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Confprofessioni: ‘siamo a pieno titolo tra i destinatari dei Fondi Ue’

Confprofessioni: ‘siamo a pieno titolo tra i destinatari dei Fondi Ue’

L’Europa ha aperto i finanziamenti 2014-2020 alle professioni, ma l’Italia resta indietro

Vedi Aggiornamento del 10/12/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 10/12/2015
06/10/2014 - “I liberi professionisti possono essere ingranaggio e lubrificante di sviluppo delle politiche europee. La congiuntura è impietosa, ma non siamo in un vicolo cieco. Le politiche della Commissione mirano a mantenere e rafforzare un’economia produttiva basata sulla conoscenza. Ciò vale per i liberi professionisti quanto per gli imprenditori”.
 
Con queste parole il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha aperto i lavori del convegno “Le risorse europee per i Professionisti. Protagonisti di innovazione e sviluppo”, che si è tenuto a Napoli nell’ambito della settimana europea delle Pmi promossa dalla Commissione europea.
 
“Il lavoro promosso dalla Commissione europea ha avuto il pregio di affermare che i professionisti rientrano, a pieno titolo, tra i destinatari dei fondi comunitari. È un’affermazione forte, alla quale purtroppo, non fa riscontro ad oggi una altrettanto chiara posizione del Governo e delle Regioni italiane”.
 
“Le professioni possono dare un importante contributo nella gestione dei fondi comunitari - ha sottolineato Giorgio Santini, componente della Commissione Bilancio del Senato. Anche perché l’Italia perde le risorse comunitarie a causa di una carenza di progettazione e di una frammentazione degli obiettivi”.
 
Fino al 2020 - ha aggiunto Gaetano Stella - “ci sono 2,3 miliardi del programma Cosme (finalizzato a migliorare la competitività delle Pmi) e 80 miliardi di Horizon 2020 (per finanziare l’innovazione e la ricerca”.
 
“Lo stesso approccio che le istituzioni comunitarie hanno dedicato a sostegno delle imprese sino a oggi - ha concluso il presidente di Confprofessioni - deve essere dedicato alle attività professionali, tenendo conto che le stesse professioni si inquadrano in un contesto regolatorio differente (anche in ambito Ue) costituito principalmente dalle direttive Servizi e Qualifiche professionali e dal diritto comunitario sulla concorrenza”.
 
 

 
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