NORMATIVA
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Il programma Letta per la crescita: lavoro, energia e innovazione
NORMATIVA
Il programma Letta per la crescita: lavoro, energia e innovazione
Annunciato lo stop alla rata di giugno dell’IMU sulla prima casa; probabile la proroga della detrazione fiscale del 55%
30/04/2013 - Dopo la fiducia ottenuta ieri sera alla Camera con 453 voti favorevoli e 153 contrari, oggi il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha incassato anche quella del Senato.
Nella relazione di ieri il premier Letta ha tracciato le direttrici del programma del nuovo Governo. La priorità è la crescita, che ha bisogno di risorse. Per liberarle, il Governo si impegna ad attuare una politica fiscale di risanamento e di tenuta dei conti pubblici. “Basta coi debiti che troppe volte il nostro Paese ha scaricato sulle spalle e la vita delle generazioni successive” ha detto Letta, annunciando l’intenzione di ridurre le tasse sul lavoro, in particolare su quello stabile e quello per i giovani neo-assunti.
L’altro pilastro è una politica fiscale della casa che limiti gli effetti recessivi in un settore strategico come quello dell’edilizia: questo si traduce in incentivi per le ristrutturazioni ecologiche e affitti e mutui agevolati per giovani coppie. Le parole di Letta lasciano intravedere quindi una proroga per le detrazioni fiscali del 55% in scadenza il 30 giugno 2013.
Ancora sul tema dell’edilizia, Letta ha annunciato lo stop alla rata di giugno dell’IMU sulla prima casa, per dare il tempo a Governo e Parlamento di elaborare insieme e applicare rapidamente una riforma complessiva.
Misure ulteriori - ha proseguito Letta - dovrebbero essere il pagamento di parte dei debiti delle Amministrazioni Pubbliche; l’allentamento del Patto di stabilità interno; la rinuncia all’inasprimento dell’IVA; l’aumento delle dotazioni del Fondo Centrale di Garanzie per le piccole e medie imprese e del Fondo di Solidarietà per i mutui.
Provvedimenti necessari nel breve termine, ma non sufficienti. Per la crescita Letta ha annunciato un grande piano industriale pluriennale per l’innovazione e la ricerca, finanziato tramite project bonds, che dia priorità ai nuovi settori di sviluppo, come ad esempio l’agenda digitale, lo sviluppo verde, le nanotecnologie, l’aerospaziale, il biomedicale, e che valorizzi i grandi attori ma anche e soprattutto le piccole e medie imprese, vero motore dello sviluppo italiano.
“Oltre all’alta tecnologia - ha detto ancora il premier -, bisogna investire su ambiente ed energia. Le nuove tecnologie - fonti rinnovabili ed efficienza energetica - vanno maggiormente integrate nel contesto esistente, migliorando la selettività degli strumenti esistenti di incentivazione, in un’ottica organica con visione di medio e lungo periodo”.
Ma l’impresa italiana, per crescere, ha bisogno di più semplicità, di un’alleanza tra la pubblica amministrazione e la società, senza tollerare le sacche di privilegio. La burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani - ha ribadito Letta - ed è per questo che bisognerà rivedere l’intero sistema delle autorizzazioni.
Ancora in tema di lavoro, Letta si impegna a valorizzare il lavoro autonomo e le libere professioni, “che in una società postindustriale rappresentano la spina dorsale della nostra economia”. Le misure di liberalizzazione oramai sono state adottate - ha detto il premier -; ora bisogna lavorare tutti insieme per formare e dare opportunità ai giovani, innalzare la qualità, servire al meglio i clienti.
Nella relazione di ieri il premier Letta ha tracciato le direttrici del programma del nuovo Governo. La priorità è la crescita, che ha bisogno di risorse. Per liberarle, il Governo si impegna ad attuare una politica fiscale di risanamento e di tenuta dei conti pubblici. “Basta coi debiti che troppe volte il nostro Paese ha scaricato sulle spalle e la vita delle generazioni successive” ha detto Letta, annunciando l’intenzione di ridurre le tasse sul lavoro, in particolare su quello stabile e quello per i giovani neo-assunti.
L’altro pilastro è una politica fiscale della casa che limiti gli effetti recessivi in un settore strategico come quello dell’edilizia: questo si traduce in incentivi per le ristrutturazioni ecologiche e affitti e mutui agevolati per giovani coppie. Le parole di Letta lasciano intravedere quindi una proroga per le detrazioni fiscali del 55% in scadenza il 30 giugno 2013.
Ancora sul tema dell’edilizia, Letta ha annunciato lo stop alla rata di giugno dell’IMU sulla prima casa, per dare il tempo a Governo e Parlamento di elaborare insieme e applicare rapidamente una riforma complessiva.
Misure ulteriori - ha proseguito Letta - dovrebbero essere il pagamento di parte dei debiti delle Amministrazioni Pubbliche; l’allentamento del Patto di stabilità interno; la rinuncia all’inasprimento dell’IVA; l’aumento delle dotazioni del Fondo Centrale di Garanzie per le piccole e medie imprese e del Fondo di Solidarietà per i mutui.
Provvedimenti necessari nel breve termine, ma non sufficienti. Per la crescita Letta ha annunciato un grande piano industriale pluriennale per l’innovazione e la ricerca, finanziato tramite project bonds, che dia priorità ai nuovi settori di sviluppo, come ad esempio l’agenda digitale, lo sviluppo verde, le nanotecnologie, l’aerospaziale, il biomedicale, e che valorizzi i grandi attori ma anche e soprattutto le piccole e medie imprese, vero motore dello sviluppo italiano.
“Oltre all’alta tecnologia - ha detto ancora il premier -, bisogna investire su ambiente ed energia. Le nuove tecnologie - fonti rinnovabili ed efficienza energetica - vanno maggiormente integrate nel contesto esistente, migliorando la selettività degli strumenti esistenti di incentivazione, in un’ottica organica con visione di medio e lungo periodo”.
Ma l’impresa italiana, per crescere, ha bisogno di più semplicità, di un’alleanza tra la pubblica amministrazione e la società, senza tollerare le sacche di privilegio. La burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani - ha ribadito Letta - ed è per questo che bisognerà rivedere l’intero sistema delle autorizzazioni.
Ancora in tema di lavoro, Letta si impegna a valorizzare il lavoro autonomo e le libere professioni, “che in una società postindustriale rappresentano la spina dorsale della nostra economia”. Le misure di liberalizzazione oramai sono state adottate - ha detto il premier -; ora bisogna lavorare tutti insieme per formare e dare opportunità ai giovani, innalzare la qualità, servire al meglio i clienti.