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I condizionatori non devono violare il decoro architettonico
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NORMATIVA
I condizionatori non devono violare il decoro architettonico
Cassazione: fondamentale valutare l’inserimento armonico degli elementi nel contesto dell’edificio
Vedi Aggiornamento del 13/04/2017
Vedi Aggiornamento del 13/04/2017
27/10/2014 - L’installazione degli apparecchi di condizionamento può pregiudicare il decoro architettonico di un edificio. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione con la sentenza 20985/2014.
La Corte si è pronunciata sul ricorso contro la sentenza di un Tribunale, che aveva imposto la rimozione dei macchinari per il condizionamento, posti sulla facciata esterna di un condominio.
L’interessato aveva obiettato che non esisteva una soluzione tecnica diversa e che gli impianti non pregiudicavano il pregio architettonico ed estetico dell’edificio anche perché il Comune aveva già emesso un provvedimento per la sanatoria delle opere.
D’altra parte il tribunale aveva contestato che gli elementi rompevano la soluzione di continuità del tetto e comportavano un uso arbitrario della facciata comune. Allo stesso tempo, dalle foto allegate non si desumeva l'impossibilità di adottare altre soluzioni tecniche per dotare l’appartamento del riscaldamento autonomo.
Secondo la Cassazione, il fatto che fosse stata necessaria una sanatoria confermava la natura pregiudizievole dell’installazione. Dalle foto si poteva inoltre evincere la lesione al decoro architettonico per la dimensione e la collocazione delle apparecchiature.
I giudici hanno quindi concluso che per valutare la legittimità delle innovazioni apportate all’immobile in corrispondenza del proprio appartamento non è tanto importante l’autorizzazione, quanto la valutazione sull’inserimento armonico degli elementi nel contesto.
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La Corte si è pronunciata sul ricorso contro la sentenza di un Tribunale, che aveva imposto la rimozione dei macchinari per il condizionamento, posti sulla facciata esterna di un condominio.
L’interessato aveva obiettato che non esisteva una soluzione tecnica diversa e che gli impianti non pregiudicavano il pregio architettonico ed estetico dell’edificio anche perché il Comune aveva già emesso un provvedimento per la sanatoria delle opere.
D’altra parte il tribunale aveva contestato che gli elementi rompevano la soluzione di continuità del tetto e comportavano un uso arbitrario della facciata comune. Allo stesso tempo, dalle foto allegate non si desumeva l'impossibilità di adottare altre soluzioni tecniche per dotare l’appartamento del riscaldamento autonomo.
Secondo la Cassazione, il fatto che fosse stata necessaria una sanatoria confermava la natura pregiudizievole dell’installazione. Dalle foto si poteva inoltre evincere la lesione al decoro architettonico per la dimensione e la collocazione delle apparecchiature.
I giudici hanno quindi concluso che per valutare la legittimità delle innovazioni apportate all’immobile in corrispondenza del proprio appartamento non è tanto importante l’autorizzazione, quanto la valutazione sull’inserimento armonico degli elementi nel contesto.
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