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Ance: ‘800 mila posti di lavoro persi in 7 anni’
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Ance: ‘800 mila posti di lavoro persi in 7 anni’
Fallite 14200 imprese e investimenti crollati di 59 miliardi, unico dato positivo registrato dalle ristrutturazioni
Vedi Aggiornamento del 23/11/2015
Vedi Aggiornamento del 23/11/2015
10/08/2014 - In sette anni, dal 2007 ad oggi, il settore edile ha perso 800 mila posti di lavoro, ha visto fallire 14200 imprese e ha subito un calo degli investimenti pari a 58,8 miliardi.
Sono questi i dati presentati dall’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) durante la conferenza di presentazione dell’osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni.
Secondo quanto rilevato dall’osservatorio, il calo degli investimenti ha coinvolto la nuova edilizia abitativa, che è scesa di 58,1 punti percentuali, l'edilizia non residenziale privata, che ha registrato un -36,3% e le opere pubbliche, dove la riduzione degli investimenti ha toccato il 48%.
L’unico settore che ha registrato un aumento del 23,6% è stato quello delle manutenzioni e ristrutturazioni, influenzato positivamente dagli incentivi fiscali riconosciuti agli interventi di riqualificazione degli immobili.
Il crollo più preoccupante riguarda i permessi di costruire per la realizzazione di nuove abitazioni, che nel 2013 sono stati 58 mila. L’Ance ha sottolineato che si tratta di un dato vicino ai volumi del 1936 e che se non si attivano subito le risorse, escludendo dal Patto di Stabilità interno gli investimenti, nel 2015 ci sarà un ulteriore calo 2,4%.
Qualche segnale positivo arriva invece dalle compravendite residenziali, che nei primi tre mesi dell'anno sono tornate a crescere, facendo segnare un +4,1% anche se, ha lamentato l’Ance, preoccupa la decisione della Bce di escludere l’edilizia dal nuovo programma di immissione di liquidità.
Per invertire la rotta, l’Ance ha ipotizzato uno scenario con la proroga delle detrazioni fiscali del 50% e 65%, investimenti in opere pubbliche pari a 5 miliardi di euro, derivanti dall’attuazione dei programmi di edilizia scolastica e di risanamento idrogeologico, e il varo del decreto Sblocca Italia, pensato per la velocizzazione delle opere bloccate o incompiute. L’Ance ha però aggiunto che, anche se i programmi fossero attuati rapidamente, per una vera inversione di tendenza sarebbe necessario l’allentamento dei vincoli finanziari, come il patto di stabilità interno, e la semplificazione delle procedure.
L’associazione degli edili ha inoltre messo in evidenza l’aumento della tassazione sulla casa, che negli ultimi tre anni è aumentata del 200%.
Per aggiornamenti in tempo reale su questo argomento segui la nostra redazione anche su Facebook, Twitter e Google+
Sono questi i dati presentati dall’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) durante la conferenza di presentazione dell’osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni.
Secondo quanto rilevato dall’osservatorio, il calo degli investimenti ha coinvolto la nuova edilizia abitativa, che è scesa di 58,1 punti percentuali, l'edilizia non residenziale privata, che ha registrato un -36,3% e le opere pubbliche, dove la riduzione degli investimenti ha toccato il 48%.
L’unico settore che ha registrato un aumento del 23,6% è stato quello delle manutenzioni e ristrutturazioni, influenzato positivamente dagli incentivi fiscali riconosciuti agli interventi di riqualificazione degli immobili.
Il crollo più preoccupante riguarda i permessi di costruire per la realizzazione di nuove abitazioni, che nel 2013 sono stati 58 mila. L’Ance ha sottolineato che si tratta di un dato vicino ai volumi del 1936 e che se non si attivano subito le risorse, escludendo dal Patto di Stabilità interno gli investimenti, nel 2015 ci sarà un ulteriore calo 2,4%.
Qualche segnale positivo arriva invece dalle compravendite residenziali, che nei primi tre mesi dell'anno sono tornate a crescere, facendo segnare un +4,1% anche se, ha lamentato l’Ance, preoccupa la decisione della Bce di escludere l’edilizia dal nuovo programma di immissione di liquidità.
Per invertire la rotta, l’Ance ha ipotizzato uno scenario con la proroga delle detrazioni fiscali del 50% e 65%, investimenti in opere pubbliche pari a 5 miliardi di euro, derivanti dall’attuazione dei programmi di edilizia scolastica e di risanamento idrogeologico, e il varo del decreto Sblocca Italia, pensato per la velocizzazione delle opere bloccate o incompiute. L’Ance ha però aggiunto che, anche se i programmi fossero attuati rapidamente, per una vera inversione di tendenza sarebbe necessario l’allentamento dei vincoli finanziari, come il patto di stabilità interno, e la semplificazione delle procedure.
L’associazione degli edili ha inoltre messo in evidenza l’aumento della tassazione sulla casa, che negli ultimi tre anni è aumentata del 200%.
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Norme correlate
Nota Informativa 08/07/2014
ANCE - Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni
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