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Maltempo in Sardegna, dichiarato lo stato di emergenza

Maltempo in Sardegna, dichiarato lo stato di emergenza

16 morti e ingentissimi danni. Dal Governo 20 milioni di euro per l’emergenza. I geologi: ‘oltre 6 milioni di italiani sono esposti alle alluvioni’

Vedi Aggiornamento del 19/03/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 19/03/2015
19/11/2013 - Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza nella Regione Sardegna, colpita nelle scorse ore dal devastante ciclone Cleopatra che ha causato 16 vittime e ingentissimi danni a strade, edifici e attività produttive, e ha stanziato 20 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza.
 
“Abbiamo deciso di fare subito il Cdm per dichiarare lo stato di emergenza, che consente di avere immediatamente regole per interventi più rapidi e di individuare un primo ammontare di risorse per le primissime emergenze emerse stanotte” ha detto il premier Enrico Letta, che ha definito quanto avvenuto in Sardegna una “tragedia nazionale”. 

In 24 ore è piovuta una massa d’acqua equivalente precipitazioni di un anno intero. Sono la città di Olbia e la sua provincia le zone più colpite: 8 le vittime accertate, 3 delle quali per il crollo di un terrapieno a Monte Pino, sulla provinciale per Tempio, e un bambino recuperato poche ore fa dai vigili del fuoco. Sterminata anche una intera famiglia di brasiliani ad Arzachena: il seminterrato nel quale abitavano è stato sommerso da tre metri d’acqua.
 
Altre quattro vittime si sono registrate a Torpè, nel nuorese, a Uras (Oristano), dove è morta una pensionata, e a Dorgali (Nuoro), qui a perdere la vita è stato un agente della Polstrada, impegnato assieme a altri tre colleghi nel trasporto di un ferito, quando l’auto su cui viaggiavano è precipitata da un ponte. Migliaia gli sfollati a Olbia, Galtellì, Uras, Terralba, Torpè, Arzachena, Orosei dove sono esondati i torrenti. Molti i paesi isolati.
 
Diverse squadre di soccorritori sono al lavoro in condizioni proibitive per ripristinare l’erogazione dell’acqua nei centri colpiti dal nubifragio nell’intera provincia di Nuoro che ha provocato gravissimi danni alle reti idriche e fognarie. Permangono i disagi su alcune strade dell’Isola. Questa notte centinaia di cittadini nuoresi sono stati costretti ad abbandonare le loro case completamente allagate e hanno dormito negli alberghi. Altre migliaia sono gli sfollati che hanno trovato ricovero in strutture pubbliche come le palestre.

Scuole chiuse nelle zone più colpite dal ciclone e ancora molte strade interrotte compresi alcuni tratti della statale 131, principale via di collegamento fra il nord ed il sud dell’isola. Restano numerose le strade che l’Anas fin da ieri ha dovuto chiudere al traffico a causa di allagamenti, crolli e frane. Secondo l’ultimo bollettino emesso stamattina restano bloccati tratti della strada statale 125 Orientale sarda, della 131 Dcn Abbasanta-Olbia e della 389 Nuoro-Lanusei.

L’allarme dei geologi
“Qualora non fossero ancora chiari i termini del dissesto idrogeologico, i geologi hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al Paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860, come evidenzia ancora l’Annuario ISPRA.
 
Anche se le proiezioni quantitative per la frequenza e l’intensità delle inondazioni sono ancora incerte, l’Agenzia europea sostiene che sia probabile che l’aumento delle temperature in Europa porterà a inondazioni più frequenti e intense in molte regioni, a causa del previsto aumento dell’intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi”.
 
Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ma non è solo colpa dei cambiamenti climatici - ha proseguito Graziano - perché ad esempio l'urbanizzazione sfrenata, ha eroso dal 1985 ad oggi ben 160 km di litorale.
 
I numeri recentemente pubblicati nell'Annuario dei Dati ambientali 2012 dell'ISPRA parlano chiaro: se in Italia per oltre 50 anni si sono consumati in media 7 mq al secondo di suolo, oggi se ne consumano addirittura 8 mq al secondo. Significa che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e di Firenze.
 
Per non parlare degli incendi, il 72% dei quali risulta essere di natura dolosa, il 14% di natura colposa e il restante 14% di natura dubbia. Da tempo i geologi chiedono l’istituzione di una commissione che possa affrontare tali problematiche, così come fece la Commissione De Marchi”.


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Foto tratta da: youreporter.it
 
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