Ritardo pagamenti, l’Ue avvia la procedura di infrazione
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NORMATIVA
Ritardo pagamenti, l’Ue avvia la procedura di infrazione
L’Italia avrà cinque settimane per dimostrare di non aver violato le norme comunitarie, poi pagherà fino a 5 miliardi
Vedi Aggiornamento del 07/12/2018
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04/02/2014 - È stata avviata la procedura di infrazione contro l’Italia che, afferma Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea con delega all'Industria e all'Imprenditoria, è il peggior pagatore d’Europa.
La decisione, presa dopo aver visionato i dati sui tempi di pagamento raccolti da Confartigianato e Ance, è stata comunicata durante una conferenza stampa nella sede della Commissione Europea a Roma, cui ha preso parte anche l’associazione degli edili.
Secondo Tajani, con i ripetuti ritardi nei pagamenti a favore di professionisti e imprese, l’Italia ha violato gli articoli 4 e 7 della Direttiva 2011/7/Ue. La normativa comunitaria impone alle Amministrazioni di saldare i pagamenti entro 30 giorni e ammette un allungamento a 60 giorni solo per le PA che forniscono assistenza sanitaria e per quelle soggette, come imprese pubbliche, ai requisiti di trasparenza finanziaria. Allo stesso tempo, la Direttiva vieta le prassi inique e l’inserimento di clausole che possano risultare vessatorie.
Si tratta di regole, ha spiegato Tajani, che l’Italia non rispetta sia perché sfora i termini di pagamento sia perché in alcuni casi la Pubblica Amministrazione chiede la postdatazione della fattura, che è considerata una prassi iniqua ai danni delle imprese.
Dopo aver accertato una realtà diffusa di ritardo, Tajani ha fatto partire la prima lettera di contestazione. L’Italia avrà cinque settimane per rispondere e dimostrare di non aver violato la normativa europea. In caso contrario verrà inviata la lettera di messa in mora e la sanzione potrebbe ammontare a 3 o 4 miliardi di euro.
La decisione, presa dopo aver visionato i dati sui tempi di pagamento raccolti da Confartigianato e Ance, è stata comunicata durante una conferenza stampa nella sede della Commissione Europea a Roma, cui ha preso parte anche l’associazione degli edili.
Secondo Tajani, con i ripetuti ritardi nei pagamenti a favore di professionisti e imprese, l’Italia ha violato gli articoli 4 e 7 della Direttiva 2011/7/Ue. La normativa comunitaria impone alle Amministrazioni di saldare i pagamenti entro 30 giorni e ammette un allungamento a 60 giorni solo per le PA che forniscono assistenza sanitaria e per quelle soggette, come imprese pubbliche, ai requisiti di trasparenza finanziaria. Allo stesso tempo, la Direttiva vieta le prassi inique e l’inserimento di clausole che possano risultare vessatorie.
Si tratta di regole, ha spiegato Tajani, che l’Italia non rispetta sia perché sfora i termini di pagamento sia perché in alcuni casi la Pubblica Amministrazione chiede la postdatazione della fattura, che è considerata una prassi iniqua ai danni delle imprese.
Dopo aver accertato una realtà diffusa di ritardo, Tajani ha fatto partire la prima lettera di contestazione. L’Italia avrà cinque settimane per rispondere e dimostrare di non aver violato la normativa europea. In caso contrario verrà inviata la lettera di messa in mora e la sanzione potrebbe ammontare a 3 o 4 miliardi di euro.
Norme correlate
Direttiva CEE 16/02/2011 n.2011/7/UE
Parlamento e Consiglio Europeo - Direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali
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