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Appalti centralizzati, l’Anci spiega come funzioneranno

Appalti centralizzati, l’Anci spiega come funzioneranno

Una scheda di sintesi a disposizione dei Comuni che dal 2015 dovranno confrontarsi con le nuove procedure

Vedi Aggiornamento del 30/10/2015
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 30/10/2015
23/10/2014 - In vista dell’obbligo di appalti centralizzati per i Comuni non capoluogo, l’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ha messo a disposizione una scheda di sintesi per gli enti locali che dal 2015 avranno a che fare con le nuove procedure.
 
I Comuni non capoluogo con popolazione superiore a 10 mila abitanti, potranno affidare autonomamente i lavori di importo inferiore a 40 mila euro. Per i lavori di valore superiore dovranno invece avvalersi di un “modulo di acquisizione aggregata”, ad esempio creando una unione di Comuni oppure rivolgendosi ai Soggetti aggregatori, alla Stazione Unica Appaltante presso la Provincia, o ancora stipulando un accordo con altri Comuni non capoluogo.
 
Per quanto riguarda i beni e i servizi, la differenza sarà determinata dalle procedure telematiche. Solo gli acquisti mediante strumenti informatici potranno essere effettuati autonomamente, a prescindere dal fatto che l’importo dei beni e dei servizi sia inferiore o superiore alla soglia comunitaria (207 mila euro).
 
Nei Comuni non capoluogo con popolazione inferiore a 10 mila abitanti, ci sarà sempre l’obbligo acquisizione in modalità aggregata dei lavori, a prescindere dal loro importo.
Anche in questo caso, la possibilità di effettuare acquisti di beni e servizi in autonomia sarà data non dal loro importo, ma dall’utilizzo delle procedure telematiche.
 
Ricordiamo che nei Comuni non capoluogo dal primo luglio 2015 l’affidamento dei lavori dovrà avvenire nell’ambito di unioni di comuni o costituendo un accordo consortile avvalendosi delle Province o di altri soggetti aggregatori. In alternativa, i comuni potranno utilizzare gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip SpA o da un altro soggetto aggregatore. Il mancato rispetto di queste regole renderà impossibile il rilascio del Codice Identificativo di Gara (CIG). Per l’acquisto di beni e servizi l’obbligo scatterà prima, dal primo gennaio 2015.
 
I soggetti aggregatori sostituiranno le Stazioni Appaltanti e potranno essere al massimo 35 in tutta Italia. Entreranno di diritto tra i soggetti aggregatori il Consip (la centrale acquisti delle Pubbliche Amministrazioni), una centrale di committenza per ogni regione e altri soggetti che rispettino determinati requisiti.


 
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