NORMATIVA
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Ance: la situazione è drammatica, forse è il caso di chiudere le imprese
LAVORI PUBBLICI
Ance: la situazione è drammatica, forse è il caso di chiudere le imprese
Le proposte dei costruttori edili: attuare il Piano Scuole coinvolgendo le imprese di tutta la filiera, puntare sulla rigenerazione delle città
24/07/2014 - “La situazione è così drammatica per il settore delle costruzioni che viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di chiudere le nostre imprese con il minor danno possibile per i nostri dipendenti”. Con queste parole il Presidente dell’Ance Paolo Buzzetti ha aperto l’Assemblea annuale martedì scorso a Roma.
“Anche se si respira un nuovo clima di fiducia grazie agli importanti annunci del Governo - ha detto Buzzetti -, ora servono misure concrete, perché i continui ‘stop and go’ non stanno facendo ripartire il motore dell’economia. È indispensabile un patto tra Governo e la filiera delle costruzioni, primo vero motore economico del mercato interno italiano e unico in grado di far ripartire in modo stabile occupazione e crescita”.
Qualcosa però comincia a muoversi. “Abbiamo firmato ieri un importante protocollo volto a risolvere il problema dei pagamenti alle imprese di costruzione” - ha detto Buzzetti. “L’impegno formale del Governo di allentare il Patto di stabilità per consentire una soluzione strutturale a questo grave malcostume che ha causato la chiusura di centinaia di aziende è una buona notizia alla quale speriamo segua un atto concreto”.
Quanto agli investimenti in infrastrutture, il presidente dell’Ance ha ricordato che “oggi solo l’1,6% del bilancio dello Stato è destinato alle opere pubbliche, ma il debito pubblico è cresciuto perché è aumentata la spesa corrente. Bisogna capire che spendere nella manutenzione del Paese, nelle scuole e nelle infrastrutture è l’unica soluzione per far ripartire il Pil dell’Italia”.
E ben venga dunque il Piano Scuole del Governo, illustrato alla platea dal Sottosegretario all’istruzione Roberto Reggi. “Ora però è necessario - secondo l’Ance - garantire che questi interventi avvengano con il massimo della trasparenza e con il coinvolgimento delle imprese di tutta la filiera: dagli artigiani per gli interventi minori fino alle imprese di costruzione”.
Per quel che riguarda tutte le altre opere pubbliche, un’importante apertura è arrivata dal Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, che nel suo intervento ha dichiarato che “il via libera al decreto ‘Sblocca Italia’ dovrebbe arrivare entro il prossimo 31 luglio”, confermando le parole del Ministro Maurizio Lupi.
“Abbiamo riacceso i riflettori sul grave problema del dissesto idrogeologico, con il web-doc di denuncia #DissestoItalia e con un pacchetto di proposte presentati a Palazzo Chigi. Il piano di manutenzione ormai è stato lanciato, noi ci attiveremo affinché i cantieri siano modello di efficienza, sicurezza e qualità” - ha proseguito Buzzetti.
“La casa è diventata il bancomat del Paese, la patrimoniale ripetuta” - ha detto il presidente dell’Ance, fornendo i dati: si è passati da 9 miliardi a 26 di gettito fiscale. “Le prime case sono inaccessibili, le seconde non sono più un investimento, gli affitti non sono più remunerativi! Occorrono misure e incentivi fiscali come quelli adottati in Francia e Germania che hanno fatto ripartire il mercato”.
“Anche le aziende e i loro beni strumentali sono tartassati da un regime fiscale iniquo e penalizzante: per i capannoni con l’effetto dell’Imu e della Tasi si è praticamente raddoppiato il valore del prelievo fiscale e c’è il rischio che, con la riforma del catasto, arrivi una nuova batosta” - ha avvertito Buzzetti.
Il futuro, secondo i costruttori, è la rigenerazione delle città. Il loro rilancio può fare in modo che le nostre città tornino a competere a livello internazionale. Secondo l’Ance “occorre un nuovo modello sulla scorta di quello francese: centralità del Governo con piani nazionali, declinati poi a livello locale con il coinvolgimento degli amministratori e di tutti gli stakeholders. I soldi per realizzare un grande Piano Città ci sono: i fondi europei che non riusciamo a spendere ogni anno e che invece potrebbero fare da grande volano”.
Infine, Buzzetti ha stigmatizzato le strutture speciali, le procedure d’urgenza per eventi spesso programmati da tempo, che consentono di derogare alle leggi ordinarie e di evitare le gare. Questa denuncia, ha ricordato, è stata già fatta dall’Ance in relazione ai lavori dell’Expo 2015, ora al centro di indagini giudiziarie.
I costruttori propongono di ripristinare una figura di responsabilità come quella del vecchio ingegnere capo, che assicurava la qualità del risultato: “serve - secondo l’Ance - un’adeguata formazione per i funzionari pubblici affinché siano in grado di assicurare la qualità del prodotto piuttosto che la correttezza formale delle procedure”. Un’altra proposta sono degli elenchi, depositati presso una struttura terza, dai quali scegliere i Presidenti delle commissioni aggiudicatrici, così da garantirne imparzialità e professionalità.
