NORMATIVA
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Alluvione nel Tarantino, quattro vittime e ingenti danni
AMBIENTE
Alluvione nel Tarantino, quattro vittime e ingenti danni
Case allagate, strade divelte, ponti crollati a Ginosa, esondati i fiumi Lato e Bradano
09/10/2013 - È di quattro morti il tragico bilancio dell’alluvione che dalla serata di lunedì fino a questa notte ha colpito il versante occidentale della provincia di Taranto e le zone costiere della provincia di Matera, causando l’esondazione dei fiumi Lato e Bradano.
I danni maggiori si sono registrati nel Comune di Ginosa: case e scantinati allagati, strade divelte, ponti crollati e una massa di fango e detriti trascinati lungo le strade fino a riversarsi nella gravina (nella foto). Crollati il muro di cinta del campo sportivo e una porzione di sede stradale.
Una donna di 30 anni è stata travolta dalla furia dell’acqua mentre, a bordo della sua auto, percorreva un tratto di strada invaso dall'acqua di un torrente in piena. Le altre vittime sono un uomo e una donna che lavoravano come custodi in un capannone, e un uomo che faceva ritorno dalla frazione di Ginosa Marina.
Le strade di collegamento con Ginosa Marina e con il Comune di Laterza sono state impraticabili per tutta la giornata di ieri. Bloccati per diverse ore anche i collegamenti tra Laterza, Santeramo in Colle e Altamura in provincia di Bari, e tra Castellaneta e Taranto, a causa delle masse d’acqua accumulate sulle strade. Crollato un ponte lungo la strada che collega Ginosa a Montescaglioso, in provincia di Matera.
La contrada Marinella a Ginosa Marina è stata evacuata per l’innalzamento del livello del fiume Bradano. Si tratta della zona che due anni fa, nel marzo 2011, fu colpita da un’inondazione che danneggiò gravemente molte case e numerose aziende agricole e zootecniche.
Ieri la situazione è stata critica anche a Castellaneta: strade allagate, muri di recinzione abbattuti e centro abitato completamente isolato.
Ieri e oggi i sindaci di Ginosa, Laterza e Castellaneta hanno disposto la chiusura di tutte le scuole. A Ginosa è stato proclamato il lutto cittadino.
“Torno a chiedere al Governo di adoperarsi per realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio”. Sono le parole del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, all’indomani del nubifragio. “La metereologia - ha proseguito Vendola - oggi dice più della politica come sta messo il Paese. È incredibile che l’arrivo della pioggia venga annunciato non dal meteo, ma dalla Protezione Civile. È incredibile, che ogni pioggia produca esondazioni, alluvioni, frane. La pioggia rivela i danni che sono stati inferti, provocando un dissesto idrogeologico drammatico nel Paese delle sanatorio, dei condoni e della cementificazione selvaggia”.
“È appena il caso di ricordare - ha spiegato Vendola - che già quando si verificò l’esondazione del Bradano nel 2011, la Regione Puglia ottenne con grandissima difficoltà da parte del Governo la dichiarazione di emergenza. Segnalo, inoltre, che la Regione Puglia ha dovuto allocare le disponibilità, rastrellando dal bilancio autonomo e, sin dal maggio 2013 ha predisposto, grazie alla proficua collaborazione con l’Amministrazione di Ginosa, il Piano di Riparto. Tuttavia, siamo ancora in una situazione di stallo” - ha concluso il Governatore della Puglia.
“Il territorio pugliese come quello di tutta l’Italia in queste ore sta dimostrando la sua fragilità ed esposizione alla pericolosità idraulica e geomorfologica. Oggi, come ieri possiamo solo esprimere un forte rammarico e cordoglio per le vite umane spezzate”. È il commento del Consigliere Nazionale dei Geologi, Giovanni Calcagnì. “L’elenco delle alluvioni nel tarantino nell’ultimo decennio è lungo: settembre 2003, novembre 2004, marzo 2011, settembre 2011, ottobre 2012 solo per citare alcune delle più disastrose con effetti su beni e persone. A 50 anni dal Vajont l’Italia ha ancora tanto da imparare” - ha aggiunto Calcagnì.
“Il territorio Pugliese non è per nulla scevro da specifiche vulnerabilità geoambientali. Le politiche nazionali e regionali - ha affermato Salvatore Valletta, Presidente Ordine Geologi della Puglia - devono intervenire in tempi brevi e con azioni incisive: istituire il Servizio Geologico Regionale; rispettare le pericolosità individuate dagli enti sovraterritoriali come le Autorità di Bacino e aggiornare i Piani Comunali di Protezione civile; ripristinare in tempi rapidi il Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino della Puglia, che una legge regionale frettolosa ha abrogato lo scorso luglio”.
E ancora: “progettare in termini interdisciplinari, sempre e comunque nel rispetto delle unità fisiografiche, come i bacini idrografici, e degli equilibri intrinseci del territorio in cui si interviene; imporre una urbanizzazione con la progettazione delle grandi opere che siano compatibili con le caratteristiche del territorio e non viceversa; operare rispettando i piani sovraordinati che guardano al territorio come area vasta; istituire i presidi territoriali sotto una regia sopra territoriale in modo da far sì che si operi in termini di previsione e prevenzione” ha concluso Valletta.
