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Appalti, sì alle soluzioni migliorative ma non alle varianti

Appalti, sì alle soluzioni migliorative ma non alle varianti

CdS: col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa non si modifichi l’oggetto del contratto

di Paola Mammarella
17/09/2014 - Le soluzioni progettuali migliorative sono ammesse negli appalti da affidare col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa a patto di non modificare l’oggetto del contratto.
 
Per questo motivo, ha affermato il Consiglio di Stato con la sentenza 4578/2014, bisogna distinguere tra proposte migliorative e varianti.
 
Come ricordato dal CdS, le soluzioni migliorative possono essere adottate in tutti quegli aspetti tecnici che il progetto lascia aperti a diverse proposte. L’unica condizione è che non si influisca sulle caratteristiche progettuali già decise.
 
Al contrario, le varianti consistono in modifiche strutturali e funzionali che devono essere approvate dalla Stazione Appaltante. Ma non solo, perché vanno preventivamente autorizzate dal bando di gara, in cui devono essere indicati i limiti entro cui possono agire.
 
Nel caso preso in esame dal Consiglio di Stato, il raggruppamento di imprese che si era aggiudicato l’appalto per la realizzazione di un ponte e della viabilità di collegamento aveva apportato delle modifiche al progetto. Era infatti stato adottato un meccanismo di appoggio anziché uno ad incastro, con la conseguente modifica della larghezza minima dell’arco di punto del ponte.
 
Dopo una perizia, il CdS ha accertato che le proposte migliorative riguardavano non solo le fondazioni, ma anche la struttura portante del ponte, andando a creare una soluzione tecnica completamente diversa dal progetto definitivo posto a base di gara.
Per questo motivo l’aggiudicazione è stata annullata.


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