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L'urbanistica potrebbe tornare di esclusiva competenza statale

L'urbanistica potrebbe tornare di esclusiva competenza statale

Tra le materie sottratte alle Regioni ci sarebbero anche sicurezza sul lavoro e ordinamento delle professioni

Vedi Aggiornamento del 28/01/2016
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 28/01/2016
26/03/2014 - L’urbanistica e il governo del territorio, la sicurezza sul lavoro e l’ordinamento delle professioni intellettuali potrebbero rientrare tra le competenze esclusive dello Stato, lasciando un margine d’azione praticamente nullo alle Regioni. Sono le novità contenute nella bozza di ddl Costituzionale proposto dal Governo Renzi.
 
Cosa prevede il ddl Costituzionale
La bozza di ddl Costituzionale cambia le carte in tavola sottraendo una serie di competenze alla legislazione concorrente tra Stato e Regioni. In particolare, con l’approvazione del testo di legge rientrerebbero nella competenza legislativa esclusiva dello Stato:
- la regolamentazione delle opere di ingegno,
- la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali,
- l’ordinamento delle professioni intellettuali,
- la sicurezza sul lavoro,
- il governo del territorio e l’urbanistica,
- la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia.

Cosa cambierebbe
Ricordiamo che, dopo la riforma costituzionale del 2001, materie come il governo del territorio, le infrastrutture e l’energia sono soggette alla legislazione concorrente. Ciò significa che, negli ambiti di propria competenza, le Regioni varano le proprie leggi, che coesistono con le norme statali.
 
Tutto ciò spesso ha portato ad una situazione normativa frastagliata “a macchia di leopardo” e alla creazione di conflitti di competenza tra Stato ed enti locali, che non facilitano gli investimenti.
 
Un operatore, interessato ad esempio a finanziare la realizzazione di un’infrastruttura, può essere scoraggiato dall’incertezza normativa, che può avere ripercussioni negative sui tempi e sui costi di realizzazione dell’opera. La situazione, inoltre, si ripeterebbe se l’operatore fosse interessato alla realizzazione di un’opera anche in un’altra zona, perché si dovrebbe confrontare con una normativa quasi sicuramente diversa e con i contenziosi ad essa connessi.
 
Tornare alla competenza esclusiva dello Stato da una parte significherebbe semplificare il panorama normativo, dando la certezza chiesta più volte dagli addetti ai lavori. D’altro canto si limiterebbe il potere delle Regioni, il cui obiettivo è quello di creare norme maggiormente rispondenti alle specificità territoriali.
 
La posizione delle Regioni
Le Regioni, che a grandi linee approvano il taglio del ddl Costituzionale, puntano a mantenere una certa competenza concorrente con lo Stato. Nel documentoconsegnato dal Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, le Regioni hanno fatto notare che il ddl Costituzionale non indica in modo chiaro le competenze legislative regionali. Gli ambiti d’azione delle Regioni dovrebbero cioè essere desunti in modo residuale. Un’impostazione che non piace ai rappresentanti degli enti locali, che vorrebbero invece un elenco espresso, anche se non esaustivo, delle competenze regionali.

La Conferenza delle Regioni approva che sia lo Stato ad occuparsi in modo esclusivo di energia, grandi infrastrutture,  e reti di trasporto, ma solo per l’interesse nazionale.
  
D’altro canto, la Conferenza delle Regioni sostiene che la revisione delle competenze legislative non può tradursi in un accentramento in capo allo Stato. In particolare, le Regioni manifestano preoccupazione per il fatto che possa essere lo Stato ad occuparsi esclusivamente di  governo del territorio e urbanistica perché in questo modo non potrebbero partecipare alla programmazione infrastrutturale per la parte riguardante lo sviluppo regionale.
 
A detta delle Regioni, infine, l’utilizzo della clausola di supremazia, cioè la possibilità di intervento nelle materie di competenza regionale, dovrebbe avvenire unicamente per tutelare l’interesse nazionale e solo dopo aver ottenuto il parere positivo della Camera.



 
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