NORMATIVA
Patente a punti in edilizia, non tutti devono richiederla
Dissesto idrogeologico: ‘non più emergenza ma prevenzione’
AMBIENTE
Dissesto idrogeologico: ‘non più emergenza ma prevenzione’
Ermete Realacci: ‘il decreto Sblocca-Italia deve partire dalla messa in sicurezza del nostro fragile territorio’
24/07/2014 - Il Governo intende improntare le politiche sul dissesto idrogeologico non più alla logica dell’emergenza ma a quella della prevenzione.
Lo ha detto ieri Erasmo D’Angelis, coordinatore di ItaliaSicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche di Palazzo Chigi, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera.
D’Angelis ha ricordato alcuni dati: la task force attuerà interventi per 4 miliardi di euro, dei quali 2,2 miliardi di fondi non spesi sono destinati alla lotta al dissesto idrogeologico; sul fronte della depurazione le verifiche sono ancora in corso,. ma solo per la Sicilia ci sono oltre 1 milione di euro non spesi.
Oltre ai fondi reperiti, la struttura di missione intende utilizzare al meglio le risorse del Quadro comunitario di sostegno 2014/2020, che mobiliteranno risorse per oltre 100 miliardi di euro e ne destina almeno il 20% all’adattamento ai mutamenti climatici e alla riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico derivanti proprio dal cambiamento climatico in atto.
Soddisfatto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, secondo il quale “il decreto Sblocca-Italia deve partire dalla messa in sicurezza del nostro fragile territorio, che può produrre buona occupazione legata al territorio in un settore in crisi come quello dell’edilizia, oltre che una essenziale azione di prevenzione del dissesto idrogeologico e quindi maggiore sicurezza per i cittadini”.
“Basti ricordare - ha proseguito Realacci - che il costo dei danni legato ad alluvioni e frane dal dopoguerra a oggi è stimato da Cresme e Ance in 61,5 miliardi di euro. Un cifra che dà la misura di quanto sia necessario un deciso cambio di rotta sulla via della prevenzione. Proprio in questo senso si è sempre mossa l’attività della Commissione Ambiente della Camera, che lo scorso ottobre ha approvato all’unanimità una risoluzione, di cui sono primo firmatario, che chiedeva per la difesa del suolo almeno 500 milioni annui” ha concluso Realacci.
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Lo ha detto ieri Erasmo D’Angelis, coordinatore di ItaliaSicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche di Palazzo Chigi, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera.
D’Angelis ha ricordato alcuni dati: la task force attuerà interventi per 4 miliardi di euro, dei quali 2,2 miliardi di fondi non spesi sono destinati alla lotta al dissesto idrogeologico; sul fronte della depurazione le verifiche sono ancora in corso,. ma solo per la Sicilia ci sono oltre 1 milione di euro non spesi.
Oltre ai fondi reperiti, la struttura di missione intende utilizzare al meglio le risorse del Quadro comunitario di sostegno 2014/2020, che mobiliteranno risorse per oltre 100 miliardi di euro e ne destina almeno il 20% all’adattamento ai mutamenti climatici e alla riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico derivanti proprio dal cambiamento climatico in atto.
Soddisfatto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, secondo il quale “il decreto Sblocca-Italia deve partire dalla messa in sicurezza del nostro fragile territorio, che può produrre buona occupazione legata al territorio in un settore in crisi come quello dell’edilizia, oltre che una essenziale azione di prevenzione del dissesto idrogeologico e quindi maggiore sicurezza per i cittadini”.
“Basti ricordare - ha proseguito Realacci - che il costo dei danni legato ad alluvioni e frane dal dopoguerra a oggi è stimato da Cresme e Ance in 61,5 miliardi di euro. Un cifra che dà la misura di quanto sia necessario un deciso cambio di rotta sulla via della prevenzione. Proprio in questo senso si è sempre mossa l’attività della Commissione Ambiente della Camera, che lo scorso ottobre ha approvato all’unanimità una risoluzione, di cui sono primo firmatario, che chiedeva per la difesa del suolo almeno 500 milioni annui” ha concluso Realacci.
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