Nella riforma appalti divieto di overdesign e riordino delle Soa
NORMATIVA
Nella riforma appalti divieto di overdesign e riordino delle Soa
Le norme non potranno essere più severe di quelle europee, salta il débat public sulle opere pubbliche
02/09/2014 - L’Italia non potrà avere regole più severe rispetto a quelle previste dall’Unione Europea. Il divieto di “overdesign” è uno dei criteri su cui si baserà il nuovo Codice Appalti, che potrebbe vedere la luce a metà del prossimo anno.
Durante il Consiglio dei Ministri di venerdì scorso è stato approvato il disegno di legge delega col quale saranno recepire le Direttive europee appalti pubblici, concessioni e settori speciali. Dalla legge delega e dai decreti che saranno adottati in sua attuazione nascerà il nuovo codice dei contratti, che entrerà in vigore dopo un periodo transitorio.
Come indicato nelle linee guida dettate dalla legge delega, le nuove norme sugli appalti non potranno contenere livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive comunitarie (overdesign) né in materia di sicurezza né per quanto concerne la trasparenza.
Eventuali adempimenti aggiuntivi, ha affermato il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, dovranno essere valutati in funzione della loro effettiva necessità, della sostenibilità economica e finanziaria e del loro impatto sui tempi di realizzazione dell’opera.
La disposizione è stata annunciata anche dal Decreto Sblocca Italia, approvato nello stesso Consiglio dei Ministri, in base al quale non possono essere richieste modifiche dei progetti delle opere pubbliche rispondenti a standard tecnici che prescrivano livelli di sicurezza superiori a quelli minimi definiti dal diritto europeo senza una stima dei sovraccosti necessari e da una analisi di sostenibilità economica e finanziaria per il gestore dell’infrastruttura, corredata da stime ragionevoli anche in termini di relativi tempi di attuazione.
Sul fronte della trasparenza, le nuove norme sugli appalti garantiranno i livelli minimi di concorrenzialità e parità di trattamento richiesti dalla normativa europea e regoleranno la partecipazione delle lobby alle gare. È infatti previsto un “quadro regolatorio volto a rendere trasparente la partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell’ambito dei processi decisionali finalizzati all'aggiudicazione di appalti e concessioni pubbliche”.
Dopo una serie di controversie sulla qualificazione delle imprese che partecipano alle gare d’appalto e la possibilità di realizzare in proprio o subappaltare le opere specialistiche, la legge delega provvederà al riordino delle qualificazioni Soa sulla base di criteri di omogeneità e trasparenza.
I decreti attuativi della legge delega dovranno garantire la razionalizzazione del quadro normativo e individuare soluzioni innovative in materia di insediamenti nazionali produttivi strategici e rispetto dei vincoli idrogeologici.
Per quanto concerne la semplificazione, è prevista la riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti, lo snellimento delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti, la riduzione delle stazioni appaltanti, la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione.
Le nuove disposizioni sugli appalti estenderanno infine le forme di partenariato pubblico privato.
Tra i criteri che orienteranno il nuovo Codice appalti salta invece il débat public alla francese. Si tratta di uno strumento che promuove la partecipazione delle popolazioni interessate dalle scelte progettuali e insediative, il cui inserimento nella legge delega era in fase di valutazione.
“Una norma semplice, una rivoluzione che cambierà il sistema delle gare pubbliche”, ha commentato il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa, con regole uguali in Italia e nel resto d’Europa, senza le complicazioni e gli ulteriori vincoli che finora hanno provocato difficoltà nell’applicazione delle norme e ostacolato l’economia.
Basti pensare, ha continuato Renzi per fare un esempio, al tema delle terre e rocce da scavo, regolamentare in modo diverso da regione a regione, che sono considerate rifiuti particolari tanto che “un’opera pubblica fatta in Svizzera ha tempi di realizzazione diversi rispetto all’Italia”.
