NORMATIVA
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Inquinamento acustico, quando si ha diritto al risarcimento
NORMATIVA
Inquinamento acustico, quando si ha diritto al risarcimento
Cassazione: la tollerabilità va valutata caso per caso per garantire il diritto ad abitare in un luogo salubre
24/11/2014 - Quando un impianto emette rumori oltre la soglia consentita, si verifica un illecito anche se l’impianto è a norma dal punto di vista dell’installazione e della manutenzione e chi si sente danneggiato ha diritto al risarcimento. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione con la sentenza 23283/2014.
Nel caso preso in esame, due coniugi lamentavano il forte rumore derivante dall’impianto termico condominiale e chiedevano che il condominio realizzasse gli interventi per la minimizzazione dell’impatto acustico e risarcisse il danno causato.
La richiesta era stata respinta dal Tribunale, ma la Cassazione ha successivamente ribaltato la situazione.
Secondo la Cassazione, con l’articolo 844 del Codice Civile si crea una tutela i diritti dei proprietari contro le immissioni rumorose o da altre fonti. Ciò significa che, anche se l’impianto è usato in modo normale, se si supera la soglia consentita il condominio è in colpa perché produce un danno ai condomini, che vanno quindi risarciti. Il risarcimento riguarda sia il danno patrimoniale, cioè la perdita di valore e il minore godimento dell’immobile, sia il danno biologico nel caso in cui dalle immissioni rumorose derivi un pregiudizio per la salute.
La Cassazione ha spiegato che il limite di tollerabilità in senso privatistico va determinato volta per volta in considerazione del diritto ad abitare in un luogo salubre e privo di fattori che possono pregiudicare la salute. Resta invece ferma la normativa di diritto pubblico, che fissa linee guida generali per la tutela dell’interesse collettivo. Sull’argomento interverrà anche il Governo, che con la Legge Europea 2013 bis ha ricevuto la delega per la semplificazione delle procedure autorizzative in materia di requisiti acustici passivi degli edifici.
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Nel caso preso in esame, due coniugi lamentavano il forte rumore derivante dall’impianto termico condominiale e chiedevano che il condominio realizzasse gli interventi per la minimizzazione dell’impatto acustico e risarcisse il danno causato.
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Secondo la Cassazione, con l’articolo 844 del Codice Civile si crea una tutela i diritti dei proprietari contro le immissioni rumorose o da altre fonti. Ciò significa che, anche se l’impianto è usato in modo normale, se si supera la soglia consentita il condominio è in colpa perché produce un danno ai condomini, che vanno quindi risarciti. Il risarcimento riguarda sia il danno patrimoniale, cioè la perdita di valore e il minore godimento dell’immobile, sia il danno biologico nel caso in cui dalle immissioni rumorose derivi un pregiudizio per la salute.
La Cassazione ha spiegato che il limite di tollerabilità in senso privatistico va determinato volta per volta in considerazione del diritto ad abitare in un luogo salubre e privo di fattori che possono pregiudicare la salute. Resta invece ferma la normativa di diritto pubblico, che fissa linee guida generali per la tutela dell’interesse collettivo. Sull’argomento interverrà anche il Governo, che con la Legge Europea 2013 bis ha ricevuto la delega per la semplificazione delle procedure autorizzative in materia di requisiti acustici passivi degli edifici.
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