
Piano Casa: inizia in Senato l'iter per la conversione in legge
NORMATIVA
Piano Casa: inizia in Senato l'iter per la conversione in legge
Senatore Mirabelli: le politiche abitative siano competenza esclusiva dello Stato, coinvolgere i Comuni proprietari di immobili
Vedi Aggiornamento
del 09/05/2014
15/04/2014 - È iniziato in Commissione Ambiente e lavori Pubblici del Senato l’iter per l'approvazione del disegno di legge che converte il DL 47/2014 - Piano Casa. Un buon provvedimento, che secondo il senatore Pd Franco Mirabelli, relatore della norma per la Commissione Ambiente del Senato, potrebbe essere ulteriormente migliorato.
I contenuti del Piano Casa
Ricordiamo che tra le maggiori novità del Piano Casa varato dal Governo Renzi ci sono lo stanziamento di 568 milioni di euro per il recupero e la realizzazione di alloggi sociali, la cedolare secca al 10%, incentivi per chi è in affitto e per chi vuole riscattare la propria abitazione.
Il piano di recupero degli alloggi sociali, che prevede interventi di manutenzione straordinaria per l'adeguamento energetico, impiantistico, statico e il miglioramento sismico, sarà finanziato con 468 milioni, cui se ne aggiungono altri 100 destinati alle Regioni e ai Comuni intenzionati ad aumentare il numero degli alloggi sociali in locazione senza consumo di nuovo suolo, ma attraverso politiche di rigenerazione urbana.
Il Piano Casa prevede inoltre un programma di alienazione degli immobili di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, che servirà a finanziare la realizzazione di nuovi alloggi e la manutenzione di quelli esistenti, ma anche il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, in cui confluiranno 100 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015, e del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, cui andranno 226 milioni.
Per favorire l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti, la cedolare secca viene ridotta al 10%. Allo stesso tempo, per chi mette in affitto alloggi sociali nuovi o ristrutturati i redditi derivanti dalla locazione non concorreranno alla formazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella misura del 40% per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.
Dal 2014 al 2016, gli inquilini con un reddito fino a 15.493,71 euro potranno avere una detrazione pari a 900 euro. Per quelli con un redito tra i 15.493,71 e i 30.987,41 euro la detrazione sarà di 450 euro.
Dopo almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino potrà infine riscattare il proprio alloggio.
Le osservazioni per migliorare la norma
Secondo Mirabelli, la competenza sulle politiche abitative non può più essere concorrente per due motivi. Innanzitutto perché molto spesso la carenza di risorse nelle Regioni ha di fatto provocato l’assenza di misure in grado di risolvere la tensione abitativa. In secondo luogo perché non è accettabile che le politiche per la casa siano diverse sul territorio nazionale.
Non bisogna inoltre limitarsi, ha aggiunto Mirabelli, ad associare l’edilizia residenziale pubblica agli Iacp, istituti autonomi case popolari Per aumentare la disponibilità di alloggi è necessario infatti includere i Comuni quando questi sono proprietari di case.
Una nota i apprezzamento è stata poi espressa per la disposizione che stanzia 500 milioni di euro per la riqualificazione degli alloggi sociali, cui si aggiungono altri 60 milioni di euro in tre anni. Si tratta, sostiene Mirabelli, di una misure simile ai Contratti di Quartiere. Per evitare che alcuni interventi non siano terminati, disperdendo le risorse, il Piano Casa del Governo Renzi prevede che gli interventi e l’uso delle risorse siano monitorati con una serie di decreti.
I contenuti del Piano Casa
Ricordiamo che tra le maggiori novità del Piano Casa varato dal Governo Renzi ci sono lo stanziamento di 568 milioni di euro per il recupero e la realizzazione di alloggi sociali, la cedolare secca al 10%, incentivi per chi è in affitto e per chi vuole riscattare la propria abitazione.
Il piano di recupero degli alloggi sociali, che prevede interventi di manutenzione straordinaria per l'adeguamento energetico, impiantistico, statico e il miglioramento sismico, sarà finanziato con 468 milioni, cui se ne aggiungono altri 100 destinati alle Regioni e ai Comuni intenzionati ad aumentare il numero degli alloggi sociali in locazione senza consumo di nuovo suolo, ma attraverso politiche di rigenerazione urbana.
Il Piano Casa prevede inoltre un programma di alienazione degli immobili di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, che servirà a finanziare la realizzazione di nuovi alloggi e la manutenzione di quelli esistenti, ma anche il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, in cui confluiranno 100 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015, e del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, cui andranno 226 milioni.
Per favorire l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti, la cedolare secca viene ridotta al 10%. Allo stesso tempo, per chi mette in affitto alloggi sociali nuovi o ristrutturati i redditi derivanti dalla locazione non concorreranno alla formazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella misura del 40% per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori.
Dal 2014 al 2016, gli inquilini con un reddito fino a 15.493,71 euro potranno avere una detrazione pari a 900 euro. Per quelli con un redito tra i 15.493,71 e i 30.987,41 euro la detrazione sarà di 450 euro.
Dopo almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino potrà infine riscattare il proprio alloggio.
Le osservazioni per migliorare la norma
Secondo Mirabelli, la competenza sulle politiche abitative non può più essere concorrente per due motivi. Innanzitutto perché molto spesso la carenza di risorse nelle Regioni ha di fatto provocato l’assenza di misure in grado di risolvere la tensione abitativa. In secondo luogo perché non è accettabile che le politiche per la casa siano diverse sul territorio nazionale.
Non bisogna inoltre limitarsi, ha aggiunto Mirabelli, ad associare l’edilizia residenziale pubblica agli Iacp, istituti autonomi case popolari Per aumentare la disponibilità di alloggi è necessario infatti includere i Comuni quando questi sono proprietari di case.
Una nota i apprezzamento è stata poi espressa per la disposizione che stanzia 500 milioni di euro per la riqualificazione degli alloggi sociali, cui si aggiungono altri 60 milioni di euro in tre anni. Si tratta, sostiene Mirabelli, di una misure simile ai Contratti di Quartiere. Per evitare che alcuni interventi non siano terminati, disperdendo le risorse, il Piano Casa del Governo Renzi prevede che gli interventi e l’uso delle risorse siano monitorati con una serie di decreti.