Bocciata la riduzione dell’Iva al 4% su ristrutturazioni ed ecobonus
NORMATIVA
Bocciata la riduzione dell’Iva al 4% su ristrutturazioni ed ecobonus
No anche alla cancellazione dell’obbligo di affittare le case acquistate con il bonus 20%. Oggi il voto di fiducia alla Camera sullo Sblocca Italia
23/10/2014 - Il Governo ha chiesto la fiducia sul decreto Sblocca Italia. Le dichiarazioni di voto iniziano oggi alle ore 16.00. Alle 18.00 il voto sulla fiducia. Il voto finale invece avverrà il 30 ottobre, perchè il Movimento Cinque Stelle ha chiesto di intervenire su tutti gli ordini del giorno.
L'Aula di Montecitorio si esprime sul ddl di conversione (scarica il testo aggiornato a oggi) del DL Sblocca Italia come modificato dalla Commissione Ambiente, dopo la bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato e della Commissione Bilancio di numerose misure introdotte dalla stessa Commissione Ambiente.
Tra quelle cassate: l’Iva al 4% per chi usufruisce dei bonus per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica e la cancellazione dell’obbligo di affittare a canone concordato le case acquistate con la deduzione Irpef del 20%.
Le osservazioni della Ragioneria sono state trasmesse ieri sera alla Commissione Bilancio che le ha recepite nel proprio parere; oggi il testo del ddl è tornato in Commissione Ambiente per le modifiche e ora è in Aula per l’approvazione.
Ricordiamo che nella tarda serata del 17 ottobre scorso la Commissione Ambiente aveva deciso di applicare l’Iva al 4% (anziché al 10% o al 22%) ai lavori che fruiscono delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per la riqualificazione energetica. La riduzione sarebbe stata compensata con l’aumento dal 4 al 10% dell’Iva per le nuove costruzioni vendute dalle imprese (leggi tutto).
Su questa proposta la Ragioneria si è espressa con un ‘parere assolutamente contrario’. Secondo i tecnici, la riduzione dell’Iva causerebbe il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per la violazione delle direttive in materia fiscale, oltre alle conseguenze della mancata copertura finanziaria. La Commmissione Bilancio ha chiesto quindi di sopprimere tout court il comma che introduceva il taglio dell'Iva.
L’altra norma bocciata è la cancellazione dell’obbligo di affittare a canone concordato per almeno 8 anni gli immobili che fruiranno della deduzione Irpef del 20%, fino ad un massimo di spesa di 300mila euro, delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2017.
La deduzione, ricordiamo, si applicherà all’acquisto di case nuove o alla ristrutturazione di case esistenti in classe energetica A o B. A questa casistica la Commissione Ambiente ha aggiunto gli immobili oggetto di interventi di restauro e risanamento conservativo ma ha limitato l’agevolazione agli immobili invenduti alla data di entrata in vigore della legge di conversione dello Sblocca Italia (leggi tutto).
La Ragioneria dello Stato ha bocciato l’eliminazione dell’obbligo di destinare all’affitto le case acquistate con l’agevolazione perché la modifica avrebbe effetti negativi sulle entrate. Di conseguenza la Commissione Bilancio ha chiesto di inserire nella norma la condizione di destinare l'unità immobiliare acquistata - entro sei mesi dall'acquisto o dal termine dei lavori di costruzione - alla locazione per almeno 8 anni e purché tale periodo abbia carattere continuativo.
Il diritto alla deduzione, tuttavia - aggiunge la Commissione -, non viene meno se, per motivi non imputabili al locatore, il contratto di locazione si risolve prima del decorso del suddetto periodo e ne viene stipulato un altro entro un anno dalla data della suddetta risoluzione del precedente contratto.
L'Aula di Montecitorio si esprime sul ddl di conversione (scarica il testo aggiornato a oggi) del DL Sblocca Italia come modificato dalla Commissione Ambiente, dopo la bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato e della Commissione Bilancio di numerose misure introdotte dalla stessa Commissione Ambiente.
Tra quelle cassate: l’Iva al 4% per chi usufruisce dei bonus per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica e la cancellazione dell’obbligo di affittare a canone concordato le case acquistate con la deduzione Irpef del 20%.
Le osservazioni della Ragioneria sono state trasmesse ieri sera alla Commissione Bilancio che le ha recepite nel proprio parere; oggi il testo del ddl è tornato in Commissione Ambiente per le modifiche e ora è in Aula per l’approvazione.
Ricordiamo che nella tarda serata del 17 ottobre scorso la Commissione Ambiente aveva deciso di applicare l’Iva al 4% (anziché al 10% o al 22%) ai lavori che fruiscono delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per la riqualificazione energetica. La riduzione sarebbe stata compensata con l’aumento dal 4 al 10% dell’Iva per le nuove costruzioni vendute dalle imprese (leggi tutto).
Su questa proposta la Ragioneria si è espressa con un ‘parere assolutamente contrario’. Secondo i tecnici, la riduzione dell’Iva causerebbe il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per la violazione delle direttive in materia fiscale, oltre alle conseguenze della mancata copertura finanziaria. La Commmissione Bilancio ha chiesto quindi di sopprimere tout court il comma che introduceva il taglio dell'Iva.
L’altra norma bocciata è la cancellazione dell’obbligo di affittare a canone concordato per almeno 8 anni gli immobili che fruiranno della deduzione Irpef del 20%, fino ad un massimo di spesa di 300mila euro, delle spese sostenute tra il 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2017.
La deduzione, ricordiamo, si applicherà all’acquisto di case nuove o alla ristrutturazione di case esistenti in classe energetica A o B. A questa casistica la Commissione Ambiente ha aggiunto gli immobili oggetto di interventi di restauro e risanamento conservativo ma ha limitato l’agevolazione agli immobili invenduti alla data di entrata in vigore della legge di conversione dello Sblocca Italia (leggi tutto).
La Ragioneria dello Stato ha bocciato l’eliminazione dell’obbligo di destinare all’affitto le case acquistate con l’agevolazione perché la modifica avrebbe effetti negativi sulle entrate. Di conseguenza la Commissione Bilancio ha chiesto di inserire nella norma la condizione di destinare l'unità immobiliare acquistata - entro sei mesi dall'acquisto o dal termine dei lavori di costruzione - alla locazione per almeno 8 anni e purché tale periodo abbia carattere continuativo.
Il diritto alla deduzione, tuttavia - aggiunge la Commissione -, non viene meno se, per motivi non imputabili al locatore, il contratto di locazione si risolve prima del decorso del suddetto periodo e ne viene stipulato un altro entro un anno dalla data della suddetta risoluzione del precedente contratto.