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Ministro Orlando: entro due mesi nuove regole in difesa del territorio
AMBIENTE
Ministro Orlando: entro due mesi nuove regole in difesa del territorio
Da associazioni e ordini professionali un documento contro il dissesto idrogeologico
10/09/2013 - Arriverà entro due mesi una proposta del Ministero dell’Ambiente per rendere chiare e definite le regole per combattere il dissesto idrogeologico.
Lo ha annunciato il Ministro Andrea Orlando al termine di un incontro con il gruppo di lavoro sul dissesto idrogeologico, gruppo composto da associazioni ambientaliste, categorie economiche, rappresentanze degli enti locali, ordini e organizzazioni professionali.
“Le azioni contro il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo - ha sottolineato il Ministro - sono frenate anche dalle incertezze di ‘governance’, cioè dalla sovrapposizione o dalla mancanza di competenze delle istituzioni sui diversi interventi a difesa del territorio”.
Il Ministro ha accolto un documento preparato dalle rappresentanze ambientaliste, professionali e istituzionali, un documento definito da Orlando “ricco di proposte e di buone idee”.
Il documento - illustrato da Legambiente, membro del gruppo - verte su tre aspetti prioritari: la semplificazione normativa per il governo e la manutenzione del territorio, l’approccio tecnico-scientifico al problema, adeguato alle novità e ai cambiamenti in atto e il reperimento e la continuità delle risorse economiche.
Tra le proposte avanzate - spiega il comunicato di Legambiente - quella di creare presso il Ministero un tavolo permanente di consultazione e collaborazione tra istituzioni, ordini professionali e associazioni per lavorare da subito su un migliore coordinamento della normativa esistente e l’identificazione chiara delle competenze e del sistema delle responsabilità, a partire dalle Autorità di distretto; far rientrare le misure e gli interventi da mettere in atto nella logica multidisciplinare e sistemica della pianificazione di bacino, coerentemente con quanto previsto dalla Direttiva Quadro Acque e dalla Direttiva Alluvioni; garantire risorse economiche adeguate e continue e ripensare agli interventi fin qui progettati per verificarne la pertinenza rispetto alle modificazioni che si sono verificate sul territorio.
L’obiettivo comune - continua la nota - è quello di condividere l’urgenza e l’importanza della prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico nel nostro Paese, stabilendo strumenti e priorità d’intervento, senza dimenticare l’importanza delle attività di informazione e formazione dei cittadini.
“L’applicazione di queste proposte - spiega il comunicato del Ministero - può rappresentare un’azione rapida ed efficace per mitigare il rischio idrogeologico, il quale è accentuato in questi anni anche dai cambiamenti del clima, dall’abbandono delle colture collinari che costituiscono un presidio di controllo e manutenzione ed è accentuato anche dalla complessità delle regole. L’obiettivo è superare la logica dell’emergenza e delle spese per riparare un danno già fatto, quando invece, secondo il documento, in molti casi bastano aggiustamenti normativi a costo zero per poter sbloccare i progetti di consolidamento del territorio minacciato” - conclude la nota.
Fanno parte del gruppo di lavoro: Legambiente, Coldiretti, Anci, Consiglio nazionale dei geologi, Consiglio nazionale degli architetti, Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, Consiglio nazionale degli ingegneri, Consiglio nazionale dei geometri, Inu, Ance, Anbi, WWF, Touring Club Italiano, Slow Food Italia, Cirf, Aipin, Sigea, Aiab, Tavolo nazionale dei contratti di fiume Ag21 Italy, Federparchi, Gruppo183, Arcicaccia, Alta Scuola, Società dei territorialisti.
Lo ha annunciato il Ministro Andrea Orlando al termine di un incontro con il gruppo di lavoro sul dissesto idrogeologico, gruppo composto da associazioni ambientaliste, categorie economiche, rappresentanze degli enti locali, ordini e organizzazioni professionali.
“Le azioni contro il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo - ha sottolineato il Ministro - sono frenate anche dalle incertezze di ‘governance’, cioè dalla sovrapposizione o dalla mancanza di competenze delle istituzioni sui diversi interventi a difesa del territorio”.
Il Ministro ha accolto un documento preparato dalle rappresentanze ambientaliste, professionali e istituzionali, un documento definito da Orlando “ricco di proposte e di buone idee”.
Il documento - illustrato da Legambiente, membro del gruppo - verte su tre aspetti prioritari: la semplificazione normativa per il governo e la manutenzione del territorio, l’approccio tecnico-scientifico al problema, adeguato alle novità e ai cambiamenti in atto e il reperimento e la continuità delle risorse economiche.
Tra le proposte avanzate - spiega il comunicato di Legambiente - quella di creare presso il Ministero un tavolo permanente di consultazione e collaborazione tra istituzioni, ordini professionali e associazioni per lavorare da subito su un migliore coordinamento della normativa esistente e l’identificazione chiara delle competenze e del sistema delle responsabilità, a partire dalle Autorità di distretto; far rientrare le misure e gli interventi da mettere in atto nella logica multidisciplinare e sistemica della pianificazione di bacino, coerentemente con quanto previsto dalla Direttiva Quadro Acque e dalla Direttiva Alluvioni; garantire risorse economiche adeguate e continue e ripensare agli interventi fin qui progettati per verificarne la pertinenza rispetto alle modificazioni che si sono verificate sul territorio.
L’obiettivo comune - continua la nota - è quello di condividere l’urgenza e l’importanza della prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico nel nostro Paese, stabilendo strumenti e priorità d’intervento, senza dimenticare l’importanza delle attività di informazione e formazione dei cittadini.
“L’applicazione di queste proposte - spiega il comunicato del Ministero - può rappresentare un’azione rapida ed efficace per mitigare il rischio idrogeologico, il quale è accentuato in questi anni anche dai cambiamenti del clima, dall’abbandono delle colture collinari che costituiscono un presidio di controllo e manutenzione ed è accentuato anche dalla complessità delle regole. L’obiettivo è superare la logica dell’emergenza e delle spese per riparare un danno già fatto, quando invece, secondo il documento, in molti casi bastano aggiustamenti normativi a costo zero per poter sbloccare i progetti di consolidamento del territorio minacciato” - conclude la nota.
Fanno parte del gruppo di lavoro: Legambiente, Coldiretti, Anci, Consiglio nazionale dei geologi, Consiglio nazionale degli architetti, Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, Consiglio nazionale degli ingegneri, Consiglio nazionale dei geometri, Inu, Ance, Anbi, WWF, Touring Club Italiano, Slow Food Italia, Cirf, Aipin, Sigea, Aiab, Tavolo nazionale dei contratti di fiume Ag21 Italy, Federparchi, Gruppo183, Arcicaccia, Alta Scuola, Società dei territorialisti.