 16.012 euro.
 
Sulla base di questi motivi la Cna chiede la riduzione del prelievo fiscale complessivo sui contribuenti in regola e l’esclusione dall’Imu per gli immobili strumentali all’attività di impresa, che non rappresentano una forma di accumulo di patrimonio e che già subiscono una tassazione attraverso il loro concorso alla produzione del reddito di impresa.
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