La legge delega, ha aggiunto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, è breve e orienterà con chiarezza i decreti che da essa deriveranno. Anche se nelle norme italiane non potranno essere inseriti standard maggiori di quelli minimi previsti alle direttive comunitarie, Lupi ha assicurato che la sicurezza e la lotta alla corruzione saranno garantite dalla semplificazione e dalla certezza delle regole.
Durante il Consiglio dei Ministri di venerdì scorso è stato approvato il disegno di legge delega col quale saranno recepire le Direttive europee appalti pubblici, concessioni e settori speciali. Dalla legge delega e dai decreti che saranno adottati in sua attuazione nascerà il nuovo codice dei contratti, che entrerà in vigore dopo un periodo transitorio.
Come indicato nelle linee guida dettate dalla legge delega, le nuove norme sugli appalti non potranno contenere livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive comunitarie (overdesign) né in materia di sicurezza né per quanto concerne la trasparenza.
Eventuali adempimenti aggiuntivi, ha affermato il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, dovranno essere valutati in funzione della loro effettiva necessità, della sostenibilità economica e finanziaria e del loro impatto sui tempi di realizzazione dell’opera.
La disposizione è stata annunciata anche dal Decreto Sblocca Italia, approvato nello stesso Consiglio dei Ministri, in base al quale non possono essere richieste modifiche dei progetti delle opere pubbliche rispondenti a standard tecnici che prescrivano livelli di sicurezza superiori a quelli minimi definiti dal diritto europeo senza una stima dei sovraccosti necessari e da una analisi di sostenibilità economica e finanziaria per il gestore dell’infrastruttura, corredata da stime ragionevoli anche in termini di relativi tempi di attuazione.
Sul fronte della trasparenza, le nuove norme sugli appalti garantiranno i livelli minimi di concorrenzialità e parità di trattamento richiesti dalla normativa europea e regoleranno la partecipazione delle lobby alle gare. È infatti previsto un “quadro regolatorio volto a rendere trasparente la partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell’ambito dei processi decisionali finalizzati all'aggiudicazione di appalti e concessioni pubbliche”.
Dopo una serie di controversie sulla qualificazione delle imprese che partecipano alle gare d’appalto e la possibilità di realizzare in proprio o subappaltare le opere specialistiche, la legge delega provvederà al riordino delle qualificazioni Soa sulla base di criteri di omogeneità e trasparenza.
I decreti attuativi della legge delega dovranno garantire la razionalizzazione del quadro normativo e individuare soluzioni innovative in materia di insediamenti nazionali produttivi strategici e rispetto dei vincoli idrogeologici.
Per quanto concerne la semplificazione, è prevista la riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti, lo snellimento delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti, la riduzione delle stazioni appaltanti, la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione.
Le nuove disposizioni sugli appalti estenderanno infine le forme di partenariato pubblico privato.
Tra i criteri che orienteranno il nuovo Codice appalti salta invece il débat public alla francese. Si tratta di uno strumento che promuove la partecipazione delle popolazioni interessate dalle scelte progettuali e insediative, il cui inserimento nella legge delega era in fase di valutazione.
“Una norma semplice, una rivoluzione che cambierà il sistema delle gare pubbliche”, ha commentato il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa, con regole uguali in Italia e nel resto d’Europa, senza le complicazioni e gli ulteriori vincoli che finora hanno provocato difficoltà nell’applicazione delle norme e ostacolato l’economia.
Basti pensare, ha continuato Renzi per fare un esempio, al tema delle terre e rocce da scavo, regolamentare in modo diverso da regione a regione, che sono considerate rifiuti particolari tanto che “un’opera pubblica fatta in Svizzera ha tempi di realizzazione diversi rispetto all’Italia”.
La legge delega, ha aggiunto il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, è breve e orienterà con chiarezza i decreti che da essa deriveranno. Anche se nelle norme italiane non potranno essere inseriti standard maggiori di quelli minimi previsti alle direttive comunitarie, Lupi ha assicurato che la sicurezza e la lotta alla corruzione saranno garantite dalla semplificazione e dalla certezza delle regole.