Foto: Erasmo Mazzone
I danni maggiori si sono registrati nel Comune di Ginosa: case e scantinati allagati, strade divelte, ponti crollati e una massa di fango e detriti trascinati lungo le strade fino a riversarsi nella gravina (nella foto). Crollati il muro di cinta del campo sportivo e una porzione di sede stradale.
Una donna di 30 anni è stata travolta dalla furia dell’acqua mentre, a bordo della sua auto, percorreva un tratto di strada invaso dall'acqua di un torrente in piena. Le altre vittime sono un uomo e una donna che lavoravano come custodi in un capannone, e un uomo che faceva ritorno dalla frazione di Ginosa Marina.
Le strade di collegamento con Ginosa Marina e con il Comune di Laterza sono state impraticabili per tutta la giornata di ieri. Bloccati per diverse ore anche i collegamenti tra Laterza, Santeramo in Colle e Altamura in provincia di Bari, e tra Castellaneta e Taranto, a causa delle masse d’acqua accumulate sulle strade. Crollato un ponte lungo la strada che collega Ginosa a Montescaglioso, in provincia di Matera.
La contrada Marinella a Ginosa Marina è stata evacuata per l’innalzamento del livello del fiume Bradano. Si tratta della zona che due anni fa, nel marzo 2011, fu colpita da un’inondazione che danneggiò gravemente molte case e numerose aziende agricole e zootecniche.
Ieri la situazione è stata critica anche a Castellaneta: strade allagate, muri di recinzione abbattuti e centro abitato completamente isolato.
Ieri e oggi i sindaci di Ginosa, Laterza e Castellaneta hanno disposto la chiusura di tutte le scuole. A Ginosa è stato proclamato il lutto cittadino.
“Torno a chiedere al Governo di adoperarsi per realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio”. Sono le parole del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, all’indomani del nubifragio. “La metereologia - ha proseguito Vendola - oggi dice più della politica come sta messo il Paese. È incredibile che l’arrivo della pioggia venga annunciato non dal meteo, ma dalla Protezione Civile. È incredibile, che ogni pioggia produca esondazioni, alluvioni, frane. La pioggia rivela i danni che sono stati inferti, provocando un dissesto idrogeologico drammatico nel Paese delle sanatorio, dei condoni e della cementificazione selvaggia”.
“È appena il caso di ricordare - ha spiegato Vendola - che già quando si verificò l’esondazione del Bradano nel 2011, la Regione Puglia ottenne con grandissima difficoltà da parte del Governo la dichiarazione di emergenza. Segnalo, inoltre, che la Regione Puglia ha dovuto allocare le disponibilità, rastrellando dal bilancio autonomo e, sin dal maggio 2013 ha predisposto, grazie alla proficua collaborazione con l’Amministrazione di Ginosa, il Piano di Riparto. Tuttavia, siamo ancora in una situazione di stallo” - ha concluso il Governatore della Puglia.
“Il territorio pugliese come quello di tutta l’Italia in queste ore sta dimostrando la sua fragilità ed esposizione alla pericolosità idraulica e geomorfologica. Oggi, come ieri possiamo solo esprimere un forte rammarico e cordoglio per le vite umane spezzate”. È il commento del Consigliere Nazionale dei Geologi, Giovanni Calcagnì. “L’elenco delle alluvioni nel tarantino nell’ultimo decennio è lungo: settembre 2003, novembre 2004, marzo 2011, settembre 2011, ottobre 2012 solo per citare alcune delle più disastrose con effetti su beni e persone. A 50 anni dal Vajont l’Italia ha ancora tanto da imparare” - ha aggiunto Calcagnì.
“Il territorio Pugliese non è per nulla scevro da specifiche vulnerabilità geoambientali. Le politiche nazionali e regionali - ha affermato Salvatore Valletta, Presidente Ordine Geologi della Puglia - devono intervenire in tempi brevi e con azioni incisive: istituire il Servizio Geologico Regionale; rispettare le pericolosità individuate dagli enti sovraterritoriali come le Autorità di Bacino e aggiornare i Piani Comunali di Protezione civile; ripristinare in tempi rapidi il Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino della Puglia, che una legge regionale frettolosa ha abrogato lo scorso luglio”.
E ancora: “progettare in termini interdisciplinari, sempre e comunque nel rispetto delle unità fisiografiche, come i bacini idrografici, e degli equilibri intrinseci del territorio in cui si interviene; imporre una urbanizzazione con la progettazione delle grandi opere che siano compatibili con le caratteristiche del territorio e non viceversa; operare rispettando i piani sovraordinati che guardano al territorio come area vasta; istituire i presidi territoriali sotto una regia sopra territoriale in modo da far sì che si operi in termini di previsione e prevenzione” ha concluso Valletta.
Foto: Erasmo Mazzone