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DM Parametri, Aicarr: penalizzati gli impianti meccanici

DM Parametri, Aicarr: penalizzati gli impianti meccanici

Per il legislatore progettare impianti meccanici richiede impegno e capacità minori rispetto alle opere edili

Vedi Aggiornamento del 13/06/2014
di Paola Mammarella
11/06/2014 - "Le valutazioni del DM Parametri sugli impianti meccanici sono scorrette, inadeguate e incomplete". A denunciare lo scarso peso dato alla complessità e alle competenze tecniche necessarie per la progettazione degli impianti meccanici è un documentodiffuso dall’associazione italiana condizionamento dell’aria, riscaldamento e refrigerazione (AICARR).
 
L’analisi di Aicarr si è concentrata sul parametro G, che individua il grado di complessità della prestazione.
 
In primo luogo, Aicarr ha rilevato che il DM 143/2013 annovera tra le opere inerenti agli impianti meccanici negli edifici gli impianti per l'approvvigionamento, la preparazione e la distribuzione di acqua nell'interno di edifici o per scopi industriali, impianti sanitari, impianti di fognatura domestica od industriale ed opere relative al trattamento delle acque di rifiuto, reti di distribuzione di combustibili liquidi o gassosi, impianti per la distribuzione dell’aria compressa del vuoto e di gas medicali, impianti e reti antincendio, impianti di riscaldamento e raffrescamento, climatizzazione, trattamento dell’aria, impianti meccanici di distribuzione fluidi e impianti solari termici.
 
Il grado di complessità assegnato alla realizzazione di queste opere, sottolinea Aicarr, è compreso tra 0,75 e 0, 85. Alle opere edili e strutturali è invece assegnato un grado di complessità compreso, rispettivamente, tra 0,95 e 1,2 e tra 0,95 e 1,15. Per quanto riguarda gli impianti elettrici, infine, il grado di complessità varia da 1,15 a 1,30.
 
Ciò a detta di Aicarr significa che, secondo il legislatore, progettare opere edili e impianti elettrici comporta impegno e capacità professionali maggiori rispetto a quelle necessarie per progettare gli impianti meccanici.
 
Si tratta, afferma Aicarr, di un approccio sbagliato, che non considera come il grado di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica, richiesti negli interventi di nuova costruzione e riqualificazione, comporti oneri crescenti a carico dei progettisti degli impianti meccanici. Ai progettisti, infatti, sono richieste non solo approfondite conoscenze scientifiche in settori dell'ingegneria e dell'architettura che fanno capo alla Fisica Tecnica, ma anche il costante aggiornamento in ambito normativo e tecnologico.

Basti pensare alle regole sul rendimento energetico in edilizia e sulla certificazione energetica, che sono sempre in evoluzione e richiedono soluzioni impiantistiche nuove, o al fatto che ai calcoli tradizionalmente richiesti si sono aggiunte le simulazioni termo energetiche, volte a caratterizzare il comportamento energetico del sistema edificio-impianti in modo da poterne prevedere le prestazioni, i consumi e le relative percentuali di copertura mediante le diverse fonti di energia. Ma non solo, perché nelle procedure di certificazione della sostenibilità secondo i protocolli più diffusi in Italia, quali LEED, ITACA e BREEAM, gli oneri maggiori ricadono quasi integralmente sugli impianti meccanici.
 
Secondo Aicarr, a rendere complessa la progettazione di un impianto meccanico sono infine l’analisi comparata fra molteplici soluzioni progettuali e l’attività integrata e coordinata con i colleghi architetti e strutturisti per la definizione degli spazi tecnici.
 
Ricordiamo che il grado di complessità dell’opera impatta sul compenso posto a base di gara nell’affidamento dei servizi di progettazione. Dalle valutazioni espresse da Aicarr si desume quindi che il parametro andrebbe rivisto per non penalizzare chi progetta gli impianti meccanici.



 
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