E ancora, per l’Ance è necessario superare il meccanismo del massimo ribasso, “che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo è l’emblema della deresponsabilizzazione dell’amministrazione rispetto alla gara. Le responsabilità devono essere chiare per tutti: chi sbaglia paga sia esso l’amministratore, il costruttore o il progettista” - ha detto Buzzetti.
E l’Ance si sta impegnando in prima linea per definire criteri etici e per fare dell’Associazione sempre più un marchio di qualità.
Foto: @danicodispoti
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“Anche se si respira un nuovo clima di fiducia grazie agli importanti annunci del Governo - ha detto Buzzetti -, ora servono misure concrete, perché i continui ‘stop and go’ non stanno facendo ripartire il motore dell’economia. È indispensabile un patto tra Governo e la filiera delle costruzioni, primo vero motore economico del mercato interno italiano e unico in grado di far ripartire in modo stabile occupazione e crescita”.
Qualcosa però comincia a muoversi. “Abbiamo firmato ieri un importante protocollo volto a risolvere il problema dei pagamenti alle imprese di costruzione” - ha detto Buzzetti. “L’impegno formale del Governo di allentare il Patto di stabilità per consentire una soluzione strutturale a questo grave malcostume che ha causato la chiusura di centinaia di aziende è una buona notizia alla quale speriamo segua un atto concreto”.
Quanto agli investimenti in infrastrutture, il presidente dell’Ance ha ricordato che “oggi solo l’1,6% del bilancio dello Stato è destinato alle opere pubbliche, ma il debito pubblico è cresciuto perché è aumentata la spesa corrente. Bisogna capire che spendere nella manutenzione del Paese, nelle scuole e nelle infrastrutture è l’unica soluzione per far ripartire il Pil dell’Italia”.
E ben venga dunque il Piano Scuole del Governo, illustrato alla platea dal Sottosegretario all’istruzione Roberto Reggi. “Ora però è necessario - secondo l’Ance - garantire che questi interventi avvengano con il massimo della trasparenza e con il coinvolgimento delle imprese di tutta la filiera: dagli artigiani per gli interventi minori fino alle imprese di costruzione”.
Per quel che riguarda tutte le altre opere pubbliche, un’importante apertura è arrivata dal Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, che nel suo intervento ha dichiarato che “il via libera al decreto ‘Sblocca Italia’ dovrebbe arrivare entro il prossimo 31 luglio”, confermando le parole del Ministro Maurizio Lupi.
“Abbiamo riacceso i riflettori sul grave problema del dissesto idrogeologico, con il web-doc di denuncia #DissestoItalia e con un pacchetto di proposte presentati a Palazzo Chigi. Il piano di manutenzione ormai è stato lanciato, noi ci attiveremo affinché i cantieri siano modello di efficienza, sicurezza e qualità” - ha proseguito Buzzetti.
“La casa è diventata il bancomat del Paese, la patrimoniale ripetuta” - ha detto il presidente dell’Ance, fornendo i dati: si è passati da 9 miliardi a 26 di gettito fiscale. “Le prime case sono inaccessibili, le seconde non sono più un investimento, gli affitti non sono più remunerativi! Occorrono misure e incentivi fiscali come quelli adottati in Francia e Germania che hanno fatto ripartire il mercato”.
“Anche le aziende e i loro beni strumentali sono tartassati da un regime fiscale iniquo e penalizzante: per i capannoni con l’effetto dell’Imu e della Tasi si è praticamente raddoppiato il valore del prelievo fiscale e c’è il rischio che, con la riforma del catasto, arrivi una nuova batosta” - ha avvertito Buzzetti.
Il futuro, secondo i costruttori, è la rigenerazione delle città. Il loro rilancio può fare in modo che le nostre città tornino a competere a livello internazionale. Secondo l’Ance “occorre un nuovo modello sulla scorta di quello francese: centralità del Governo con piani nazionali, declinati poi a livello locale con il coinvolgimento degli amministratori e di tutti gli stakeholders. I soldi per realizzare un grande Piano Città ci sono: i fondi europei che non riusciamo a spendere ogni anno e che invece potrebbero fare da grande volano”.
Infine, Buzzetti ha stigmatizzato le strutture speciali, le procedure d’urgenza per eventi spesso programmati da tempo, che consentono di derogare alle leggi ordinarie e di evitare le gare. Questa denuncia, ha ricordato, è stata già fatta dall’Ance in relazione ai lavori dell’Expo 2015, ora al centro di indagini giudiziarie.
I costruttori propongono di ripristinare una figura di responsabilità come quella del vecchio ingegnere capo, che assicurava la qualità del risultato: “serve - secondo l’Ance - un’adeguata formazione per i funzionari pubblici affinché siano in grado di assicurare la qualità del prodotto piuttosto che la correttezza formale delle procedure”. Un’altra proposta sono degli elenchi, depositati presso una struttura terza, dai quali scegliere i Presidenti delle commissioni aggiudicatrici, così da garantirne imparzialità e professionalità.
E ancora, per l’Ance è necessario superare il meccanismo del massimo ribasso, “che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo è l’emblema della deresponsabilizzazione dell’amministrazione rispetto alla gara. Le responsabilità devono essere chiare per tutti: chi sbaglia paga sia esso l’amministratore, il costruttore o il progettista” - ha detto Buzzetti.
E l’Ance si sta impegnando in prima linea per definire criteri etici e per fare dell’Associazione sempre più un marchio di qualità.
Foto: @danicodispoti
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