Al momento l’elenco non è completo. Sono infatti in corso di pubblicazione gli elenchi delle opere non terminate in Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento, Sicilia e Sardegna, mentre la Provincia Autonoma di Bolzano ha dichiarato di non avere pendenze.
In base al DM 42/2013, in fase di prima applicazione le informazioni dovevano essere trasmesse entro il 23 luglio, ma in alcuni casi ci sono già stati ritardi. Nei prossimi anni, invece, gli elenchi dovranno essere resi disponibili entro il 31 marzo.
Ricordiamo che, come specificato nelle faq del Ministero, per opere incompiute si intendono gli interventi non terminati relativi a nuove costruzioni, ampliamenti, ristrutturazioni, recupero e restauro. Sono invece esclusi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelli di demolizione.
La pubblicazione della banca dati nazionale degli appalti pubblici è stata salutata con favore da Itaca, Istituto per l’innovazione e la trasparenza negli appalti e la compatibilità ambientale.
Gli elenchi, secondo Itaca, fotografano la situazione delle centinaia di investimenti in opere pubbliche attivati dalle amministrazioni, che per cause diverse sono rimaste incomplete e quindi non fruibili dalla collettività e che rappresentando un gravissimo spreco di risorse.
Secondo Itaca, se si rendessero necessari nuovi investimenti per il settore dei lavori pubblici, sarebbe il caso di dare priorità proprio alle opere incompiute. Gli investimenti pubblici risultati infruttuosi potrebbero così trasformarsi in occasioni concrete per far ripartire il sistema produttivo nazionale.