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Ritardo pagamenti, Italia a rischio procedura di infrazione

Ritardo pagamenti, Italia a rischio procedura di infrazione

Tajani: spesso le Pa chiedono di accettare tempi più lunghi o di scaglionare l’invio delle fatture

Vedi Aggiornamento del 20/06/2014
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 20/06/2014
15/01/2013 - Sui ritardi nei pagamenti a imprese e professionisti c’è ancora molto da fare. Lo sostengono sia il vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, sia il vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina.
 
Secondo quanto riscontrato da Tajani, l’attuazione della Direttiva 2011/7/Ue, recepita dal Decreto legislativo 192/2012, non ha ancora raggiunto risultati soddisfacenti, tanto che a fine gennaio potrebbe scattare la “EU pilot”, cioè un avvertimento prima della procedura di infrazione vera e propria.
 
Per evitarla, continua Tajani, non si dovrà solo cercare di rispettare la direttiva comunitaria, in base alla quale le fatture devono essere saldate entro 30 giorni, ma bisognerà rendere più chiara la normativa italiana.
 
Al momento, infatti, sia Ance che Confartigianato lamentano scorrettezze e clausole capestro, denunciando che spesso nella fase di stipula dei contratti viene chiesto di accettare tempi di pagamento più lunghi o di scaglionare l’invio delle fatture. Una prassi che dovrà essere eliminata per non incappare nel richiamo di Bruxelles.
 
Per non incorrere nella procedura di infrazione, il vicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina, suggerisce inoltre di inserire negli impegni per il 2014 il problema dei ritardi nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni,

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