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Cresme: le costruzioni tengono grazie alle riqualificazioni

Cresme: le costruzioni tengono grazie alle riqualificazioni

I risultati delle ricerca al forum RI.U.SO03: per il riscaldamento e l’elettricità nelle abitazioni si spendono più di 45 miliardi di euro

Vedi Aggiornamento del 06/07/2015
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 06/07/2015
26/02/2014 - L’Italia spende 45,2 miliardi di euro ogni anno per i consumi termici ed elettrici negli 11,8 milioni di edifici residenziali, 1,3 miliardi nelle 52mila scuole e 644 milioni nei 13,7mila edifici pubblici. È quanto emerge dalla ricerca del Cresme presentata ieri al forum RI.U.SO03, promosso da Ance, Consiglio nazionale degli architetti e Legambiente.
 
Una situazione che, sostiene la ricerca, rende necessario migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti attraverso un programma di riqualificazione, che già ora rappresenta il comparto delle costruzioni che ha tenuto meglio alla crisi.
 
Questi, in sintesi, i punti della ricerca del Cresme:
 
Riqualificazione settore trainante dell’edilizia
Secondo l’indagine condotta, tra il 2006 e il 2013 il valore complessivo della produzione si è ridotto del 32%, gli investimenti in nuova edilizia residenziale sono crollati del 58,7% e il giro di affari del mercato immobiliare si è ridotto a causa del crollo del numero delle compravendite e dei prezzi del 60%. La crisi non ha risparmiato gli investimenti in edilizia non residenziale e le opere del genio civile.
 
Accanto a questa dinamica, bisogna però notare che c’è un nuovo ciclo edilizio trainato dall’attività di riqualificazione del patrimonio edilizio e dall’energy technology. Dal 2006 al 2013 il peso dell’attività di manutenzione e recupero del patrimonio esistente sul totale del valore della
produzione è cresciuto di oltre 11 punti percentuali. Si arriva a questo risultato da un lato per la pesante riduzione degli investimenti in nuove costruzioni, che da 85 miliardi di euro del 2006 sono passati a meno di 51 nel 2013, e dall’altro per la crescita dell’attività di manutenzione che è passata dai 106,5 miliardi di euro del 2006 ai 115,1 del 2013. Bisogna infine considerare il comparto delle fonti energetiche rinnovabili, che nel 2013 ha registrato investimenti pari a 7,5 miliardi di euro.
 
Si può quindi concludere che se, nel 2013, il valore della produzione delle costruzioni secondo il Cresme, è pari a 173,5 miliardi di euro, la spesa per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente, che comprende anche l’efficientamento energetico, ammonta a 115,1 miliardi di euro, pari al 66,4% dell’intero mercato.
 
Impatto degli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica
Il Cresme ha stimato le dimensioni degli incentivi fiscali dal 1998 al 2013 ripercorrendo le norme che hanno introdotto e poi modificato i tetti di spesa agevolabile, le percentuali delle detrazioni fiscali riconosciute agli interventi di ristrutturazione e gli anni in cui spalmare il rimborso ottenuto a titolo di agevolazione.
 
Nel 2012, il livello dei lavori incentivati registra un significativo incremento, dopo la caduta registrata nel 2011 (14,5 miliardi di euro nel 2012 rispetto a 12 miliardi di euro nel 2011). Si tratta di una situazione determinata dalla crescita delle ristrutturazioni edilizie (11,5 miliardi di euro, contro gli 8,7 del 2011), mentre si registra una ulteriore riduzione, dopo quella del 2011, degli interventi finalizzati al risparmio energetico (3 miliardi di euro contro i 3,3 del 2011). Ciò dipende in buona parte dall’incremento dal 36% al 50% delle detrazioni sugli interventi di ristrutturazione e al raddoppio del tetto di spesa agevolabile.
 
Nel 2013, invece, gli investimenti in ristrutturazioni edilizie si sono attestati sui 14,6 miliardi di euro e quelli per le riqualificazioni energetiche sono arrivati a 4,4 miliardi, per un totale di 19 miliardi.
 
La situazione dei consumi
Nonostante le politiche incentivanti abbiano dato impulso al miglioramento energetico degli edifici, in Italia i consumi per il riscaldamento e l’elettricità delle abitazioni costano 45,2 miliardi di euro, quelli delle scuole 1,3 miliardi e quelli degli edifici pubblici 644 milioni.
 
Per raggiungere dei risparmi energetici sarebbe necessario agire sui segmenti del patrimonio edilizio più deboli dal punto di vista energetico e maggiormente energivori, come il 49% di edifici per uffici pubblici che ha più di 70 anni o il 35% delle scuole costruite più di 50 anni fa con il vetro singolo.




 
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