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Debiti PA: 10 miliardi da pagare alle imprese di costruzione
LAVORI PUBBLICI
Debiti PA: 10 miliardi da pagare alle imprese di costruzione
La proposta dell’ANCE: pagare tutti i debiti con un “allentamento ad hoc del Patto di Stabilità”
20/11/2014 - Il settore delle costruzioni è il più colpito dai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione con il 72% d’imprese di costruzione, secondo dati Ance, in credito verso le PA. Dei 19 miliardi di debiti, 8 sono stati saldati verso la fine del 2013, 0,5 miliardi sono stati sbloccati con attuali provvedimenti e ben 10,5 miliardi sono bloccati e senza una soluzione prevista.
L’Ance porta avanti la battaglia contro i ritardi nei pagamenti delle PA e ne parla anche in Europa; infatti una sua delegazione presieduta da Paolo Buzzetti, Presidente dell’Ance, ha partecipato e relazionato nel corso del convegno europeo “Late payment information campaign” a conclusione della campagna sui ritardati pagamenti tenutosi il 18 Novembre a Bruxelles.
L’UE infatti sta promuovendo varie iniziative volte al superamento di questo problema che in maniera più o meno estesa riguarda tutta l’Europa. Molte imprese europee sono costrette al fallimento a causa dei ritardi di pagamento e tutto ciò ha ripercussioni negative anche in termini di occupazione. Di conseguenza, l'intera economia europea è influenzata negativamente da questo fenomeno.
La direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento, adottata il 16 febbraio 2011, è stata una prima risposta dell'Unione per arginare i ritardi di pagamento e di migliorare la competitività delle imprese armonizzando i periodi di pagamento da parte delle autorità pubbliche.
Inoltre per aumentare la consapevolezza tra le parti interessate europee la Commissione europea ha organizzato la campagna “Late payment information campaign”, durata dal 2012 al 2014, che ha permesso uno scambio d'informazioni sui problemi derivanti dal ritardo dei pagamenti.
“Con l'approvazione della Direttiva Ue e la ratifica da parte dell'esecutivo italiano si sono compiuti innegabili passi in avanti per risolvere il problema dei ritardati pagamenti”, ha dichiarato Buzzetti nel corso dell’evento di Bruxelles, “ma bisogna ancora trovare una soluzione strutturale per i pagamenti in conto capitale che al momento sono i più penalizzati”.
I dati diffusi dall’associazione nel documento informativopresentato in Europa evidenziano una situazione preoccupante in Italia: il tempo medio di pagamento per i lavori pubblici è di 6 mesi, 3 volte più lungo degli standard europei e ben oltre i tempi fissati dalla legge a 60 giorni (per contratti dal gennaio 2013) o 75 giorni.
La causa principale individuata dall’ANCE del ritardo di pagamento risulta essere il Patto di Stabilità interno per regioni ed enti locali che incide per circa l’82%. Inoltre si fa notare nel documento come le regole nazionali incoraggino gli enti a ritardare i pagamenti di parte capitale per evitare le sanzioni per il mancato rispetto del Patto.Per questo secondo l’ANCE la priorità è decidere con l’Europa un allentamento ad hoc del Patto di stabilità.
Ma tra le altre proposte vi è l’introduzione di un limite temporale massimo per l’emissione dei SAL (Stato avanzamento lavori), la modifica dell’art. 117 del Codice dei Contratti Pubblici, una riforma sulla perenzione dei fondi per infrastrutture e garantire una certificazione sistematica e automatica dei debiti e misure per lo smobilizzo dei crediti.
L’Ance porta avanti la battaglia contro i ritardi nei pagamenti delle PA e ne parla anche in Europa; infatti una sua delegazione presieduta da Paolo Buzzetti, Presidente dell’Ance, ha partecipato e relazionato nel corso del convegno europeo “Late payment information campaign” a conclusione della campagna sui ritardati pagamenti tenutosi il 18 Novembre a Bruxelles.
L’UE infatti sta promuovendo varie iniziative volte al superamento di questo problema che in maniera più o meno estesa riguarda tutta l’Europa. Molte imprese europee sono costrette al fallimento a causa dei ritardi di pagamento e tutto ciò ha ripercussioni negative anche in termini di occupazione. Di conseguenza, l'intera economia europea è influenzata negativamente da questo fenomeno.
La direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento, adottata il 16 febbraio 2011, è stata una prima risposta dell'Unione per arginare i ritardi di pagamento e di migliorare la competitività delle imprese armonizzando i periodi di pagamento da parte delle autorità pubbliche.
Inoltre per aumentare la consapevolezza tra le parti interessate europee la Commissione europea ha organizzato la campagna “Late payment information campaign”, durata dal 2012 al 2014, che ha permesso uno scambio d'informazioni sui problemi derivanti dal ritardo dei pagamenti.
“Con l'approvazione della Direttiva Ue e la ratifica da parte dell'esecutivo italiano si sono compiuti innegabili passi in avanti per risolvere il problema dei ritardati pagamenti”, ha dichiarato Buzzetti nel corso dell’evento di Bruxelles, “ma bisogna ancora trovare una soluzione strutturale per i pagamenti in conto capitale che al momento sono i più penalizzati”.
I dati diffusi dall’associazione nel documento informativopresentato in Europa evidenziano una situazione preoccupante in Italia: il tempo medio di pagamento per i lavori pubblici è di 6 mesi, 3 volte più lungo degli standard europei e ben oltre i tempi fissati dalla legge a 60 giorni (per contratti dal gennaio 2013) o 75 giorni.
La causa principale individuata dall’ANCE del ritardo di pagamento risulta essere il Patto di Stabilità interno per regioni ed enti locali che incide per circa l’82%. Inoltre si fa notare nel documento come le regole nazionali incoraggino gli enti a ritardare i pagamenti di parte capitale per evitare le sanzioni per il mancato rispetto del Patto.Per questo secondo l’ANCE la priorità è decidere con l’Europa un allentamento ad hoc del Patto di stabilità.
Ma tra le altre proposte vi è l’introduzione di un limite temporale massimo per l’emissione dei SAL (Stato avanzamento lavori), la modifica dell’art. 117 del Codice dei Contratti Pubblici, una riforma sulla perenzione dei fondi per infrastrutture e garantire una certificazione sistematica e automatica dei debiti e misure per lo smobilizzo dei crediti.