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Cnappc: l’obbligo di Pos è ‘un’inutile vessazione per i professionisti’
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Cnappc: l’obbligo di Pos è ‘un’inutile vessazione per i professionisti’
‘Gli architetti italiani colpiti dalla crisi chiudono gli studi, e i giovani emigrano o svolgono altri mestieri’
Vedi Aggiornamento del 05/05/2014
Vedi Aggiornamento del 05/05/2014
25/11/2013 - Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori interviene nuovamente sull’obbligo, in vigore dal 1° gennaio 2014, di installare il POS in tutti gli studi professionali.
Per il Cnappc, l’obbligo è “un ulteriore regalo alle banche ed una inutile vessazione che costringerebbe gli architetti a sostenere i costi di attivazione, installazione e di utilizzo”.
Secondo gli Architetti, chi ha imposto questa norma non ha tenuto conto che, per la tracciabilità del denaro, vi è la possibilità di ricorrere ad altri strumenti quali il bonifico bancario, le carte di debito o di credito virtuali, che non implicano nuovi oneri per il professionista.
“Un provvedimento - continua la nota - che dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, come Governo e Parlamento siano lontani e quasi estranei dai reali problemi del Paese. Le professioni tutte stanno soffrendo in maniera pesante l’impatto della crisi economica”.
“Gli architetti italiani la stanno pagando con la chiusura degli studi professionali e con una generazione di giovani professionisti destinati, di fatto, ad emigrare o a svolgere nel proprio Paese altri mestieri. Ci auguriamo - conclude il Cnappc - che il provvedimento venga ripensato apportando il necessario correttivo”.
La questione dell’obbligatorietà per i professionisti di dotarsi di Pos è tornata alla ribalta la scorsa settimana, quando la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha reso noti i risultati di un’indagine dalla quale è emerso che il nuovo adempimento frutterà alle banche un utile di oltre due miliardi di euro all’anno e avrà un’utilità limitata per i professionisti, dal momento che esclude le carte di credito.
In ogni caso, la disposizione è ancora priva di norme attuative: il Ministero dell’Economia non ha ancora indicato procedure e limiti per l’applicazione dell’obbligo di Pos, né le sanzioni per chi non si mette in regola.
Per aggiornamenti in tempo reale su questo argomento segui la nostra redazione anche su Facebook e Twitter.
Per il Cnappc, l’obbligo è “un ulteriore regalo alle banche ed una inutile vessazione che costringerebbe gli architetti a sostenere i costi di attivazione, installazione e di utilizzo”.
Secondo gli Architetti, chi ha imposto questa norma non ha tenuto conto che, per la tracciabilità del denaro, vi è la possibilità di ricorrere ad altri strumenti quali il bonifico bancario, le carte di debito o di credito virtuali, che non implicano nuovi oneri per il professionista.
“Un provvedimento - continua la nota - che dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, come Governo e Parlamento siano lontani e quasi estranei dai reali problemi del Paese. Le professioni tutte stanno soffrendo in maniera pesante l’impatto della crisi economica”.
“Gli architetti italiani la stanno pagando con la chiusura degli studi professionali e con una generazione di giovani professionisti destinati, di fatto, ad emigrare o a svolgere nel proprio Paese altri mestieri. Ci auguriamo - conclude il Cnappc - che il provvedimento venga ripensato apportando il necessario correttivo”.
La questione dell’obbligatorietà per i professionisti di dotarsi di Pos è tornata alla ribalta la scorsa settimana, quando la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha reso noti i risultati di un’indagine dalla quale è emerso che il nuovo adempimento frutterà alle banche un utile di oltre due miliardi di euro all’anno e avrà un’utilità limitata per i professionisti, dal momento che esclude le carte di credito.
In ogni caso, la disposizione è ancora priva di norme attuative: il Ministero dell’Economia non ha ancora indicato procedure e limiti per l’applicazione dell’obbligo di Pos, né le sanzioni per chi non si mette in regola.
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