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FIVRA: ‘incentivare la riqualificazione dell’involucro edilizio’

FIVRA: ‘incentivare la riqualificazione dell’involucro edilizio’

Ricerca Cresme: gli interventi di isolamento sono i più efficaci ma costituiscono solo il 2,6%

Vedi Aggiornamento del 13/10/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 13/10/2015
03/10/2014 - Lo stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione energetica ammonta a 8,2 miliardi di metriquadri; intervenire su questo patrimonio, con un costo per lo Stato di 1,17 miliardi di euro all’anno consentirebbe di ridurre le emissioni inquinanti di 892.000 tonnellate di CO2 all’anno, di tagliare la bolletta energetica nazionale dell’8,2% e di creare oltre 1,7 milioni di posti di lavoro.
 
Sono i dati della ricerca “Valutazione della convenienza e dell’impatto economico dell’isolamento termo-acustico degli edifici” realizzata dal CRESME per F.I.V.R.A., l’associazione dei produttori di lana di roccia e lana di vetro, e presentata durante martedì scorso in un convegno a Roma.
 
Un incontro su riqualificazioni edilizie, efficienza energetica, incentivi fiscali e vantaggi dell’isolamento degli immobili, organizzato in vista della proroga degli incentivi per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni edilizie, che arriverà a breve con la Legge di stabilità.
 
“I consumi energetici nazionali sono in crescita (+17% dal 1981) - ha detto Carlo Boschieri, Presidente di F.I.V.R.A. - con un settore, quello civile, particolarmente energivoro, che solo nel 2013 ha consumato circa 47 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (pari al 38% dei consumi totali). Su ciò ha inciso l’ampliamento dello stock edilizio, ma soprattutto la scarsa efficienza dei singoli edifici - ha aggiunto Boschieri. L’isolamento degli involucri non concorre solo al risparmio energetico, ma determina positivamente il comfort termico (invernale ed estivo) e acustico degli immobili”.
 
Per ripartire e per incidere positivamente sull’economia del Paese, il settore ha necessità di un forte intervento legislativo. La direzione da prendere - secondo Boschieri - è quella di incentivare le cosiddette riqualificazioni profonde: interventi a lunga vita utile per affrontare nel lungo periodo il nodo cruciale del contenimento dei consumi. L’isolamento ha di gran lunga la maggiore vita utile, superando oltre i 50 anni, mentre le tecnologie impiantistiche si fermano a 20”.
 
L’indagine del Cresme ha censito lo stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione (8,2 miliardi di m2) e messo in luce i benefici che gli interventi di coibentazione porterebbero sia in termini ambientali sia economici e sociali:
 
- Riduzione annua delle emissioni inquinanti pari a 892.000 tonnellate di CO2 (pari all’inquinamento annuale di 282.000 auto, ovvero all’assorbimento di quasi 30 milioni di alberi);
- Riduzione della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti energetici: 44.600 GWh/anno, ovvero l’8,2% della bolletta energetica nazionale;
- Attivazione di oltre 1,7 milioni di posti di lavoro (nuovi, trattenuti o rispristinati in 10 anni di interventi).
- Costo per lo Stato pari 1,17 miliardi di €/anno.
 
È importante considerare lo stato di vetustà degli edifici italiani. “L’1,6% degli immobili è in pessimo stato di conservazione e ben il 28% è in condizioni soltanto discrete. Nei principali centri abitati quasi il 70% degli edifici ha più di 40 anni, soglia oltrepassata la quale sono necessari interventi di manutenzione straordinaria per mantenere gli standard funzionali dell’abitazione e dell’edificio” - ha sottolineato Paolo D’Alessandris del CRESME.
 
Tuttavia “si stima che nei prossimi anni solo il 12% delle superfici esterne sarà riqualificato, anche se l’investimento necessario per operare sulla totalità delle superfici si aggira attorno a 11,7 miliardi di euro all’anno - ha aggiunto D’Alessandris. Un costo che corrisponde solo al 15% degli interventi di manutenzione straordinaria effettuati annualmente in Italia. Risulta dunque evidente l’importanza della sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica sul tema”.
 
Analizzando le richieste di detrazioni fiscali per la riqualificazione (prima 55% e ora 65% fino a fine 2014), è emerso che gli interventi sull’involucro edilizio permettono un risparmio di energia superiore a tutte le altre operazioni (17.276 KWh/anno per la coibentazione delle pareti verticali e 26.909 KHh/anno per quelle orizzontali, contro i 2.610 KHh/anno risparmiati dalla sostituzione degli infissi) ma rappresentano solo il 2,6% degli interventi.
 
“L’isolamento dell’involucro è l’intervento che garantisce il miglior mix tra efficienza (costo dell’energia risparmiata) ed efficacia (la quantità di energia risparmiata) - ha affermato Gaetano Fasano di ENEA - ma, probabilmente a causa del costo più elevato, sono ancora poco utilizzati. Per incentivarne l’utilizzo è evidente che gli attuali incentivi (ecobonus, conto termico, certificati bianchi) devono essere riformati”.
 
Per quanto riguarda le esigenze dei singoli cittadini, l’indagine del CRESME rielabora per priorità i fattori ambientali da migliorare all’interno del nucleo abitativo: per il 23,3% degli intervistati è necessario risolvere il degrado acustico, a seguire con il 19,8% il degrado atmosferico, la necessità di intervenire sul degrado estetico per il 15,5% degli intervistati e, al quarto posto, quello idro-geologico con il 9,9% di feedback.
 
 


 
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