NORMATIVA
Patente a punti in edilizia, non tutti devono richiederla
Dissesto idrogeologico: a breve tutti i cantieri saranno online
AMBIENTE
Dissesto idrogeologico: a breve tutti i cantieri saranno online
Su Flickr le foto degli interventi in corso scattate dai tecnici e dagli operai impegnati sul campo
23/09/2014 - Sarà a breve online la banca dati dei cantieri avviati sotto il controllo della Struttura di Missione #italiasicura “contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche”, operativa a Palazzo Chigi da qualche mese.
Lo annuncia il Governo, attraverso il sito passodopopasso.italia.it, sottolineando che si tratta del primo database degli ultimi 15 anni su questo tema, “risultato di una meticolosa analisi dei bilanci dello Stato e di tutte le risorse assegnate, anno dopo anno, a Regioni ed Enti Locali per opere e interventi che dovevano essere già conclusi, ma che abbiamo trovato tre mesi fa in gran parte ancora lontani dai cantieri”.
Il nuovo portale nazionale geo-referenziato italiasicura.governo.it - promette il Governo - consentirà di seguire i cantieri, verificando lo stato di avanzamento dei lavori, dall’assegnazione dei fondi al collaudo. Offrirà tutte le informazioni, la conoscenza del rischio, i bandi di gara, la tempistica della spesa pubblica, tracciando il quadro dei cantieri aperti e da aprire, finanziati dagli Accordi di Programma 2009/2010 e da assegnazioni precedenti.
I numeri del dissesto idrogeologico in Italia
Dal 1945 al 2013 il nostro Paese - ricorda il Governo - ha pagato in media per risarcimenti e ripristini circa 3,5 miliardi di euro l’anno. Dal 1950 ad oggi abbiamo contato 5.459 vittime in oltre 4.000 fenomeni idrogeologici devastanti. L’Italia è una “penisola-catalogo di grandi rischi naturali”: caratteristiche morfologiche quasi uniche, una aggrovigliata geofisica del sottosuolo e una natura geologica in gran parte giovane e caratterizzata da terreni argillosi e sabbiosi incoerenti, ci rende tra i Paesi più franosi del mondo. A questo si aggiunge “una impressionante carenza di pianificazione urbanistica, con la quasi scomparsa delle manutenzioni, abusi del suolo, fatalismo, scarsa percezione della dimensione dei rischi e scarsa conoscenza dei fenomeni”.
Ad aggravare ulteriormente il quadro ci sono gli effetti del cambiamento del clima: precipitazioni sempre più a carattere ‘esplosivo’ nubifragi intensi e violenti, concentrati nel tempo e localizzati nello spazio. I danni di tali fenomeni si combinano il dissesto e le scarse difese in molte aree compromesse da un processo di diffusione insediativa e di occupazione di suoli senza paragoni e dall’abusivismo edilizio.
Le aree a rischio sono presenti nell’81,9% dei Comuni (6.633 Comuni), cioè sul 9,8% della superficie nazionale (24,9% rischio frana, 18,6 rischio alluvione e il 38,4 rischio frana e alluvione) dove vivono 5,8 milioni di italiani (il 9,6% della popolazione nazionale, 1 su 10), con 1,2 milioni di edifici, decine di migliaia di industrie e un patrimonio naturale, storico e culturale inestimabile. In 1.121 Comuni troviamo edifici in zone franose o golenali. Nel 31% nelle aree che andavano vincolate sono sorti interi quartieri, sono nate aree industriali, sono stati costruiti edifici pubblici, alberghi e centri commerciali. Si è costruito abusivamente e legalmente (non fa differenza ai fini del rischio) creando rischi dove prima non c’erano con incoscienza totale.
Il settore idrico, ed in particolare la depurazione degli scarichi urbani, in alcune Regioni è ancora in forte arretrato di opere e investimenti. Il Paese che ha inventato tremila anni fa acquedotti e fognature, oggi si trova in coda all’Europa nella gestione e nel trattamento delle acque reflue urbane.
L’azione del Governo Renzi
Dall’analisi dei bilanci dello Stato e delle Regioni dal 1988 ad oggi, il Governo afferma di aver fatto riemergere fondi e finanziamenti statali ed europei pari a circa 2,3 miliardi di euro. Grazie al Decreto Sblocca Italia, un Fondo Revoche si tradurrà nell’apertura dei primi 600 cantieri entro il 2014, per oltre 1 miliardo di euro di appalti, che saranno gestiti dai Presidenti di Regione, nominati Commissari di Governo per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Inoltre, un nuovo fondo di 110 milioni di euro, previsto dallo Sblocca Italia, verrà utilizzato per opere di difesa dalle alluvioni delle città metropolitane.
