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Appalti, gli ingegneri chiedono un mercato più aperto ai giovani

Appalti, gli ingegneri chiedono un mercato più aperto ai giovani

Convocato per inizio giugno dal Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi un tavolo tecnico per le riforme

Vedi Aggiornamento del 07/04/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 07/04/2015
28/05/2014 - Un mercato più aperto e trasparente, meno norme ma più certe, maggiore accesso ai giovani professionisti.
 
Sono queste le istanze che gli ingegneri porteranno al tavolo tecnico per la riforma totale degli appalti pubblici che il Ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi convocherà per i primi di giugno.
 
L’impegno ad istituire il tavolo è stato preso dal Ministro Lupi mercoledì scorso, durante un  convegno organizzato a Milano dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, insieme all’Ordine degli Ingegneri Milano e alla Consulta lombarda degli ingegneri.
 
“È molto tempo che chiediamo l’istituzione di una struttura simile - ha spiegato il presidente del CNI Armando Zambrano - alla quale è stata ora invitata a partecipare anche la Rete delle Professioni Tecniche, ovvero quelle figure, tra cui gli ingegneri, che conoscono criticità e problematiche del settore, profondamente e dal di dentro”.
 
Il tavolo sarà un’occasione utile anche a ribadire l’importanza di “riportare al centro del settore la progettazione” come ha ricordato ancora il Presidente Zambrano, pratica ultimamente posta sempre di più in secondo piano.
 
“La Pubblica Amministrazione - ha detto Zambrano - tende ad avocare a sé le operazioni di progettazione, i cui lavori finiscono solitamente per essere poi comunque affidati alle aziende in un sistema di appalti integrati, con la conseguenza che il controllo finale si perde totalmente. A questo siamo contrari, per questo chiediamo di porre al centro la progettazione, pratica garante della qualità delle prestazioni e di costi e tempi certi”.
 
Su questo punto, circa tre settimane fa, nel corso di un convegno a Roma, il Ministro Lupi aveva già espresso l’intenzione di cogliere l’opportunità offerta dalla riforma dei lavori pubblici per restituire alla Pubblica Amministrazione le sue originarie funzioni di indirizzo e controllo.
 
Nel corso del convegno, è stata ribadita la necessità di rendere più agevole l’accesso al mercato, cioè - come hanno spiegato il Presidente della Consulta Lombarda, Marco Belardi, e il Presidente dell’Ordine Ingegneri Milano, Stefano Calzolari - di “rimuovere le regole attuali che impediscono la partecipazione alle gare ai giovani ed ai meno giovani che non siano in possesso di strutture professionali di notevoli dimensioni”.
 
Necessità sulla quale i progettisti hanno incassato il consenso dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, il cui Presidente Sergio Santoro, sollecitato dal Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, Ermete Realacci, si è impegnato a far applicare alle stazioni appaltanti l’art. 41 comma 2 del Codice Appalti, secondo cui sono ‘illegittimi i criteri che fissano senza congrua motivazione limiti di accesso connessi al fatturato’.

“Siamo di fronte ad un primo passo - ha detto Armando Zambrano. Finalmente le forze politiche si stanno accorgendo che il mercato dei lavori pubblici è caratterizzato da distorsioni gravi che generano ritardi, costi di realizzazione superiori di oltre 30% rispetto alla media europea, inefficienze”. “Noi - ha proseguito - denunciamo con particolare forza la chiusura del mercato dei bandi di progettazione alla quasi totalità dei professionisti, causata da una illegittima determinazione, da parte delle stazioni appaltanti, dei requisiti di qualificazione in termini di fatturato e dipendenti, sproporzionati rispetto al valore degli appalti”.
 
“La lettera dell’On. Realacci e la risposta del Presidente Santoro - ha concluso Zambrano - costituiscono certamente un primo risultato anche se molte rimangono le distorsioni da eliminare. Centralità della progettazione, attraverso l’affidamento a professionisti qualificati e non agli uffici interni della pubblica amministrazione; affidamento dei lavori solo sulla base di progetti esecutivi; lotta ai ribassi lunari negli affidamenti degli incarichi di progettazione attraverso l’applicazione obbligatoria del dm 143 per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d’asta; utilizzo esclusivo del criterio di aggiudicazione dell’offerta economica più vantaggiosa; obbligo di definire un limite massimo ai ribassi sull’offerta economica per gli affidamenti di progettazione. Anche su questi aspetti ci auguriamo, in vista del recepimento delle nuove direttive europee, che le forze politiche e le istituzioni preposte dimostrino sensibilità è esprimano concrete iniziative per riportare il mercato dei lavori pubblici nell’alveo della legalità, della trasparenza, della concorrenza e della qualità”.

Tornando al convegno di Milano, è stata rinnovata dagli ingegneri anche la richiesta di trasparenza “garantita, nelle gare per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria, da procedure di selezione più controllate e rigorose. Occorre - secondo il CNI -, da un lato ridurre gli eccessivi ribassi negli affidamenti dei servizi, grazie all’ampliamento del numero dei partecipanti alle gare, dall’altro promuovere un più facile e snello affidamento delle procedure”.
 
“I progetti vanno affidati all’esterno con eccezione dei casi virtuosi di uffici di progettazione che redigono progetti per mestiere” ha concluso Gianni Massa, vicepresidente del CNI. “La credibilità persa dalla politica - ha ribadito Gianni Massa alle parole del Ministro e lanciando l'hashtag #diamocilescadenze - può essere riconquistata solo attuando in tempi brevi le promesse”.
 
 

 
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