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Professioni, da Federarchitetti misure urgenti a costo zero

Professioni, da Federarchitetti misure urgenti a costo zero

Tre le richieste, il ridimensionamento del ruolo degli Ordini nella formazione permanente e modifiche per l’obbligo di assicurazione

Vedi Aggiornamento del 10/11/2014
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 10/11/2014
20/05/2013 - “Nel mondo sindacale, politico e dei media, il concetto di lavoro è assimilato al solo rapporto dipendente”. “La recente campagna elettorale ed i successivi dibattiti, hanno evidenziato un dato di per sé esaustivo: il tema delle libere professioni italiane, semplicemente, non si pone”.
 
Inizia con queste sconsolanti constatazioni la lettera aperta che Federarchitetti ha inviato al Presidente del Consiglio Enrico Letta per chiedere una maggiore attenzione della politica alle libere professioni del comparto tecnico e per proporre misure per il loro rilancio.
 
Per decenni, dai precedenti Governi - segnala l’associazione degli architetti - è arrivato solo “qualche provvedimento parziale e l’assoluta indifferenza per un comparto che ha un peso rilevante nell’immagine del Paese, nell’occupazione e nell’economia in generale”. “Il comparto delle professioni tecniche - prosegue Federarchitetti - è maggiormente danneggiato dalla recessione economica ma anche dall’approssimazione ed ingessatura delle procedure e dalla poca trasparenza”.
 
Federarchitetti propone una serie di misure urgenti a costo zero, volte a riscrivere l’attuale assetto delle libere professioni tecniche (architetti, ingegneri, geometri, geologi, periti) e delle procedure che ne condizionano l’accesso al lavoro.
 
“La riforma delle professioni nell’ultima versione proposta - afferma l’associazione - va esattamente nella direzione opposta a quella auspicata” perché dà agli Ordini Professionali il ruolo di “garanti unici di una pletorica ed effimera formazione permanente, che, come concepita, nulla può giovare alle classi professionali, non considerandone il potenziale valore complessivo della formazione. La Commissione Europea ha recentemente considerato non accettabile una tale soluzione” (leggi tutto).
 
Analoga esigenza di revisione è espressa per l’obbligo di assicurazione “a prescindere”che Federarchitetti auspica venga riportato ad un diretto rapporto con l’attività reale esercitata dal professionista, “senza che ne costituisca l’ennesimo onere improduttivo”.
 
Federarchitetti individua quindi alcuni provvedimenti da attuare per lo sviluppo delle libere professioni del comparto tecnico:
 
- no al doppio lavoro dei tecnici pubblici dipendenti e alle indennità incentivanti, causa di gravi alterazioni nel mercato del lavoro;
- no al doppio lavoro dei docenti universitari e no alla loro partecipazione diretta nelle società professionali e di ingegneria;
- in tema di tariffe, definizione di parametri per l’onorario e di soglie minime di anomalia;
- valutazione di congruità degli onorari trasferiti alle Associazioni Sindacali dei professionisti;
- trasferimento delle competenze ministeriali per lo sviluppo delle libere professioni tecniche ai Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico;
- snellimento e trasparenza delle procedure di affidamento degli incarichi;
- nuovo ruolo propositivo degli Ordini professionali tecnici;
- incentivi alle aggregazioni interprofessionali e competenze professionali;
- formazione permanente dei liberi professionisti affidata al libero mercato;
- riconoscimento tempestivo degli onorari derivanti da lavoro autonomo.
 
Ulteriori priorità a favore dello sviluppo sono individuate nella certezza delle norme di regolazione degli interventi, in un piano di manutenzione obbligatorio nel comparto edilizio e nella semplificazione delle procedure ed assunzione di responsabilità della P. A. nella effettiva attivazione degli Sportelli Unici.
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