Nel frattempo, le prime cantierizzazioni, avviate nelle scorse settimane, sono documentate dai tecnici e dagli operai direttamente impegnati sul campo, attraverso una galleria fotografica su Flickr.
Nella foto: i cantieri del Consorzio per la Bonifica della Capitanata, in Provincia di Foggia
Lo annuncia il Governo, attraverso il sito passodopopasso.italia.it, sottolineando che si tratta del primo database degli ultimi 15 anni su questo tema, “risultato di una meticolosa analisi dei bilanci dello Stato e di tutte le risorse assegnate, anno dopo anno, a Regioni ed Enti Locali per opere e interventi che dovevano essere già conclusi, ma che abbiamo trovato tre mesi fa in gran parte ancora lontani dai cantieri”.
Il nuovo portale nazionale geo-referenziato italiasicura.governo.it - promette il Governo - consentirà di seguire i cantieri, verificando lo stato di avanzamento dei lavori, dall’assegnazione dei fondi al collaudo. Offrirà tutte le informazioni, la conoscenza del rischio, i bandi di gara, la tempistica della spesa pubblica, tracciando il quadro dei cantieri aperti e da aprire, finanziati dagli Accordi di Programma 2009/2010 e da assegnazioni precedenti.
I numeri del dissesto idrogeologico in Italia
Dal 1945 al 2013 il nostro Paese - ricorda il Governo - ha pagato in media per risarcimenti e ripristini circa 3,5 miliardi di euro l’anno. Dal 1950 ad oggi abbiamo contato 5.459 vittime in oltre 4.000 fenomeni idrogeologici devastanti. L’Italia è una “penisola-catalogo di grandi rischi naturali”: caratteristiche morfologiche quasi uniche, una aggrovigliata geofisica del sottosuolo e una natura geologica in gran parte giovane e caratterizzata da terreni argillosi e sabbiosi incoerenti, ci rende tra i Paesi più franosi del mondo. A questo si aggiunge “una impressionante carenza di pianificazione urbanistica, con la quasi scomparsa delle manutenzioni, abusi del suolo, fatalismo, scarsa percezione della dimensione dei rischi e scarsa conoscenza dei fenomeni”.
Ad aggravare ulteriormente il quadro ci sono gli effetti del cambiamento del clima: precipitazioni sempre più a carattere ‘esplosivo’ nubifragi intensi e violenti, concentrati nel tempo e localizzati nello spazio. I danni di tali fenomeni si combinano il dissesto e le scarse difese in molte aree compromesse da un processo di diffusione insediativa e di occupazione di suoli senza paragoni e dall’abusivismo edilizio.
Le aree a rischio sono presenti nell’81,9% dei Comuni (6.633 Comuni), cioè sul 9,8% della superficie nazionale (24,9% rischio frana, 18,6 rischio alluvione e il 38,4 rischio frana e alluvione) dove vivono 5,8 milioni di italiani (il 9,6% della popolazione nazionale, 1 su 10), con 1,2 milioni di edifici, decine di migliaia di industrie e un patrimonio naturale, storico e culturale inestimabile. In 1.121 Comuni troviamo edifici in zone franose o golenali. Nel 31% nelle aree che andavano vincolate sono sorti interi quartieri, sono nate aree industriali, sono stati costruiti edifici pubblici, alberghi e centri commerciali. Si è costruito abusivamente e legalmente (non fa differenza ai fini del rischio) creando rischi dove prima non c’erano con incoscienza totale.
Il settore idrico, ed in particolare la depurazione degli scarichi urbani, in alcune Regioni è ancora in forte arretrato di opere e investimenti. Il Paese che ha inventato tremila anni fa acquedotti e fognature, oggi si trova in coda all’Europa nella gestione e nel trattamento delle acque reflue urbane.
L’azione del Governo Renzi
Dall’analisi dei bilanci dello Stato e delle Regioni dal 1988 ad oggi, il Governo afferma di aver fatto riemergere fondi e finanziamenti statali ed europei pari a circa 2,3 miliardi di euro. Grazie al Decreto Sblocca Italia, un Fondo Revoche si tradurrà nell’apertura dei primi 600 cantieri entro il 2014, per oltre 1 miliardo di euro di appalti, che saranno gestiti dai Presidenti di Regione, nominati Commissari di Governo per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Inoltre, un nuovo fondo di 110 milioni di euro, previsto dallo Sblocca Italia, verrà utilizzato per opere di difesa dalle alluvioni delle città metropolitane.
Nel frattempo, le prime cantierizzazioni, avviate nelle scorse settimane, sono documentate dai tecnici e dagli operai direttamente impegnati sul campo, attraverso una galleria fotografica su Flickr.
Nella foto: i cantieri del Consorzio per la Bonifica della Capitanata, in Provincia di Foggia