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Formazione obbligatoria, Inarsind chiede di modificare la disciplina
PROFESSIONE
Formazione obbligatoria, Inarsind chiede di modificare la disciplina
Il Sindacato ha chiesto al Ministro della Giustizia anche di posticipare l’obbligo di assicurazione ed eliminare quello del POS
13/09/2013 - Modificare la disciplina della formazione obbligatoria, posticipare l’obbligo di assicurazione professionale, eliminare l’obbligo di installare il POS negli studi.
Sono i principali argomenti al centro dell’incontro svoltosi martedì scorso tra il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, e InarSind, il Sindacato degli Architetti e degli Ingegneri liberi Professionisti.
Sono molteplici le “incertezze introdotte dalla riforma degli ordinamenti professionali” - ha detto il Presidente di InarSind Ing. Salvo Garofalo, discutendo in particolare della recente introduzione della formazione continua e obbligatoria.
Secondo Inarsind, gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti sono consapevoli dell’importanza e della necessità dell’aggiornamento costante, ma permangono “forti perplessità circa la diversità dei regolamenti emanati dai Consigli Nazionali degli Architetti (leggi tutto) e degli Ingegneri (leggi tutto), soprattutto perché le due categorie hanno stesse competenze, stesse tariffe, stessi Ente di Previdenza, medesime Organizzazioni Sindacali, si rivolgono ad una committenza comune e spesso collaborano all’interno di analoghe strutture”.
Due mesi fa, il Sindacato aveva già proposto di studiare un Regolamento unico per architetti e ingegneri (leggi tutto).
In ogni caso, a parere di Inarsind, “nessuno degli iscritti agli Ordini, qualunque attività svolga, può essere esonerato né dalla formazione né dall’assicurazione e chi non adempie agli obblighi deve essere posto in un apposito elenco degli ‘inattivi’”.
Il presidente di Inarsind ha poi chiesto che nelle linee guida dei regolamenti per la formazione sia previsto un percorso differenziato per i Sindacati di categoria e che venga evitato che gli Ordini territoriali siano allo stesso tempo controllori e controllati, proponendo l’istituzione di un ente terzo che possa vigilare su chi effettua formazione.
“Considerato che in atto i sistemi formativi per le due categorie risultano completamente disallineati e presentano forti criticità”, Inarsind teme che con il passare del tempo si creino dannose divergenze, per cui ha chiesto al Ministro di introdurre un anno di sperimentazione, non obbligatoria, per l’applicazione dei regolamenti già emanati, che conduca ad una convergenza ed a una profonda revisione dei regolamenti approvati.
Nell’incontro Inarsind ha anche richiesto:
- un anno di proroga e sperimentazione per l’assicurazione professionale, considerato che nella riforma prestazioni, rischi, franchigie e i massimali in rapporto al fatturato non sono definiti e rischiano così di non tutelare né il committente né il professionista ma di fare gli interessi delle sole compagnie di assicurazione;
- l’eliminazione dell’obbligo del sistema di pagamento con carta di credito (POS) che, per la tipologia dei pagamenti dei professionisti tecnici, appare del tutto ingiustificato e poco si concilia con importi delle prestazioni professionali normalmente superiori ai 1.000 euro per i quali è possibile utilizzare bonifici ed assegni, sistemi di pagamento di per sé tracciabili;
- l’adeguamento dei compensi, oggi irrisori, spettanti ai Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU) il cui aggiornamento è bloccato da troppo tempo.
La delegazione del sindacato era composta dal Presidente Ing. Salvo Garofalo, dal Tesoriere Ing. Roberto Rezzola e dal Responsabile della Comunicazione Arch. Giulia Villani. All’incontro era presente anche il Consigliere per le Libere Professioni Avv. Maurizio Borgo. Il Ministro Annamaria Cancellieri e il Consigliere Borgo, dopo aver con interesse ascoltato le istanze di Inarsind, si sono detti disponibili, compatibilmente con il ruolo di Vigilanza e proposizione del Ministero, a considerare le osservazioni del Sindacato verificando nei prossimi giorni la fattibilità tecnica di quanto richiesto.
Sono i principali argomenti al centro dell’incontro svoltosi martedì scorso tra il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, e InarSind, il Sindacato degli Architetti e degli Ingegneri liberi Professionisti.
Sono molteplici le “incertezze introdotte dalla riforma degli ordinamenti professionali” - ha detto il Presidente di InarSind Ing. Salvo Garofalo, discutendo in particolare della recente introduzione della formazione continua e obbligatoria.
Secondo Inarsind, gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti sono consapevoli dell’importanza e della necessità dell’aggiornamento costante, ma permangono “forti perplessità circa la diversità dei regolamenti emanati dai Consigli Nazionali degli Architetti (leggi tutto) e degli Ingegneri (leggi tutto), soprattutto perché le due categorie hanno stesse competenze, stesse tariffe, stessi Ente di Previdenza, medesime Organizzazioni Sindacali, si rivolgono ad una committenza comune e spesso collaborano all’interno di analoghe strutture”.
Due mesi fa, il Sindacato aveva già proposto di studiare un Regolamento unico per architetti e ingegneri (leggi tutto).
In ogni caso, a parere di Inarsind, “nessuno degli iscritti agli Ordini, qualunque attività svolga, può essere esonerato né dalla formazione né dall’assicurazione e chi non adempie agli obblighi deve essere posto in un apposito elenco degli ‘inattivi’”.
Il presidente di Inarsind ha poi chiesto che nelle linee guida dei regolamenti per la formazione sia previsto un percorso differenziato per i Sindacati di categoria e che venga evitato che gli Ordini territoriali siano allo stesso tempo controllori e controllati, proponendo l’istituzione di un ente terzo che possa vigilare su chi effettua formazione.
“Considerato che in atto i sistemi formativi per le due categorie risultano completamente disallineati e presentano forti criticità”, Inarsind teme che con il passare del tempo si creino dannose divergenze, per cui ha chiesto al Ministro di introdurre un anno di sperimentazione, non obbligatoria, per l’applicazione dei regolamenti già emanati, che conduca ad una convergenza ed a una profonda revisione dei regolamenti approvati.
Nell’incontro Inarsind ha anche richiesto:
- un anno di proroga e sperimentazione per l’assicurazione professionale, considerato che nella riforma prestazioni, rischi, franchigie e i massimali in rapporto al fatturato non sono definiti e rischiano così di non tutelare né il committente né il professionista ma di fare gli interessi delle sole compagnie di assicurazione;
- l’eliminazione dell’obbligo del sistema di pagamento con carta di credito (POS) che, per la tipologia dei pagamenti dei professionisti tecnici, appare del tutto ingiustificato e poco si concilia con importi delle prestazioni professionali normalmente superiori ai 1.000 euro per i quali è possibile utilizzare bonifici ed assegni, sistemi di pagamento di per sé tracciabili;
- l’adeguamento dei compensi, oggi irrisori, spettanti ai Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU) il cui aggiornamento è bloccato da troppo tempo.
La delegazione del sindacato era composta dal Presidente Ing. Salvo Garofalo, dal Tesoriere Ing. Roberto Rezzola e dal Responsabile della Comunicazione Arch. Giulia Villani. All’incontro era presente anche il Consigliere per le Libere Professioni Avv. Maurizio Borgo. Il Ministro Annamaria Cancellieri e il Consigliere Borgo, dopo aver con interesse ascoltato le istanze di Inarsind, si sono detti disponibili, compatibilmente con il ruolo di Vigilanza e proposizione del Ministero, a considerare le osservazioni del Sindacato verificando nei prossimi giorni la fattibilità tecnica di quanto richiesto.