PROGETTAZIONE
Progettazione BIM da 4 milioni di euro in su, la richiesta dei Comuni
Rischio idrogeologico, il Senato chiede maggiori risorse
AMBIENTE
Rischio idrogeologico, il Senato chiede maggiori risorse
Nell’Ordine del giorno approvato da Palazzo Madama: avvio del Piano straordinario da 2,5 miliardi di euro
09/09/2013 - Assegnare maggiori risorse alla prevenzione dal rischio idrogeologico e alla manutenzione ordinaria del territorio, escludendole dai vincoli del Patto di stabilità; istituire un Fondo nazionale per la difesa del suolo per risarcire i danni ai privati e agli enti e consentire la delocalizzazione degli edifici situati in aree a rischio; attuare immediatamente il Piano straordinario per la difesa del suolo da 2,5 miliardi di euro; contrastare nuovi tentativi di condono edilizio; promuovere forme di assicurazione da rischi naturali per cittadini ed imprese.
Sono i principali contenuti di un Ordine del Giorno con il quale il Senato impegna il Governo a mettere in campo una lunga serie di azioni per prevenzione dal rischio idrogeologico e la difesa del suolo.
Tra gli altri punti: modificare la normativa al fine di rendere operative le autorità di bacino distrettuali; integrare maggiormente la pianificazione urbanistica con le opere per la difesa del suolo, limitando il consumo di suolo; predisporre una strategia nazionale per la valorizzazione naturalistica dei fiumi finalizzata alla gestione delle alluvioni e del dissesto idrogeologico; valorizzare le competenze dei Consorzi di bonifica attribuendo loro nuove funzioni in materia di prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico; avviare un progetto sperimentale per la capillare manutenzione di aree verdi, boschive e fluviali, che coinvolga giovani, cassintegrati, associazioni e cooperative sociali.
Tra le premesse dell’odg, i promotori ricordano che dai dati Ispra emerge che nel 2012 sono state censite 85 frane, che le frane interessano il 6,9% del territorio nazionale e che i Comuni interessati da frane sono 5.708 (89%) e 6,1 milioni di italiani vivono sotto tale minaccia. I dati forniti dal Ministero dell’Ambiente classificano il 10% del territorio nazionale ad elevata criticità idrogeologica, ossia a rischio di alluvioni, frane e valanghe.
In questo quadro si inserisce il consumo di suolo, cresciuto a ritmi impressionanti, pari a 244.000 ettari all'anno di suolo divorato da cemento ed asfalto: in termini assoluti sono stati persi in modo irreversibile ben 20.500 km. Infine, l’abusivismo e le continue deroghe alla normativa urbanistica hanno minato la creazione di una cultura diffusa in materia di sicurezza del territorio, di rispetto delle regole e di salvaguardia del suolo come risorsa per le generazioni future.
Sono i principali contenuti di un Ordine del Giorno con il quale il Senato impegna il Governo a mettere in campo una lunga serie di azioni per prevenzione dal rischio idrogeologico e la difesa del suolo.
Tra gli altri punti: modificare la normativa al fine di rendere operative le autorità di bacino distrettuali; integrare maggiormente la pianificazione urbanistica con le opere per la difesa del suolo, limitando il consumo di suolo; predisporre una strategia nazionale per la valorizzazione naturalistica dei fiumi finalizzata alla gestione delle alluvioni e del dissesto idrogeologico; valorizzare le competenze dei Consorzi di bonifica attribuendo loro nuove funzioni in materia di prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico; avviare un progetto sperimentale per la capillare manutenzione di aree verdi, boschive e fluviali, che coinvolga giovani, cassintegrati, associazioni e cooperative sociali.
Tra le premesse dell’odg, i promotori ricordano che dai dati Ispra emerge che nel 2012 sono state censite 85 frane, che le frane interessano il 6,9% del territorio nazionale e che i Comuni interessati da frane sono 5.708 (89%) e 6,1 milioni di italiani vivono sotto tale minaccia. I dati forniti dal Ministero dell’Ambiente classificano il 10% del territorio nazionale ad elevata criticità idrogeologica, ossia a rischio di alluvioni, frane e valanghe.
In questo quadro si inserisce il consumo di suolo, cresciuto a ritmi impressionanti, pari a 244.000 ettari all'anno di suolo divorato da cemento ed asfalto: in termini assoluti sono stati persi in modo irreversibile ben 20.500 km. Infine, l’abusivismo e le continue deroghe alla normativa urbanistica hanno minato la creazione di una cultura diffusa in materia di sicurezza del territorio, di rispetto delle regole e di salvaguardia del suolo come risorsa per le generazioni future.