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Appalti pubblici, pronte le nuove regole europee

Appalti pubblici, pronte le nuove regole europee

Le PA potranno scegliere l’offerta più adatta, non solo la più bassa. Oggi il via libera del Parlamento Ue

Vedi Aggiornamento del 21/12/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 21/12/2015

15/01/2014 - Nelle forniture di beni o servizi e nei contratti di concessione, gli Enti pubblici potranno scegliere l’offerta che ritengono più adatta, invece di accettare quella più bassa.
 
È questo il principio alla base delle nuove norme UE in materia di appalti pubblici e concessioni che la sessione plenaria del Parlamento Europeo voterà oggi.
 
Gli appalti pubblici - spiega una nota di Strasburgo - rappresentano circa il 19% del PIL dell’UE, rendendoli una potente leva per il raggiungimento di obiettivi sociali specifici.
 
L’accordo provvisorio raggiunto con il Consiglio nel luglio 2013 su tre direttive: ‘appalti classici’, ‘servizi’ e ‘contratti di concessione’, consente alle autorità pubbliche di prendere in considerazione nella preparazione di un bando di gara, oltre ai costi, anche i benefici ambientali o sociali. Ad esempio, l’autorità appaltatrice potrebbe voler inserire, fra i requisiti, la garanzia che siano serviti in un asilo o in un ospedale solo alimenti di elevata qualità, o l’impegno ad acquistare certi prodotti da una società che impiega persone con disabilità.
 
A questi criteri, i deputati hanno aggiunto una nuova procedura per incoraggiare gli offerenti a proporre soluzioni innovative, consentendo alle autorità di adattare il bando di gara alla soluzione di un problema specifico, in modo da lasciare sia al contraente sia all’offerente la possibilità di trovare soluzioni originali in sinergia.
 
Le nuove norme ridurranno anche il peso della burocrazia per gli offerenti, renderanno più semplice l’accesso alle gare per le piccole imprese e introdurranno norme più severe per le offerte ‘anormalmente basse’ e di subappalto al fine di garantire il rispetto delle leggi sul lavoro e dei contratti collettivi. Il settore dell’acqua sarà escluso dal campo di applicazione della direttiva concessioni a causa della sua particolare importanza come bene pubblico.
 
Nella seduta di oggi i deputati potrebbero inoltre adottare la posizione negoziale del Parlamento su un quarto dossier legislativo che riguarda gli appalti pubblici internazionali e che ha lo scopo di aprire i mercati degli appalti pubblici dei paesi non-UE a offerenti comunitari, grazie a un accesso reciproco con i partner commerciali dell’UE.


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